domenica 30 dicembre 2012

Agenda Viola


Addio 2012!
sicuramente non ci hai fatto mancare niente, sotto tutti i punti di vista: salute, soldi, lavoro, hai mandato tutto a carte 48: hai demolito ideali, scardinato speranze, dilaniato sogni e, sicuramente, pochi ti rimpiangeranno. Dal punto di vista personale, nei miei confronti sei stato equo: mi hai dato un gran dolore compensato da una grande gioia che spesso mi fa dimenticare il primo…
Allora, mi dirai, cosa ti aspetti dal 2013?... niente, guarda, è meglio non esprimere desideri personali, tanto cmq farà come gli pare…e allora, senza toccare la sfera personale salute/affetti/fortuna, ho stilato una mia “agenda Viola” (favorita anche dalla lettura di alcuni articoli dal settimanale “L’Espresso”, che mi hanno aiutata a mettere in ordine e diversi punti della stessa), nella quale indico cosa non mi aspetto dal 2013 in campo sociale, politico, economico.
  • non mi aspetto stragi di bambini
  • non mi aspetto stragi di donne vittime di uomini ( e di preti!) sempre più cretini e ingestibili
  • non mi aspetto gli insulti e gli epiteti sopraffini tra i vari onorevoli nella prossima  campagna elettorale
  • non mi aspetto le mascherate dei politici-porcelli con tanto di maiale-capo
  • non mi aspetto le lacrime di coccodrilla di una ministra
  • non mi aspetto il luccichìo del braccialetto da vitellone al polso di un ministro dell’Economia
  • non mi aspetto di ascoltare  – dio ce ne scampi e liberi! – sulla legge elettorale e la riforma della giustizia
  • non mi aspetto il rosario delle grandi opere pubbliche del ministro di turno
  • non mi aspetto – per pietà! – giornali e blog con gli album segreti di candidati, premier…
  • non mi aspetto il giro dei talkshow di quei politici da piccolo schermo, gli chef dei salotti tv digitali e satellitari, le maschere delle legislature e delle professioni
  • non mi aspetto di vedere, né sentire, gli onorevoli da collezione, il politico di destra, il cavaliere porta a porta con un diavolo per capello (?), l’economista austero, lo psicologo depresso, il sottosegretario ciarliero, i vù parlà dell’ultima ora
  • non mi aspetto magistrati che una volta entrati in politica predicano di Italia dei valori…immobili
  • non mi aspetto – vade retro! – le pluripresentazioni di libri scritti(?) da improvvisati scrittori, a cominciare da quel subdolo conduttore nel cui salotto si avvicendano presidenti bugiardi e onorevoli ladroni
  • non mi aspetto -e gli si dia requie- quel micidiale sdoganamento degli “attributi” maschili, cui sempre più spesso fanno ricorso quelle donne politiche, che esclamano “vedo in giro solo palle di velluto” oppure la comica che starnazza “B… ha rotto il c…”, mentre l’altro comico-politico urla a squarciagola “fuori dalle palle! Vaffa…” e offende il “punto G” di una sua adepta
  • non mi aspetto – signore pietà – la società magnacciona fin qui sopportata: il senatore- bancomat, er Batman di turno, lo slotmachine dipendente, il cacciatore incartucciato
  • non mi aspetto un 2013 come il 2012, che doveva pur  essere un anno vissuto più sobriamente
nonostante tutto...Buon Anno!

martedì 25 dicembre 2012

Biglietto di Auguri


Buon Natale a chi mi ha sopportata, a chi mi ha consolata, a chi mi ha aiutata, a chi mi ha sorriso, a chi mi ha fatto sorridere,  a chi mi ha reso felice ed anche a chi mi fatto inquietare.
Buon Natale a tutti coloro che nel bene e nel male sono entrati nella mia vita.... siete tutti fantastci e tutti importanti....
 

venerdì 21 dicembre 2012

Lettera aperta a...



Caro Benigni,
Ti ringrazio per la meravigliosa lezione sulla Costituzione cui hai fatto assistere milioni di telespettatori e, vuoi  per simpatia, vuoi per deformazione professionale, ho  pensato :” ma te l’immagini che bello sarebbe se i docenti di tutte le discipline impartissero le loro lezioni con tale trasporto, amore, cultura? se i docenti riuscissero a intrattenere con i loro alunni rapporti di empatia basati sul loro carisma?...sicuramente i risultati del concorsone per docenti sarebbero stati migliori!... ma tant’è, fortunati quei ragazzi che possono avvalersi di docenti che sanno come fargli amare lo studio… perciò grazie, grazie veramente per aver divulgato, soprattutto tra i giovani, la Carta dei loro sogni…già, i sogni…
La tua lezione mi ha fatto molto riflettere, ho capito che non è poi tanto di sana e robusta Costituzione… ho fatto le mie semplici e modeste considerazioni , alla luce di ciò che è accaduto e accade da quel lontano 1948.
Non posso permettermi di essere  benigna, sono maligna, perché se la Costituzione è la nostra mamma, ebbene, è morta, l’hanno ammazzata.
La nostra mamma Costituzione è morta perché per respirare aveva bisogno di polmoni la cui materia doveva essere la Repubblica fondata sul Lavoro che, se mai c’è stata, è ora come un corpo dilaniato da una mina, senza più salario, senza più diritti.
E’ morta la nostra mamma perché per vivere aveva bisogno di un cuore e gliel’hanno strappato, con i tanti bla bla bla di sommaria democrazia, mentre si va a votare con il porcellum…
La mamma ce l’hanno ammazzata: ha preso tante botte fin da quando è nata, ha resistito, qualcuno poi ha cercato di aiutarla, poi però i mercati le hanno dato il colpo finale e della povera mamma non è rimasta neanche la testa… quella testa che prometteva cose belle e buone per noi italiani, con il cuore che diceva :”…l’Italia ripudia la guerra come mezzo…” guarda, invece, è bastato chiamare la guerra “pace” e la mamma è impazzita ancor prima di morire, non c’ha capito niente, diceva pace pace pace e gli aerei partivano  per la Jugoslavia, i soldati per l’Iraq, i carri armati per l’Afghanistan…
E poi la BCE, lo spread hanno fatto il resto e, dopo le elezioni prossime venture, qualcuno  (chi, se non Lui?) ha già detto di volerla rottamare...

Caro Benigni, ti sembro troppo Maligna?

 

lunedì 17 dicembre 2012

Lettera a Gesù Bambino


Caro Gesù Bambino,
Ti scrivo oggi perché se si avvererà la profezia dei Maya, il giorno di Natale non ci saremo più…???!!!
L’anno scorso non scrissi a Te, bensì a Babbo Natale e chiusi il mio post così:
 “… Vorrei, infine, per me e i miei cari, niente di più di ciò che ho, la pace e la salute, mi basta così, considerando il momento storico-economico-finanziario che stiamo vivendo.Caro Babbo Natale, che pensi, ti chiedo troppo? “

 … le ultime parole famose!... è successo di tutto di più, soprattutto alla mia salute, ma tant’è, ora sto meglio e devo avere pazienza … però è arrivato un bimbo bello come Te: Tommaso, che è l’amore della nonna.
Allora, per non sbagliarmi, quest’anno, sommessamente, ma con un nuovo slancio, voglio scriverTi che non Ti ho dimenticato. Certo: un po' trascurato, questo sì. .. ma… Tu mi capisci e sai cosa ho dovuto sopportare…
 Ti scrivo di nuovo, perché  torno ad aver ancora bisogno di sogni e belle favole, come facevo da piccola per confidarTi i miei desideri. Veramente in questo momento tutti abbiamo bisogno di sogni…
E tuttavia Tu sai bene come vanno certe cose e perché siamo arrivati a questo punto di non ritorno:  ci facciamo prendere dentro dai cambiamenti del mondo e un po' alla volta si finisce col cambiare anche noi. E così è stato. Appena le condizioni economiche sono migliorate, ci siamo sentiti ricchi e abbiamo cominciato a praticare i modi e le mode dell'agiatezza che sono cose, queste, che s'imparano subito e senza bisogno che qualcuno ci spieghi che coi soldi è comunque un gran bel vivere.
E Tu invece, che sei venuto al mondo in una stalla come l'ultimo dei poverelli, francamente non eri intonato a comparire in mezzo a quel lusso sfavillante delle nostre vetrine sempre traboccanti d'ogni bendidio, delle quali solo pochi potevano godere.
Babbo Natale sì, lui sì che è  ben più rappresentativo del nostro improvviso benessere! con quel suo sgargiante costume rosso cocacola, che dispensa doni favolosi come mai s'erano visti prima. Anche questo è stato un sogno... e noi tutti dentro quel sogno a capofitto.
Ma oggi una nuova realtà ci sorprende: dopo tanti anni di spensieratezza, quasi da un giorno all'altro, ci dicono che non siamo più ricchi e che in realtà non lo siamo mai stati per davvero. O se anche lo siamo stati per un po', non poteva durare per sempre.
A ripensarci, adesso sembra quasi che sia stata tutta una messinscena e anche Babbo Natale è ormai un attore secondario e s'è ridotto ad arrampicarsi lungo le facciate delle case, tanto da somigliare più a un ladro che a un fantoccione che porta regali...
Triste Natale questo del 2012!... Natale di sacrifici. Ma non bisogna perdersi d'animo.
Intanto io mi appresto ad accogliere i miei figli, il mio nipotino e a vivere con serenità questo Natale, senza pensare  a ciò che di brutto mi ha portato il 2012, ma riflettendo sulle gioie che mi ha regalato, sui momenti pieni di speranza, di fiducia e di positività che ho vissuto e che mi hanno permesso di esserci ancora…

Ciao, caro Gesù. TVB

 

 

venerdì 14 dicembre 2012

La scuola che non c'è


Da quando si è scoperto che lo spot per pubblicizzare la scuola pubblica è stato girato in una scuola sì, ma privata – probabilmente perché regista e ideatori del suddetto spot han pensato che andare a riprendere una scuola pubblica reale, con i banchi scrostati, i solai che cadono in testa ai bimbi dell’asilo (è successo proprio ieri, in una scuola dell'infanzia di Roma, ma il bello è che i giornali titolano "solo lievi danni per una bambina di 5 anni"...), le lavagne a gessetto e in cui gli unici computer disponibili sarebbero stati catorci scassati e non tablet di ultima generazione, sarebbe stato troppo deprimente – una domanda mi frulla in testa, da porre all’esimio ex collega Vecchioni, che, con voce ispirata e carisma da cantautore ex docente di liceo, si è prestato a far da testimonial allo spot.
Mi scusi, esimio ex collega, ma non Le è  venuto in mente che ai nostri  sfigatissimi ex colleghi (perché ormai io e Lei siamo in pensione), non cantautori, che nelle scuole pubbliche scassate e poco fotogeniche ci lavorano tutti i giorni e sono destinati pure a restarci all’infinito (perché al contrario di noi alla pensione forse non arriveranno mai), con quello spot fasullo girato in una bella e linda scuola privata, dotata di strutture che  loro sognano, li sta un po’ prendendo per il sedere?
Ma poi, esimio prof, quando mai Lei ha varcato la soglia di un'aula godendo di aspettative eterne per "motivi artistici", guadagnando fior di quattrini e ora si gode la pensione dello Stato?...mah...misteri delle caste! 

 

venerdì 30 novembre 2012

Gocce d'... ironia




Gli italiani sono stupiti, sgomenti, hanno scoperto un fenomeno meteorologico nuovo, estremo: un numero molto alto di gocce d’acqua, di diametro variabile, che precipitano tutte insieme dal cielo verso la terra. Noto con il nome di “pioggia”, esperti e scienziati sono al lavoro per capire di cosa si tratti e hanno già scoperto una cosa: quelle gocce di acqua che si accumulano in grande quantità nello stesso punto, formano un’alluvione! ma non è finita: gli studi molto avanzati dei nostri esperti-scienziati rilevano che sia possibile realizzare complicati manufatti, detti “fossi”, in grado di far ruscellare l’acqua piovana nell’alveo dei fiumi, invece che sversarla nei piani bassi delle abitazioni, dei negozi, allagandoli. Ma ecco!... arrivano i cronisti dei Tg!...  riprendono l’alluvionato mentre piange o smadonna, gli fanno indicare col dito il segno sul muro lasciato dal fango, mentre mobili e suppellettili galleggiano nel tinello…
I grandi esperti-scienziati non finiscono di stupirci: hanno scoperto anche i fiumi, che sono più grandi dei “fossi” e, al pari di essi, vanno tenuti sgomberi dai detriti, altrimenti si otturano…addirittura hanno scoperto che costruire interi quartieri al di sotto degli argini è pericoloso!!!
Che geni, questi nostriesperti- scienziati!!!
… e intanto quelle zone lì dove non si doveva costruire, hanno cambiato nome: via Gluglù, rione San Sommerso, contrada Affogata, villaggio SiSalviChiPuò.
Certo, la manutenzione richiede soldi, tempo e uomini, così, con un colpo geniale, hanno scoperto una forma di manutenzione, già praticata con successo dall’uomo di Cro-Magnon: l’utilizzo di una tecnica raffinata, per l’uomo moderno!... trattasi di attrezzi leggeri, detti “vanghe” e “picconi”, attrezzi pesanti detti “ruspe” e “trattori”, uomini di sana e robusta costituzione, detti “operai del Comune” che, invece di essere adibiti a coprire il terreno di cemento e asfalto, rendendolo impermeabile e causando alluvioni, sarebbe utile e necessario impiegarli per tenere puliti fossi e fiumi… Che geni, questi nostri esperti- scienziati!!!…
Una proposta sorge spontanea da parte di quei cittadini di via Gluglù, rione San Sommerso, contrada Affogata, villaggio SiSalviChiPuò: ma il governo precedente, invece di prevedere-progettare-sperperare il ponte sullo stretto, non poteva pensare alla realizzazione di un Ombrello-Stivale, proprio a forma d’Italia, capace di giustapporsi al territorio nazionale, da aprire in caso di pioggia dal responsabile della Protezione civile?... la proposta è al vaglio degli esperti-scienziati.
 
 



 

martedì 27 novembre 2012

Il Papa, il bue e l'asinello


Il bue e l'asinello non erano nella stalla con Gesù e i pastori non cantarono. A dirlo è il Papa nel libro sull'infanzia di Gesù presentato in Vaticano, in cui Benedetto XVI si sofferma sull'origine tradizionale del presepe usato a Natale dai fedeli.
Il primo aggettivo che viene alla mente per descrivere il Presepe, leggendo la rappresentazione che ne da' Papa Benedetto XVI nel suo libro L’infanzia di Gesù, è sicuramente “freddo”. In tutti i sensi. Non solo perché il bue e l'asinello non erano nella stalla a riscaldare il Bambinello, ma anche perché i pastori accorsi per l'Adorazione non cantavano, come invece vorrebbe la tradizione. Il Papa spiega infatti che in realtà non c'erano animali intorno alla mangiatoia e che anzi essi sono stati aggiunti dal folclore che, ha avuto una certa influenza e, perciò, da allora, nessuna raffigurazione del presepe rinuncerà al bue e all'asinello. Insomma, con Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù i due animali non c'erano, ma la tradizione non va stravolta.
Quanto al «canto degli angeli» raccontato dal Vangelo, «si può ben comprendere che il semplice popolo dei credenti abbia poi sentito cantare anche i pastori, e, fino a oggi, nella Notte Santa, si unisca alle loro melodie, esprimendo col canto la grande gioia che da allora sino alla fine dei tempi a tutti è donata». Un'ulteriore contestazione, Papa Ratzinger la avanza in merito al luogo dove è nato Gesù, affermando che non sarebbe nato a Betlemme,(sarebbe un’affermazione teologica, non storica), bensì a Nazareth
 E la Stella Cometa? In realtà sarebbe «un racconto teologico, che non si dovrebbe mescolare con l'astronomia» dice il Papa. ..
Questa rivoluzione “presepiale” ha sconvolto e suscitato polemiche e anche indignazione da parte di chi, e sono la maggior parte dei fedeli, non riesce a concepire la grotta senza il bue e l’asinello, i pastori muti e assorti, la stella cometa, sempre considerata una guida per l’intera popolo dei fedeli…spenta.
A guardarlo il presepe è tutta una metafora e i personaggi fondamentali sono nove: Maria, Giuseppe, il bambinello, i tre re magi, l’angelo dell’annunciazione e il bue e l’asinello.
E i pastori?
Il presepe nasce da un sogno. Inizia da un pastore che si addormenta e immagina la scena della Natività. E’ circondato da 12 pecore che simboleggiano i 12 mesi dell’anno. Vicino a lui c’è un pastore, Armenzio, rappresentato dal diavolo che lo vuole svegliare. Tutti i pastori portano un regalo, pane frutta, pecore … e cantano la gioia per quell’evento che sconvolgerà il mondo; l’unico che non ha niente è il pastore della meraviglia, difeso dalla Madonna che gli dice che il mondo sarà bello solo se saprà conservare la meraviglia…
Sua Santità, con i suoi approfonditi studi ci aveva già sorpreso, all’inizio del suo pontificato, quando eliminò il Purgatorio come luogo di espiazione dell’anima prima di accedere all’Inferno o in paradiso. Certo, ripeto, sono tutte metafore e credenze infarcite di superstizioni e tradizioni che nei secoli si sono radicate nelle abitudini dei fedeli, ma, Santità, ci faccia ancora credere che quell’alito del bue e dell’asinello possa ancora scaldare il cuore di quest’umanità, ormai troppo stanca e disillusa…
Restiamo umani

martedì 13 novembre 2012

(A) social network


Sempre più spesso mi sento porre questa domanda: ti ho cercata su Facebook, come mai non sei iscritta?...oppure: ma come, non sei iscritta a Facebook?... e tante sono le richieste che mi giungono da ogni dove, tanti gli inviti che mi raggiungono al mio indirizzo e-mail, anche da parte di persone che non ho la più pallida idea di chi siano, e che chiedono la mia amicizia… No , non sono iscritta, e allora? Sono domande e inviti che a qualcuno farebbero venire il complesso di inferiorità, facendoli sentire emarginati da questo giostra cibernetica quale è FB, ormai consideratala la terza nazione più abitata del mondo, come se chi non è iscritto, automaticamente avesse perso il soggiorno felice in questo "utopico" Paese delle Meraviglie.
Io no, non sono iscritta a FB e non per questo mi sento inferiore o fuori dal mondo:sono consapevole che questa è una presa di posizione però non è che voglio fare una crociata anti-FB: chi si vuole iscrivere, è libero di farlo. Non mi va che ci si iscriva solo perché così si è fuori dal giro, anche perché quando chiedo: “perché dovrei  iscrivermi su Facebook, mi rispondono Perché lo fanno tutti. Beh, io non sono tutti."
Non sono neanche contro la tecnologia anche perché sarei un'ipocrita visto che ho un blog... certo magari mi perderò qualche evento, ma non è la fine del mondo e ho comunque una vita sociale normale. Non è che se non ho FB, non ho più una vita, ma  tutte le argomentazioni che mi sono state portate come prove dell'indispensabilità e della bellezza di questa esperienza sono state dalla sottoscritta soppesate accuratamente…e le conclusioni alle quali sono giunta mi hanno portata a pensare che posso sopravvivere anche senza un account su FB.
Perchè, a parer mio, e specifico mio (quindi potrei sbagliarmi), vedo molto FB come un volersi sentire molto star, come un vip di tendenza e forse è per questo che in molte foto (non tutte) le donne sembrano delle attricette e gli uomini degli sciupafemmine..
Poi, questa cosa di farsi degli amici! devo dire che è proprio una cosa della quale sentivo il bisogno!... infatti, ogni volta che devo parlare con uno di loro, mi vedo costretta a ricorrere ai segnali di fumo o ai piccioni viaggiatori… quando ero adolescente, l'unico mezzo per comunicare con gli amici era il telefono fisso della propria abitazione (che non tutti possedevano).
Qualche volta, specie agli amici più lontani, ci si azzardava anche a scrivere una lettera… poi arrivarono i telefonini, gli SMS, gli MMS, le e-mail, Messenger & simili, con tanto di webcam e microfoni...
...e qualcuno fa ancora fatica a contattare i propri amici? mi sembra difficile crederlo, a meno di vivere nel cuore del deserto del Sahara o nella tundra siberiana e, anche in quei casi, non ne sarei del tutto sicura.
L'argomento principe dei sostenitori del social network, però, è questo: puoi ritrovare le tracce di persone con le quali hai perso i contatti da tempo, come i tuoi compagni di scuola alle elementari e alle medie…
Eh, beh, questo sì che mi convince!... sono indecisa se cercare quelli che mi emarginavano, quelli che mi invidiavano, quelli con la puzza sotto il naso, ma poi, se ho perso i contatti con della gente da lungo tempo, dovrò pur aver avuto un ottimo motivo, no?
Insomma, per concludere, e per ritornare su FB, non avverto nessun bisogno di iscrivermi e di certo non lo voglio fare per assecondare una moda o per rimanere, come già ripetuto, fuori dal gruppo. Quest'ultima cosa la trovo molto infantile…ma poi, quale gruppo?

Insomma, vivere senza FB si può!!



mercoledì 31 ottobre 2012

Non dimentichiamoli


Sono passati già dieci anni da quel terribile giorno quando due  terribili scosse di terremoto, avvertite in tutta la provincia, provocarono il crollo di un solo edificio: una scuola e sotto di essa rimasero sepolti 27 bambini e la loro maestra. Da allora il terremoto ha continuato e continua  a fare danni in altre regioni d’Italia e, come al solito, quando se ne parla, si elencano i tragici eventi sismici succedutisi a più riprese in italia e vengono citati tutti: si torna indietro nel passato ogni volta che la terra trema e si ricordano ancora i terremoti del Belice, dell’Irpinia, del Friuli, dell’Aquila, le alluvioni delle 5 terre… tutti vengono menzionati e non una parola per quello che è successo a quei 27 bambini e alla loro maestra … mi sembra perciò doveroso oggi, a dieci anni dall’evento, ricordare queste povere anime innocenti e riporto un articolo tratto da un quotidiano locale.

“Basta chiamarli angeli”: il cimitero dei figli, tra ‘pellegrini’ e torte di compleanno

Nel 2012 sarebbero diventati maggiorenni, qualcuno avrebbe 16 anni, altri 19 o 20 anni e si sarebbero iscritti all’Università. I 27 bambini di San Giuliano di Puglia uccisi dal collasso della loro scuola durante il terremoto del 31 ottobre 2002 sono cresciuti nel ricordo straziato dei padri e delle madri, che nel cimitero trascorrono ancora ogni giorno e portano torte di compleanno per i figli. Non angeli immateriali, ma carne e vita e un futuro che si può solo immaginare, mentre ancora, da tutta Italia, sconosciuti lasciano ricordi e regali su quelle lapidi bianche in mezzo ai giocattoli.

San Giuliano Di Puglia. Oggi avrebbero 18 anni freschi di brindisi. Quest’anno, 2012, avrebbero spento le candeline della maggiore età quasi tutti, quei bambini che riposano da dieci anni nei bianchi loculi del cimitero più struggente d’Italia, uno accanto all’altro in una lenta, quieta successione di volti e guance paffute e sorrisi vivaci. 18 anni, 16 anni, qualcuno 19, qualcun altro venti. Sono morti il 31 ottobre del 2002, sotto le travi e i pilastri e i solai della scuola elementare Francesco Jovine, venuta giù come le costruzioni Lego quando il braccio capriccioso del piccolo ingegnere si abbatte sulla casetta colorata appena assemblata. Il compleanno l’hanno festeggiato uguale, proprio lì, dove i genitori hanno portato una torta, dove il silenzio sacro del luogo è interrotto di continuo dalle voci di altri bambini, fratelli e sorelle nati nel frattempo, cresciuti con la consapevolezza della morte, accarezzati dalle lacrime delle madri e dei padri che spolverano le tombe, cambiano i fiori freschi nei vasi, aggiustano le magliette dell’Inter, del Milan e della Juve che sventolano sotto la tettoia di legno costruita dai Vigili del Fuoco di Trento la mattina del 4 novembre di dieci anni fa, quando all’indomani dei funerali – mandati in diretta televisiva, seguiti da un Paese intero con gli occhi lucidi e il cuore sotto choc – le mamme di San Giuliano di Puglia piangevano per quei poveri figli bagnati dalla pioggia che presto sarebbe arrivata a spezzare il caldo strano dell’autunno del terremoto. «Non ci hanno pensato due volte, i Vigili del Fuoco – raccontano oggi quelle stesse madri, distrutte dalla tenerezza del ricordo – e hanno cominciato a mettere insieme la tettoia per riparare i loculi».
Anche loro, anche quei Vigili saranno nel paese il 30 e il 31 ottobre per le celebrazioni del decennale del terremoto del Molise. Torneranno, invitati dall’Amministrazione comunale, per deporre una corona di fiori nel Parco della Memoria, quella straordinaria metafora dell’esistenza che è diventato lo squarcio dove un tempo sorgeva la scuola fatta male, la sopraelevazione della vergogna, sbagliata, approssimativa, senza progetto. Il simbolo dell’Italia che fagocita nella sua trascuratezza criminale il più sacro dei diritti e il diritto dei suoi cittadini migliori.
Nel cimitero di San Giuliano di Puglia, immacolato e curatissimo come una bomboniera nuziale, non c’è nulla da preparare per un anniversario che nessuno vorrebbe ma che tutti saranno costretti a vivere in prima persona, rinnovando quel dolore che, come dicono i protagonisti, «è il più innaturale che esista: quello dei genitori che perdono un figlio bambino». Il cimitero è perfetto, lo è da un decennio, da quando è diventata la prima casa delle famiglie di questo paese.
Gli operai del Comune sono al lavoro da alcune settimane con carriole e ruspe per l’ampliamento del camposanto, lo spostamento della chiesetta e la sistemazione delle tombe, le più vecchie soprattutto. Due milioni e mezzo di euro e le polemiche che in questo paese massacrato nell’anima e sbrindellato nel tessuto sociale non mancano mai.
Però non sono le polemiche, i veleni sparsi tra ceri e lumini, a colpire in questo momento segnato dalla storia. Sono invece quei nomi incisi sul marmo, uno a uno, diversi e accomunati dalla data dell’ultimo giorno, là sotto tra le zucche arancioni di Halloween e l’odore dei frantoi seppellito dalla puzza del cattivo cemento collassato. Nomi che compaiono solo sulle lapidi, perché nelle targhe ricordo, sotto la scultura bianca che accoglie il visitatore all’ingresso del viale di cipressi, di nomi non ce ne sono. Per tutti, da sempre: i 27 angeli e la loro maestra. Doveva essere un omaggio alla loro innocenza – angelo, cosa può mai esistere di più puro e dolce? – ma è inevitabilmente e involontariamente diventato un modo per cancellare l’identità di quei morti. Lo dicono gli stessi genitori, che non finiranno mai di straziarsi, e che chiedono – quelli del Comitato Vittime, senza fronzoli, «basta a chiamarli angeli. Sono i nostri figli, hanno un nome, una storia».
«E semmai, semmai non si volesse o non si potesse citarli uno a uno, chiamateli semplicemente i bambini di San Giuliano di Puglia».
Bambini è carne e vita, corpi, pianti, braccia tese, paura del buio, risate argentine. Evocare i bambini è evocare un dolore che non si cristallizza nella dimensione di spirito e luce e immaterialità, e le madri e i padri di San Giuliano non ne possono più della retorica degli angeli. Proprio loro che arrivano al cimitero con la torta e 18 candeline da accendere e immaginano che scuola avrebbero scelto, quei figli uccisi dalla scuola, come sarebbero oggi, dieci anni dopo, ragazzi e ragazze fatti, magari una fidanzatina, l’iscrizione all’Università di Roma (di Bologna? di Chieti?), un sogno da portare avanti.
E’ un elenco lungo, quello dei figli.
Luca Jacurto, 6 anni. Morena Morelli, 6 anni, Valentina Picanza, 6 anni, Raffaele Picanza, 6 anni, Paolo Romano Jacurto, 6 anni, Antonella Borrelli, 6 anni, Maria Colantuono, 6 anni. Michela Buonaugurio - 6 anni. Valentina Ianiri, 6 anni. Martina Vassalli , 7 anni. Giovanna Ritucci, 7 anni. Maria Di Renzo, 7 anni. Luigi Petacciato, 7 anni. Maria Celeste Picanza, 8 anni. Sergio Di Cera, 8 anni. Antonio Astore, 8 anni. Antonio Di Renzo, 8 anni. Luigi Occhionero, 8 anni. Gianni Nardelli, 9 anni. Gianmaria Riggio, 9 anni. Luca Riggio, 9 anni. Melissa De Lisio, 9 anni, Lorenzo Francari - 10 anni. Giovanna Nardelli, 10 anni. Costanza Ferrecchia, 10 anni. Domenico La Fratta, 10 anni. Umberto Visconti, 9 anni. E Carmela Ciniglio, 47 anni, insegnante.

Sulle loro tombe, in quel cimitero che è come una cameretta di mobili bianchi e giocattoli, ancora sconosciuti che arrivano da tutta Italia lasciano un pensiero, una preghiera, un ricordo. «Spesso troviamo oggetti nuovi, lasciati lì chissà da chi – racconta Loredana, la madre di Antonio Di Renzo, terza elementare - un peluche, un fiore, un animaletto di ceramica dipinta. Non sappiamo chi venga al cimitero dei nostri figli, ma vediamo le tracce del passaggio di qualcuno che evidentemente non dimentica». Chissà se è una consolazione, un fragile sospiro di speranza, per queste 27 famiglie di San Giuliano di Puglia che da dieci anni abitano il luogo dei morti come si abita una casa qualsiasi, con la naturalezza di chi ha imparato a festeggiare un compleanno di 18 anni fra le tombe.
Tratto dal quotidiano locale online www.primonumero.it     (l’articolo non è firmato)

Restiamo umani

mercoledì 24 ottobre 2012

La colpa di essere donna


L’amore o la passione non c’entrano nulla. E nemmeno i “raptus”, che implicano una totale o parziale incapacità di intendere dell’assassino. Gli omicidi di donne non hanno a che fare con la follia, ma con una escalation di violenza, fino a uccidere. Queste morti sono premeditate. Così la penso io su quel fenomeno tutto italiano a cui hanno dato un nome orrendo: femminicidio.
La mattanza di oltre seicento donne uccise in sei anni e di oltre cento  dall’inizio del 2012, è stata liquidata in pochi minuti in una trasmissione del mattino: durante una leggera conversazione salottiera si è parlato di matrimoni, separazioni e durata dell’amore,  opinioni scandite al ritmo di dati statistici sui divorzi e separazioni e commenti ironici o più o meno seri, sui perché un amore finisce. In Italia si resta in media sposati quindici anni, ma non dovrebbe essere per tutta la vita?
In studio ospiti alcune donne dello spettacolo, la vicesindaco di Roma, e un avvocato.  Ognuno ha dispensato la sua esperienza  su come far durare un matrimonio (anche se tutte divorziate), ed è stato proprio l’avvocato  ad introdurre  l’ argomento dei femminicidi : una delle attrici presenti,  che ha spiegato di essersi separata in armonia, pareva molto ansiosa di capire se l’ex che ammazza la moglie sia solo un folle (non si sa mai).
Tra un sorriso e una scusa per aver sottratto la parola all’altro ospite, la strage italiana di donne che ha preoccupato anche l’Onu, è stata cassata in due o tre battute con la stessa profondità e attenzione con cui si potrebbe esaurire l’argomento come ripararsi dalle zanzare in estate, o che solare scegliere per proteggere la pelle. Il femminicidio e la sua normalizzazione nel salotto della Rai: se sei donna e vuoi lasciare tuo marito, essere uccisa è una possibilità, che altro ci sarà mai da dire?
Perfino la legge fino al 1981, garantiva uno sconto di pena agli uomini di onore che uccidevano mogli o sorelle e se oggi l’onore non va più di moda ci si può appellare alla psicologia: il maschio è in crisi. Per colpa di chi? Ma delle donne naturalmente! delle mamme che non sanno educare il figlio maschio.
E se un maschio soffre a causa di una donna perché non dovrebbe ammazzarla? Ammazza che ti passa! Lo ha scritto persino un giornalista dell’Ansa qualche mese fa commentando che un uomo a Milano: era riuscito ad uscire dal tunnel della depressione solo ammazzando la moglie. Meglio del Prozac o del Ritalin!
E l’attricetta-opinionista di turno ha fatto la sua analisi secca:
Perché il maschio è in crisi? Perché le donne sono diventate aggressive e sono in vendita, e perché a suo nipote che va in discoteca, le coetanee sedicenni, tastano il sedere, e lui si turba.
 Ebbene si! Il maschio va in crisi per tanta spudoratezza. Ma con tutta la comprensione per le questioni adolescenziali del nipote dell’attricetta-opinionista dell’ultima ora, non si capisce perché mai, il maschio non vada in crisi quando non si trattiene dal toccare il lato B (o peggio) delle donne senza aver ricevuto alcun consenso.
Deduco: se se sei put… e/o cattiva il minimo che ti può capitare è di incappare nell’ira dell’uomo-dio che estirpa il male e lava nel sangue l’onta dell’orgoglio ferito. Una morale che abita tanti cervelli maschili e femminili rinvigorendosi tra banalità e pregiudizi anche se vivi nel 2012 e non nell’Italia degli anni ’60 e del divorzio all’italiana.
La cultura patriarcale si è sempre sostenuta sul mito di qualche colpa originale della donna: Lilith, Eva o Pandora, altrimenti gli uomini che scuse avrebbero potuto vantare per esercitare nei secoli con ferocia le loro meschinità, benedette dalla religione, sancite dal diritto o dalla tradizione? Stupro o morte alle donne che osavano non dire di “si”! O ancor peggio non stare zitte!
Quanto alla crisi per le donne sessualmente in vendita, non è mai stato un problema, anzi, purché una donna sorrida e annuisca sempre, molti uomini sono ben lieti di contrattare il prezzo. Ma che non osi dire di “no”! E’ sempre quello il problema. Dai tempi delle povere Eva, Pandora o Lilith.
Quale donna sarà uccisa dall’ex, nei prossimi giorni: sarà una donna aggressiva o una put…?
Mentre restiamo in attesa che il prossimo salottiero pulpito televisivo lanci pubblicamente senza pudore, un’altra superba opinione sulla morte, il dolore e il lutto degli altri e delle altre ( a proposito! Dimenticavo!!!: in un altro affollato salotto televisivo pomeridiano, dove si mescolano chiacchiere e grappini, un prete, parlando della malattia, nello specifico del cancro, disse che le persone che peccano si ammalano…) legati da affetto alle vittime, procede il conteggio delle donne assassinate in nome della “crisi del maschio”. Perché uccidere in nome dei Dio o dell’onore come avviene nella Sharìa è tutta un’altra storia: quella è barbarie.

 Restiamo umani

venerdì 28 settembre 2012

Cara Viola


                                                           Cara Viola,
ogni persona che incontri ti chiede “ ora che sei in pensione, che fai?”… ma che devi fare!!! Un altro lavoro, togliendolo così ai giovani? Ma poi, chi te lo dà un lavoro, oggi?... ma poi perché?
hai lavorato per tutta la vita? ti sei sacrificata per dimostrare agli altri e a te stessa che sei una brava lavoratrice e  professionista, e figlia, e moglie, e madre?
Ok! Adesso riposati.Finalmente puoi vivere...spettinata... E divertiti! Sei nonna? Goditi quel tesoro di nipote che Dio ti ha regalato e fagli tante coccole, che ne hanno bisogno i bambini di oggi…
Vai in palestra a tonificarti, perché le terapie ti hanno un po’ “ammollata”.
Non ti va? È lo stesso.
Se lo studio è stata sempre la tua passione, continua a farlo, leggi, avvicinati ad una disciplina che ti interessa, ma che finora non hai potuto approfondire, blogga sul tuo blog, che qualcuno che ha la pazienza di leggerti ci sarà pure! continua a disegnare i tuoi pensieri spettinati, ...ma soprattutto divertiti!... fai finalmente quello che vuoi quello che ti piace, non quello che devi! Hai lavorato tanto? Ozia!
Ti senti sola? Cerca compagnia!
Gli uomini quando smettono di lavorare si sentono persi. Le donne, spesso, rinascono!
La cosa veramente importante è tenere in movimento il corpo, il cervello e il cuore!
Oggi la medicina moderna ci dà un’attesa di vita che si avvicina ai cento anni e, dopo ciò che ti è successo e stai vivendo…non ti sembra un bel traguardo da raggiungere?
Qualche piccolo acciacco o incidente di percorso va messo nel conto dei prossimi 5 anni, ma, se non è cosa grave, non  lasciarti deprimere, perché il buonumore è già un sostegno che aiuta il nostro corpo a stare meglio!
Ogni volta che puoi,  esci di casa, vai a passeggiare (pratica, questa, che già eserciti abbastanza), respira aria buona, stai in compagnia di persone allegre e positive.
Vai dal parrucchiere, dall’estetista, come prima e, se avevi poco tempo, più di prima.
Tieni vivo e in forma il corpo, ma non trascurare il cervello.
Continua a leggere i quotidiani, presta attenzione alle notizie politiche, economiche, sociali (non troppo rassicuranti, per la verità), perché, come recita il Rosseau “la libertà è partecipazione” : è stato sempre questo il tuo motto, per esserci…
Non assumere lo stereotipo che chi va in pensione diventa “inutile” e vecchia.
Tieni allegro il cuore!
Rafforza  il  rapporto  con i figli,  guardali con più indulgenza e tenerezza, e, se nel passato hai avuto qualche senso di colpa , se pensi di non averli coccolati abbastanza, fallo ora, recupera quei momenti, ora che sono uomini e donne alle prese con la vita adulta.
Ma è soprattutto il momento per occuparsi di te, della tua salute, del tuo “voler star bene”, per fare tutto quello che avresti voluto e non hai potuto nella vita precedente.
Quindi ok! Dopo la fatica di una vita di lavoro, finalmente ora...rilassati!!!!
Ciao, Viola.Tvb


 

giovedì 27 settembre 2012

La governatrice dis...giunta


Roberto Saviano - giovane autore che con la forza delle parole è riuscito a mettere in crisi organizzazioni criminali potenti e a dar modo agli inquirenti di svolgere indagini  costruttive, proprio grazie ad elementi suggeriti nei suoi scritti - nel suo libro “Vieni via con me”, ad un certo punto invita il lettore a fare degli elenchi, quando ha in mente tante cose che vuol dire o fare, ma non sa bene come riordinarle. Orbene, sono una a cui la lucidità mentale ancora non viene meno, ma in quest’epoca politica schifosa che stiamo vivendo in Italia, effettivamente il mio cervello comincia ad andare in tilt… così ho riordinato i miei pensieri in un elenco, per descrivere quale schifo provo per i politici italiani, siano essi ministri, onorevoli, senatori, governatori/trici, consiglieri e via… schifando.
Il caso della regione Lazio mi ha convinto ancora di più che i nostri politici fanno schifo, perché:
ü non vogliono tagliarsi le indennità
ü continuano ad aumentarsi gli stipendi, nonostante la crisi
ü occupano per troppo tempo posti istituzionali e nessuno li schioda
ü fanno e dicono cose a loro insaputa (tipo acquistare case senza saper chi gliele paga)
ü pasteggiano con aragoste, champagne e vini pregiati a spese dei contribuenti
ü dichiarano di essere sempre fraintesi
ü non rinunciano a: auto blu, inviti gratis, sconti multipli, prezzi di favore e…il favore dei prezzi
ü fanno vacanze su yachts, panfili, barche di amici degli amici, di su, di giù, di qua, di là, al mare, in montagna, all'estero, nei paradisi fiscali,  requisiscono alberghi interi per famiglia, guardie del corpo, carabinieri a loro servizio, per la loro sicurezza, per soddisfare la loro passione di sub
ü si giustificano a modo loro
ü non si giustificano come etica vorrebbe
ü ci prendono per i fondelli…
… e, perciò, cara governatrice del Lazio che fai sceneggiate in consiglio, in tv, e che hai pure buttato lì due lacrimucce (Fornero docet), con i tuoi manifesti in cui comunichi all’universo mondo “Li mando tutti a casa”, ma tu, negli ultimi due anni e mezzo, dov’eri?...
mi sembra giusto ricordarti che questa era la tua GIUNTA, non la mia.

Con molta disistima, saluto tutti i politici che hanno trasformato l’Italia in una cloaca.

sabato 22 settembre 2012

Un giorno davvero speciale


Oggi è un giorno speciale, un giorno in cui devo dimostrare a me stessa ancora di più, se possibile,  di volermi bene … un giorno che fino a qualche mese fa, pensavo di non poter festeggiare più…
E allora, come faccio per tutti i miei compleanni, compro una torta o dei dolcetti, dei fiori e un bel regalo, mi faccio bella e affronto il nuovo anno.
Ma questo compleanno ha un sapore diverso … è una data importante.... carico di significati per me...  da non salutare con indifferenza, ma come  un momento in più di riflessione e questa è un'occasione buona per farlo.
E allora ....
Brava Viola per aver tenuto saldi e forti intorno a te i tuoi affetti più cari difendendoli come una tigre dagli attacchi della vita.
Brava per la pazienza che hai sempre avuto e che, penso, dovrai ancora avere per realizzare i sogni a te più cari.
Brava Viola per la strada che fino ad oggi hai saputo percorrere, spingendo chi si voleva fermare e trascinando chi aveva bisogno di un pò di entusiasmo per continuare.
Brava per l'ottimismo che hai sempre dimostrato quando il buio avrebbe potuto trascinarti giù, e anche quando c'è riuscito hai sempre trovato dentro di te una fune che ti ha riportato verso la luce.
E finora ha parlato quella Viola narcisista che è in me….
Ma devo anche dire che sono stata fortunata perchè la vita fin qui, nonostante tutto…è stata generosa con me, donandomi i regali più grandi che si possano desiderare.
L'amore di un uomo che ormai da una vita cammina con me e con silenzio e pazienza tiene con i piedi a terra questa moglie fin troppo idealista e un po’ fricchettona
Il grande, immenso, infinito amore dei miei figli, pezzi di me che vivono staccati da me, di cui sento la mancanza anche se li tengo stretti al mio cuore.
La gioia di essere diventata nonna di un nipotino adorabile, tenero, che quando mi vede spalanca quegli occhioni blu e…mi caccia la lingua!
L'amore  carico di mestizia di mia madre, quello più partecipativo dei miei fratelli (in particolare Tattalina), che sono sempre presenti nei momenti belli e brutti della mia vita.
E cosa dire dell'infinito movimento di amiche/ci, di conoscenti che ogni giorno ho intorno a me? una marea di affetto che mi avvolge e mi fa galleggiare anche nelle tempeste più violente, soprattutto in questo momento…
Nonostante gli anni comincino ad essere prossimi agli…anta, sono cosciente che ho ancora molto da capire, errori da correggere, perdono da donare e molta strada da percorrere, ed è per questo che da oggi, ricomincio a camminare per affrontare le prossime tappe, con la consapevolezza che devo imparare ad avere pazienza e fermarmi per alzare lo sguardo, vedere nel cielo il mio piccolo angelo che ammiccando mi fa l’occhiolino: ….
“Tu sai, ciò di cui ho più bisogno, tu mi conosci , sai quel che desidero!”.
AUGURI, Viola!!!