lunedì 18 luglio 2011

Pensieri spettinati

C’è chi li chiama scarabocchi, chi li ingentilisce come ghirigori, chi esoticamente  doodles , chi più coerentemente grafismi…  io li chiamo pensieri spettinati. Cosa sono?
Premetto che se vedo una pagina bianca devo riempirla, non amo gli spazi vuoti, anche i muri mi piacciono disegnati, perciò adoro i murales e i graffiti writing, che considero arte allo stato puro, perché il desiderio proviene da lontano, basti pen­sare ai segni che i nostri ante­nati hanno lasciato sulle pareti delle grotte preistoriche e grazie ai quali sappiamo da dove veniamo.
 Bastano un pezzetto di carta e una penna (preferibilmente viola, con inchiostro viola), una riunione,  un consiglio di classe, un collegio docenti, una lezione di un corso di aggiornamento, una telefonata che si protrae qualche minuto in più,  e la mia mano parte inconsapevolmente a tracciare linee, quadratini, cuoricini, case, fiori, paesaggi e quant'altro.
Questo gesto incon­scio ed automatico non indica, come frequentemente si crede, distrazione o scarso interesse per ciò che  sto ascoltan­do, ma piuttosto è un modo per concentrarmi meglio, per non distrarmi all’ascolto, per scaricare la tensione della mia iperattività. Quando, invece,  sono deconcetrata o annoiata mi viene da grattarmi e massaggiarmi la testa, mi tocco i capelli, li stiro, li arriccio, rendendoli partecipi alla mia noia del momento.
 Compro simpatici quadernetti coloratissimi,  a quadretti o lisci  per disegnare i miei pensieri spettinati: durante le riunioni alcuni colleghi mi prendono in giro, altri apprezzano , la preside mi osserva preoccupata, ma a tutti ho spiegato che è il mio modo di concentrarmi.
Questo bisogno inconscio di scarabocchiare come e cosa, secondo gli psicologi - e sicuramente è vero -,  svelano caratteristiche del nostro carattere o del nostro stato d'animo. Naturalmente mi sono documentata  per soddisfare qualche curio­sità verso questo affascinan­te argomento, che per alcuni aspetti   paragono ai sogni che, correttamente interpretati possono svelarci aspetti di noi che non cono­sciamo o che semplicemente non vediamo.
 Attenzione, però, sono sempre  gli psicologi ad avvertirci che  interpretare questi segni è com­pito della grafologia e si tratta di un procedimento piuttosto complesso, perciò credere che basti osservare un disegnino per capire cosa ci passi per la testa sarebbe semplicistico o addirittura ingenuo.
Dai miei approfondimenti, che ho sintetizzato e che spero possano essere utili anche a chi ha la bontà di leggermi, emerge quanto segue:
Il soggetto:
- ripetere sempre lo stesso disegno rappresenta un gesto rassicurante per chi lo compie
  cambiare spesso soggetto ci tro­viamo  
  dinanzi a persone più aperte alle novità
- disegnare il profilo delle montagne con il  
    sole al tramonto può es­sere indice di forte 
    attaccamen­to alla madre
- le pal­me  svelano la ricerca di eva­dere in un
  mondo paradisia­co, un' oasi di tranquillità
- i labirinti denotano la necessi­tà di venir
  fuori da una situa­zione ingarbugliata, o
  sempli­cemente troppo statica,  - che ci sta stretta
- la casa segnala bi­sogno di sicurezza
- il sole bi­sogno di affetto
- la luna e le stelle ottimismo e ambizione
- i cerchi sincerità
- il cuore ro­manticismo
- le forme geome­triche, i reticolati e le grate una mente
  razionale e logica che lascia poco 
  spazio alla fanta­sia 
 - le far­falle, le barchette e le figure evanescenti e delicate
   indicano fantasia, immaginazione
- i mezzi di trasporto voglia di partire o di allontanarsi da una  
  situazione poco piacevo­le
- le spirali stress, stanchez­za mentale
- annerire gli occhielli an­sia, insicurezza
- scrivere continuamente la pro­pria firma? è il segnale della necessità di auto affermar­si, 
  di ricordare agli altri "io ci sono!"
Il tratto
- marcato indica vitalità ed esuberanza,
- debole e delica­to sensibilità.
Orienta­mento del disegno sul foglio
- verso destra segna­la un atteggiamento
  positivo e ottimista verso il nuovo, il non 
  conosciuto, un animo da esploratore
- verso sini­stra siamo più introversi, abi­
   tudinari, timidi e indecisi.
Le linee
- rette e gli angoli sono proprie di personalità decise che, portate all'eccesso, pos­sono dimostrarsi poco  disponibili ed intransigenti
- linee curve segnalano, al contrario, disponibilità ed apertura ver­so le novità.
 
Ecco, questo affermano gli psicologi e io ho qualche dubbio, non come rivelatori degli stati d’animo del momento in cui li disegno, ma per quanto riguarda la mia personalità,  sì, perché  i soggetti suindicati li disegno tutti (tranne le palme, la luna e le stelle, raramente il sole) istintivamente, quasi sempre, comincio con un fiore o con l’occhio; il tratto è quasi sempre marcato, le linee quasi sempre curve, l’orientamento del disegno sul foglio per me non esiste: orizzontale e inizio sempre dal centro e devo riempire tutto il foglio.
La mia firma? preferisco mettere le iniziali dei nomi dei componenti la mia famiglia (RBDS) e da esse partire per “costruirci” un mondo di linee curve, ghirigori, svolazzi e quant’altro, fino a riempire tutta la pagina.
L’idea  invece che mi son fatta è un’altra (forse perché mi fa comodo): sono nata, ho vissuto, ho frequentato e vivo in case le cui pareti sono interamente riempite di quadri (realizzati dal mio caro nonno artista); ho vissuto in un ambiente in cui si vedevano solo chiese affrescate (sempre dal mio caro nonno artista); laddove non ci sono quadri ci sono librerie stracolme di libri di arte,  perciò penso che questo mio bisogno di “riempire i vuoti”, che per me  è proprio un’esigenza fisica, dipenda dall’essere vissuta, cresciuta e ancora adesso in casa mia, vivo avvolta, coperta da un “pieno colmo” non da un “vuoto da colmare”.
O no? Che ne pensate?
Non è che invece dello psicologo ho bisogno di uno psichiatra?
Questi che ho inserito sono solo alcuni dei miei pensieri spettinati.
Ciao a tutti!
 

sabato 16 luglio 2011

Alla fine...pioverà!

Non amo molto la televisione, la sera preferisco leggere, anche perché è l’unico momento della giornata, soprattutto nel periodo scolastico, in cui mi riesce di farlo. Seguo molto i notiziari, i tg, detesto i talk show, perché tutti urlano e si agitano, o i salotti con dame nullafacenti e spocchiose, mi piacciono i documentari sulla natura e quelli tecnico-scientifici, impazzisco per Blob (rai3 ore 20,05) perché con ironia , satira e sarcasmo commenta i fatti del Bel Paese, seguo con interesse Fazio, un posto al sole e qualche film.
Per  non essere “fuori dal tunnel” ho installato di recente anche il decoder, per avere più scelta nella selezione dei programmi. Quello mi mancava! Tra i tanti canali italiani, posso spaziare anche in quelli esteri e, anche se non capisco la lingua, le immagini mi portano comunque a fare delle differenze tra le nostre tv e quelle straniere. A cominciare dalla sinteticità e la concisione delle parole. In questo nostro logorroico paese, dove per dire affermo si dice non posso non riconoscere e nei bagni degli alberghi si trovano sacchetti di plastica in diverse lingue e mentre in inglese si legge "bag for sanitary pads",  in italiano "si prega vivamente di depositare in questo sacchetto gli eventuali assorbenti igienici", anche la televisione si adegua. Ho cronometrato mentalmente le sigle dei tg: dai 14 secondi quella francese agli 8, dico 8, quella svizzera, mentre la nostra, fra trombe e consonanti che esplodono sullo schermo come un festoso fuoco pirotecnico, sfiora i 20.
Ma perché ne vogliamo parlare delle sigle che trionfano per annunciare la  pubblicità? Mentre le Tv straniere riducono all’osso nella prodigiosa intuizione che è tutto tempo sottratto ai programmi, da noi i siparietti, le farfalle i jingle e gli altri short vengono montati in solenni cornici in stile spaziale, oppure furoreggiano solidi geometrici che si ingrandiscono e si rimpiccioliscono, si sovrappongono fra arcani accordi di musica elettronica, si dividono in due, vengono tranciati da una riga, fanno una piroetta e si dissolvono nel tubo catodico…
Nelle previsioni  meteo surclassiamo largamente l’universo mondo televisivo: nelle altre nazioni si vede il profilo del paese e una incolore voce fuori campo annuncia laconicamente neve al sud, sole al nord, fra due giorni neve dappertutto, fra una settimana probabilmente andrà meglio e tornerà il sereno. Da noi colonnelli in divisa alcuni armati di bacchetta altre (ultimamente sono state inserite le quote rosa, senza divisa) alla guida di un touchscreen che smanettano con furore, partono sempre da lontano, come minimo dalle Azzorre o da un circoletto con la lettera A che per il momento sta sulla Groenlandia ma che, se il fronte anticiclonico in arrivo dall’Atlantico eviterà le masse d’aria umida provenienti dagli Urali potrebbe anche arrivare dalle nostre parti. E le correnti in quota oltre i diecimila? Allora diventa un thrilling emozionante: dunque prima di parlare dell’Italia si esplora il bacino del Mediterraneo, si spiega perché non si sono verificate le condizione di generale attenuazione dei fenomeni previsti, si accenna anche all’eventuale inclinazione dell’asse terrestre e a questo punto – ah, il tempo è tiranno! – la telenovela  metereologica volge al termine, si vede l’Italia con nuvoloni o sfere solari ovunque, venti meridionali e via …previsionando. Tanto alla fine...pioverà!
Anche questo logorroico piacere di parlare è una tipica caratteristica del popolo italiano che, in barba a tutte le antenne, le netiquette e bon ton, resta sempre il più simpatico e anche il linguaggio televisivo ne è una conferma.

  • La televisione è come la storia: c'è chi la fa e chi la subisce (Fabrizio De Andrè)


mercoledì 13 luglio 2011

"Millenni di convivenza inquinati dal continuo desiderio di trasformarli in quello che non sono e farli simili a noi"

"Gli animali contano più dei bambini"
                        Lunedí 11.07.2011 11:25

"La situazione in Italia è veramente paradossale: finanziamenti pubblici per ogni cane fino ad oltre cinque euro, quando le risorse che vengono destinate per ogni bambino in asilo sono di circa mezzo euro".
Proprio pochi giorni fa l'Alta Commissaria per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, ha puntato il dito contro la mancanza di fondi europei per i diritti umani. Pillay ha accusato l'Europa "di pensare più agli animali che ai grandi problemi": "La cifra che gli europei hanno speso per i loro animali domestici soltanto nel 2010 (56,8 miliardi di euro) basterebbe a finanziare l’intero sistema dei diritti umani, compreso il mio ufficio, per almeno 250 anni". Una denuncia dunque di una situazione sempre più contraddittoria: da una parte la scarsità di fondi per tutelare i diritti degli uomini, dall'altra una grande attenzione verso i diritti delle bestie”.

Questa è la notizia.
Come ho già postato qualche giorno fa, io amo e rispetto gli animali e per rispetto intendo che considero la loro “animalità”, il loro istinto, la loro aggressività naturale solo nell’ambiente naturale, laddove cioè la natura li ha inseriti.  Sono animali e quindi diversi da noi, ma sono contraria al "possedere" degli animali, inteso come umanizzazione degli stessi, per una necessità esclusivamente personale, che nulla ha a che vedere con le vere necessità dell'animale.
Non mi piace l'umanizzazione forzata degli animali - come non mi piace la bestializzazione delle persone - trattandoli come figli, divenendo schiavi della loro presenza, ridicolizzarli rendendoli palesemente immagine dei nostri sfoghi personali, dei nostri fallimenti: essi non chiedono certo cucce tigrate o leopardate, non chiedono collarini con lo strass e non necessitano di griffe sul cappottino, né vogliono essere esibiti come trofei nei salotti bene per la loro esoticità. Non mi piacciono i circhi, dove gli animali vengono sedati e sono sottomessi alla volontà del domatore; non mi piacciono le mostre di animali che vengono fatte ogni tanto e dove cani, gatti, criceti, persino conigli, vengono trattati come top model: shaampati, pettinati, boccolati, cotonati, profumati, ma, signori miei, ma stiamo parlando di  animali o del backstage per la selezione di miss Italia, velina, letterina?
Che belli quei documentari televisivi dove si vedono animali liberi! Sono nel loro habitat naturale, liberi di correre, di rincorrere le prede...liberi, non schiavi dell’uomo! non codificati da leggi, senza la mutua (sì, c’è una legge in Italia che prevede la mutua, , ovviamente veterinaria, per cani, gatti e altri "animali d' affezione", analoga alla nostra mutua medica); privi della sedia a sdraio (pensa te!…sono nate anche le spiagge per animali…).
Quanti soldi vengono investiti per gli animali? Basta leggere le cifre riportate nell’articolo e a me, che non ho animali in casa, vengono i sensi di colpa e istinti rabbiosi, animaleschi, appunto, pensando a quanti bambini al giorno nel mondo muoiono di fame; a quanti più vicini a noi devono lavorare per aiutare le famiglie povere che, quasi sempre, però, accolgono nelle loro case bastardini senza orpelli e senza mutue; a quanti pensionati devono sbarcare il lunario con una manciata di euro al mese; a quanti animali randagi sono per le strade, perché i Comuni non hanno soldi per metterli nei canili e dar loro una vita di “animali” più dignitosa, e via discorrendo.
Ovviamente il post è indirizzato ai casi estremi e non a chi per amore li coccola, chi prepara una calda casettina, chi si consola con essi per vincere la solitudine,...quello è amore pulito, non invadente, non possessivo...e va ben distinto dall'amore egoistico.
Con obiettività estrema credo che la distinzione tra amarli e possederli sta alla base di chi li ha...comprendere come vivere il rapporto con loro, senza andare oltre al coerente e al normale rapporto uomo-animale.
Ricordo sempre una frase di Papa Giovanni Paolo II che durante un’omelia ricordava alla folla osannante:” …ricordate nelle Vs azioni quotidiane…soprattutto l’uomo…”

"Quanto ancora e' forte, invece, la tendenza a umanizzarli, inventandoceli a nostro uso e consumo, invece di imparare a conoscere gli animali per quello che sono? Osservare, rispettare e apprezzare la diversità dei comportamenti, degli istinti, delle intelligenze: é questa l' unica strada per conoscere gli animali". Danilo Mainardi





domenica 10 luglio 2011

TRA LE RIGHE



E ora permettetemi di fare un pò di pubblicità alla Libreria "TRA LE RIGHE" di Pisa, gestita da mia figlia Stefania, insieme a Leonardo. Li saluto affettuosamente.


La libreria Tra le Righe nasce nel 1997 nel centro storico di Pisa a due passi dall'Università e da piazza dei Cavalieri. Da sempre ci distinguiamo per l'attenzione rivolta ai piccoli editori e alle tematiche politico-sociali: abbiamo inoltre un ricco settore di saggi storici e filosofici, classici e contemporanei.
Per quanto riguarda la narrativa ci teniamo particolarmente a scegliere le letture secondo i nostri gusti e quelli dei nostri clienti, curandone anche l'esposizione e consigliando man mano i libri che ci hanno colpito e affascinato. Abbiamo, in questi anni, costruito collaborazioni con diverse realtà dell'associazionismo culturale e politico locale con le quali spesso organizziamo iniziative, presentazioni di libri e discussioni pubbliche. Inoltre, chi ci viene a trovare ha anche la possibilità di prendersi un buon caffè al bar dei Cavalieri, direttamente collegato alla libreria, dove troverà anche i quotidiani del giorno.


LIBRERIA TRA LE RIGHE
VIA CORSICA 8
PISA
TEL. E FAX: 050-830177

libreriatlr@yahoo.it

Chi sono? Chi sei? (lo specchio analista)

E' l'ultimo libro regalatomi da mia figlia e l'ho trovato molto profondo. Pubblico un breve stralcio che ho scaricato dalla rete...

Se vuoi l'integrazione, devi sapere chi vuoi integrare. Lo specchio rimanda l'immagine, ma l'immagine non modifica lo specchio. Tu non sei né lo specchio, né l'immagine nello specchio. Puoi lucidarlo per renderlo trasparente, e poi ti ci guardi dentro. L'immagine che ti rimanderà, non sei tu; tu sei l'osservatore dell'immagine. Capisci bene: qualunque cosa tu percepisca, non sei quello. Poiché puoi vedere sia l'immagine che lo specchio, non sei nessuno dei due. Chi sei? Non pensare per formule. La risposta non è nelle parole. L'enunciazione più adatta è: "io sono ciò che rende possibile la percezione", la vita stessa, oltre lo sperimentatore e la sua esperienza. Ed ora, distanziati sia dallo specchio che dall'immagine, e resta solo, fermo.
Quanti sono i tuoi processi automatici? Digerisci, fai circolare il sangue e la linfa, muovi i muscoli, e poi percepisci, senti, pensi senza sapere come e perché. Analogamente, sei te stesso senza saperlo. Non c'è nulla di sbagliato in te in quanto te stesso, il quale è come deve essere. Lo specchio invece non è chiaro e verace, e perciò ti dà delle false immagini: non devi correggerti ma solo mettere a punto la tua idea di te stesso. Impara a distanziarti dall'immagine e dallo specchio; allenati a ripetere: "Non sono la mente, non sono le sue idee". Se lo fai con pazienza e convinzione, arriverai a vederti direttamente come la fonte eterna e universale dell'essere-conoscenza-amore. Tu sei l'infinito, concentrato in un corpo. Per ora vedi solo il corpo. Se insisti, arriverai a vedere solo l'infinito. Ogni esperienza è necessariamente transitoria. Ma ha un fondo immutabile. Nulla che si possa definire un evento, è destinato a durare. Però alcuni eventi purificano la mente e altri la intorbidano. Istanti di profonda intuizione, di amore illimitato purificano la mente; invece i desideri e le paure, le invidie e l'ira, le credenze cieche e l'arroganza intellettuale inquinano e intorpidiscono la psiche. Senza l'autorealizzazione sarai consumato dai desideri e dalle paure che si rinnovano futilmente. I più ignorano che si può arrestare il dolore. Ma, una volta udita la buona novella, bisogna immediatamente porsi al di sopra di ogni conflitto. Ora sai che puoi essere libero, e che dipende da te. Hai due alternative: sarai per sempre torturato dalla fame e dalla sete, spinto dal desiderio a cercare, afferrare, trattenere, in un gioco di perdite e rimpianti, o ti inoltrerai nella ricerca appassionata dello stato d'immutabile perfezione, cui nulla si può aggiungere e nulla sottrarre. I desideri e le paure dileguano, non perché vi si sia rinunciato, ma perché hanno perso ogni senso. Non devi "fare". Sii e basta. Non c'è da scalare montagne o giacere in caverne. E neppure ti dico: "Sii te stesso", giacché non ti conosci. Limitati a essere. Non sei né il mondo "esterno" dei percepibili, né quello "interno" dei pensabili, né il corpo né la mente. Non ci si accosta per gradi. Accade, ed è irreversibile. Ruoti in una nuova dimensione, dalla quale i vecchi abiti mentali appaiono vuote astrazioni. Come al sorgere del sole si vedono le cose come sono, così, nell'autorealizzazione, tutto si mostra com'è, lì mondo delle illusioni è lasciato alle spalle. Non è l'esperienza della realtà, bensì dell'armonia dell'universo.

"Io sono Quello" di Nisargadatta Maharaj

La storia delle cose

E' questo il mio video preferito,ogni anno lo sottopongo alla visione dei ragazzi di 2^media: ritengo, infatti, che a 12 anni - l'età della famosa tempesta ormonale, in cui entrano nella preadolescenza e cominciano a porsi tante domande sulla vita, sulle cose e cominciano ad osservare meglio la realtà che li circonda - sia l'età giusta per far maturare in loro quel "pensare verde" di cui parlavo nel post di ieri. Buona visione.
NB: potete apporre le vostre preferenze in calce al post. Grazie

venerdì 8 luglio 2011

Natural...Mente




Oggi mi sento ambientalista e vorrei parlare di come intendo io il rispetto per l’ambiente:
non inquino (solo in casa mia perché fumo)
non spreco inutilmente acqua e corrente elettrica
  • non giro a vuoto con la macchina (ho l’impianto GPL e viaggio in treno)
  • pratico la raccolta differenziata ( che poi vado a scaricare nelle campane in città, perché nel luogo in cui risiedo non s’ha da fare la RD)
  • sono favorevole all’impiego di energie alternative ( tranne al nucleare)
  • sono contraria agli OGM
  • amo le piante, in particolare gli alberi
  • rispetto gli animali (tranne serpi, serpenti, ragni vari che sì, lo so, sono necessari all’ecosistema, ma è meglio che vanno ad ecosistemarsi lontani da me)
  • sono per il commercio equo e solidale
  • porto da mangiare al gattone che staziona sotto casa ( l’ho chiamato Ernesto … chissà perché?)
  • odio il randagismo (dei cani) e chi ne è la causa
  • odio quelli che usano gli animali come status symbol
… e via elencando
Premetto che sono contraria ad ogni forma di estremismo, anche se pacifista e non violenta,a maggior ragione quando si parla d’ambiente.
In particolare mi danno fastidio quelli che:

  • si sono buttati anima e corpo nella nuova dottrina ambientalista cavalcando con successo la tolleranza-zero attraverso l’uso del sensazionalismo, della disinformazione e della menzogna.
  • sono contro il commercio (torniamo al baratto?)
  • sono luddisti, sono cioè contro le macchine, la scienza e la tecnologia, che sono viste come innaturali
  • sono contro l’antropocentrismo, cioé anti-genere umano: gli uomini sono il cancro sulla terra ( infatti dicono “di tutte le componenti di un ecosistema, l’uomo è l’unico che sappiamo essere completamente opzionale”)
  • sono anti-civilizzazione: proiettano una candida visione di ritorno ad una utopica esistenza nel giardino dell’Eden, dimenticando che nel passato la gente viveva mediamente 40 anni e non c’erano cardiologi, né dentisti, né chirurghi
  • umanizzano gli animali nei comportamenti e negli stili di vita
  • non propongono la benché minima e valida alternativa per soddisfare i bisogni di 6,5 miliardi di persone (7 dal prossimo ottobre 2011, secondo le ultimissime stime)
  • usano e hanno usato la difesa dell’ambiente per avversare vari tipi di interventi, spesso senza conoscenze scientifiche adeguate per comprendere le reali implicazioni sull’ambiente stesso.
  • intervengono con la violenza nelle manifestazioni pacifiche altrui
  • sostengono che le pale eoliche deturpano l’ambiente e non consentono la nidificazione del nibbio
  • sostengono che bisogna usare le automobili a Idrogeno (senza sapere che nel mondo circolano circa 900milioni di vetture e che l’Idrogeno produce tanto vapore acqueo e così il ciclo dell’acqua se ne va a farsi benedire … pioverebbe sempre!)
  • sostengono che bisognerebbe usare macchine elettriche (sempre per quel circa 900milioni di vetture che circolano nel mondo, quanta energia ci vorrebbe per caricare le batterie di queste macchine?)
  • svolgono un ruolo politico o di supporto a partiti politici assumendo atteggiamenti e posizioni contraddittorie in relazione a mutevoli interessi di gruppo o di lobbies che niente hanno a che vedere con la difesa e valorizzazione dell’ambiente e della salute.
… e via estremizzando.
E’ inutile sottolineare che le tematiche ambientali interessano tutti noi e devono essere affrontate, studiate e comprese con rigore scientifico per giungere ad una conoscenza trasparente, che deve rappresentare la base su cui fondare linee di intervento tese a garantire la nostra salute, la conservazione e valorizzazione delle risorse ambientali e naturali autoctone di importanza strategica per coloro che vivono attualmente e che vivranno nel prossimo futuro. In tutto questo, secondo me, la scuola (eccola!) ha un ruolo di fondamentale importanza per sensibilizzare le nuove generazioni a “pensare verde”, cioè a sviluppare quegli atteggiamenti e assumere quegli stili di vita consoni alla salvaguardia dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile.
Senza estremismi, così. .. naturalmente.
Buon ambiente a tutti!














mercoledì 6 luglio 2011

Gli Italiani visti dagli Europei

Oggi il mio spirito patriottico non vuole abbandonarmi. Guardate questo video simpaticissimo: attivate l'audio, osservate bene le vignette e rispondetemi: siamo o no un popolo speciale? Viva gli Italiani!!!

Omaggio all'Italia

Oggi mi sento patriottica (ho appena letto un articolo sui festeggiamenti statunitensi per l'Indipendence day...) e affido a Ligabue il compito di far capire quant'è importante la nostra Italia. Leggete il testo della canzone e godetevi il video... e ricordiamoci che siamo sempre Italiani, non solo ogni 50 anni!

Di canzone in canzone
di casello in stazione
abbiam fatto giornata
che era tutta da fare
la luna ci ha presi
e ci ha messi a dormire
o a cerchiare la bocca
per stupirci o fumare
come se gli angeli fossero lì
a dire che si
è tutto possibile

Buonanotte all’Italia deve un po’ riposare
tanto a fare la guardia c’è un bel pezzo di mare
c’è il muschio ingiallito dentro questo presepio
che non viene cambiato, che non viene smontato
e zanzare vampiri che la succhiano lì
se lo pompano in pancia un bel sangue così
Buonanotte all’Italia che si fa o si muore
o si passa la notte a volerla comprare
come se gli angeli fossero lì
a dire che si
è tutto possibile
come se i diavoli stessero un po’
a dire di no, che son tutte favole

Buonanotte all’Italia che ci ha il suo bel da fare
tutti i libri di storia non la fanno dormire
sdraiata sul mondo con un cielo privato
fra San Pietri e Madonne
fra progresso e peccato
fra un domani che arriva ma che sembra in apnea
ed i segni di ieri che non vanno più via
di carezza in carezza
di certezza in stupore
tutta questa bellezza senza navigatore
come se gli angeli fossero lì
a dire che si
è tutto possibile
come se i diavoli stessero un po’
a dire di no, che son tutte favole

Buonanotte all’Italia con gli sfregi nel cuore
e le flebo attaccate da chi ha tutto il potere
e la guarda distratto come fosse una moglie
come un gioco in soffitta che gli ha tolto le voglie
e una stella fa luce senza troppi perché
ti costringe a vedere tutto quello che c’è
Buonanotte all’Italia che si fa o si muore
o si passa la notte a volersela fare...