C’è chi li chiama scarabocchi, chi li ingentilisce come ghirigori, chi esoticamente doodles , chi più coerentemente grafismi… io li chiamo pensieri spettinati. Cosa sono?
Premetto che se vedo una pagina bianca devo riempirla, non amo gli spazi vuoti, anche i muri mi piacciono disegnati, perciò adoro i murales e i graffiti writing, che considero arte allo stato puro, perché il desiderio proviene da lontano, basti pensare ai segni che i nostri antenati hanno lasciato sulle pareti delle grotte preistoriche e grazie ai quali sappiamo da dove veniamo.
Bastano un pezzetto di carta e una penna (preferibilmente viola, con inchiostro viola), una riunione, un consiglio di classe, un collegio docenti, una lezione di un corso di aggiornamento, una telefonata che si protrae qualche minuto in più, e la mia mano parte inconsapevolmente a tracciare linee, quadratini, cuoricini, case, fiori, paesaggi e quant'altro.
Questo gesto inconscio ed automatico non indica, come frequentemente si crede, distrazione o scarso interesse per ciò che sto ascoltando, ma piuttosto è un modo per concentrarmi meglio, per non distrarmi all’ascolto, per scaricare la tensione della mia iperattività. Quando, invece, sono deconcetrata o annoiata mi viene da grattarmi e massaggiarmi la testa, mi tocco i capelli, li stiro, li arriccio, rendendoli partecipi alla mia noia del momento.
Compro simpatici quadernetti coloratissimi, a quadretti o lisci per disegnare i miei pensieri spettinati: durante le riunioni alcuni colleghi mi prendono in giro, altri apprezzano , la preside mi osserva preoccupata, ma a tutti ho spiegato che è il mio modo di concentrarmi.
Questo bisogno inconscio di scarabocchiare come e cosa, secondo gli psicologi - e sicuramente è vero -, svelano caratteristiche del nostro carattere o del nostro stato d'animo. Naturalmente mi sono documentata per soddisfare qualche curiosità verso questo affascinante argomento, che per alcuni aspetti paragono ai sogni che, correttamente interpretati possono svelarci aspetti di noi che non conosciamo o che semplicemente non vediamo.
Attenzione, però, sono sempre gli psicologi ad avvertirci che interpretare questi segni è compito della grafologia e si tratta di un procedimento piuttosto complesso, perciò credere che basti osservare un disegnino per capire cosa ci passi per la testa sarebbe semplicistico o addirittura ingenuo.
Dai miei approfondimenti, che ho sintetizzato e che spero possano essere utili anche a chi ha la bontà di leggermi, emerge quanto segue:
Il soggetto:
- ripetere sempre lo stesso disegno rappresenta un gesto rassicurante per chi lo compie
cambiare spesso soggetto ci troviamo
dinanzi a persone più aperte alle novità
- disegnare il profilo delle montagne con il
sole al tramonto può essere indice di forte
attaccamento alla madre
- le palme svelano la ricerca di evadere in un
mondo paradisiaco, un' oasi di tranquillità
- i labirinti denotano la necessità di venir
fuori da una situazione ingarbugliata, o
semplicemente troppo statica, - che ci sta stretta
- la casa segnala bisogno di sicurezza
- il sole bisogno di affetto
- la luna e le stelle ottimismo e ambizione
- i cerchi sincerità
- il cuore romanticismo
- le forme geometriche, i reticolati e le grate una mente
razionale e logica che lascia poco
spazio alla fantasia
- le farfalle, le barchette e le figure evanescenti e delicate
indicano fantasia, immaginazione
- i mezzi di trasporto voglia di partire o di allontanarsi da una
situazione poco piacevole
- le spirali stress, stanchezza mentale
- annerire gli occhielli ansia, insicurezza
- scrivere continuamente la propria firma? è il segnale della necessità di auto affermarsi,
di ricordare agli altri "io ci sono!"
- ripetere sempre lo stesso disegno rappresenta un gesto rassicurante per chi lo compie
cambiare spesso soggetto ci troviamo
dinanzi a persone più aperte alle novità
- disegnare il profilo delle montagne con il
sole al tramonto può essere indice di forte
attaccamento alla madre
- le palme svelano la ricerca di evadere in un
mondo paradisiaco, un' oasi di tranquillità
- i labirinti denotano la necessità di venir
fuori da una situazione ingarbugliata, o
semplicemente troppo statica, - che ci sta stretta
- la casa segnala bisogno di sicurezza
- il sole bisogno di affetto
- la luna e le stelle ottimismo e ambizione
- i cerchi sincerità
- il cuore romanticismo
- le forme geometriche, i reticolati e le grate una mente
razionale e logica che lascia poco
spazio alla fantasia
- le farfalle, le barchette e le figure evanescenti e delicate
indicano fantasia, immaginazione
- i mezzi di trasporto voglia di partire o di allontanarsi da una
situazione poco piacevole
- le spirali stress, stanchezza mentale
- annerire gli occhielli ansia, insicurezza
- scrivere continuamente la propria firma? è il segnale della necessità di auto affermarsi,
di ricordare agli altri "io ci sono!"
- marcato indica vitalità ed esuberanza,
- debole e delicato sensibilità.
Orientamento del disegno sul foglio
- verso destra segnala un atteggiamento
positivo e ottimista verso il nuovo, il non
conosciuto, un animo da esploratore
- verso sinistra siamo più introversi, abipositivo e ottimista verso il nuovo, il non
conosciuto, un animo da esploratore
tudinari, timidi e indecisi.
Le linee
- rette e gli angoli sono proprie di personalità decise che, portate all'eccesso, possono dimostrarsi poco disponibili ed intransigenti
- linee curve segnalano, al contrario, disponibilità ed apertura verso le novità.
Ecco, questo affermano gli psicologi e io ho qualche dubbio, non come rivelatori degli stati d’animo del momento in cui li disegno, ma per quanto riguarda la mia personalità, sì, perché i soggetti suindicati li disegno tutti (tranne le palme, la luna e le stelle, raramente il sole) istintivamente, quasi sempre, comincio con un fiore o con l’occhio; il tratto è quasi sempre marcato, le linee quasi sempre curve, l’orientamento del disegno sul foglio per me non esiste: orizzontale e inizio sempre dal centro e devo riempire tutto il foglio.
La mia firma? preferisco mettere le iniziali dei nomi dei componenti la mia famiglia (RBDS) e da esse partire per “costruirci” un mondo di linee curve, ghirigori, svolazzi e quant’altro, fino a riempire tutta la pagina.
L’idea invece che mi son fatta è un’altra (forse perché mi fa comodo): sono nata, ho vissuto, ho frequentato e vivo in case le cui pareti sono interamente riempite di quadri (realizzati dal mio caro nonno artista); ho vissuto in un ambiente in cui si vedevano solo chiese affrescate (sempre dal mio caro nonno artista); laddove non ci sono quadri ci sono librerie stracolme di libri di arte, perciò penso che questo mio bisogno di “riempire i vuoti”, che per me è proprio un’esigenza fisica, dipenda dall’essere vissuta, cresciuta e ancora adesso in casa mia, vivo avvolta, coperta da un “pieno colmo” non da un “vuoto da colmare”.
Non è che invece dello psicologo ho bisogno di uno psichiatra?
Questi che ho inserito sono solo alcuni dei miei pensieri spettinati.
Ciao a tutti!
Questi che ho inserito sono solo alcuni dei miei pensieri spettinati.
Ciao a tutti!