domenica 10 maggio 2009

ho letto un libro che...




L’Islam ci è sconosciuto o quasi, o ci è conosciuto per discutibili approssimazioni

Ho avuto la fortuna di conoscere Giuseppe Berardi nel novembre del 2008, quando è venuto a scuola per chiedere al Dirigente l'aiuto di qualche insegnante per districarsi in quella ragnatela complicata che è Internet, per una pubblicazione che stava realizzando sul mondo islamico. Il Dirigente gli ha fatto il mio nome ed io, in verità, un pò mi sono sentita onorata di poter collaborare, e dall'altra parte, però, mi sono sentita subito "incapace" e non adatta a questo tipo di collaborazione. Ma, si sa, quando poi le cose ti piacciono è come se dentro ti si accendesse una fiaccola, che ti spinge ad informarti, documentarti, aggiornarti su quanto ti viene gentilmente richiesto. Siamo entrati subito in "empatia", io e Giuseppe Berardi e, anche se la mia collaborazione è stata finora minima, sono contenta di poter scrivere di lui e del suo libro che si intitola:
" Ti racconto l'Islam "
Ma chi è Giuseppe Berardi?
E' un medico internista che non si limita ad esercitare la sua professione solo per gli assistiti "paganti"...no, è uno di quei medici "senza frontiere", come si dice oggi per essere "in", ma che esercita la sua solidarietà lontano dai riflettori, non frequenta i salotti televisivi di “illuminati conduttori”: lui compie il suo lavoro con convinzione e questa sua passione è la motivazione che lo spinge ad iniziative di solidarietà in "aree critiche", dove porta le sue conoscenze professionali: Iraq, Malawi, India, Mongolia, Iran, Egitto e Mozambico.
Il suo spirito nomade lo spinge a viaggiare nei luoghi più remoti del pianeta, arricchendo il suo cammino con eventi e significati che "lo colorano mentre lo si percorre".
E la sua pubblicazione è nata proprio dal contatto con popoli diversi e culture orientali, col desiderio di far conoscere, comprendere, accogliere, integrare nel mondo occidentale, quella cultura islamica la quale, dopo i tragici fatti dell'11 settembre ha fatto nascere dubbi, false credenze, timori. marcando ancor di più, se possibile, il confine tra Oriente e Occidente.
Quando Giuseppe Berardi mi ha consegnato la prima bozza del libro, pregandomi di leggerlo e di scrivere le mie impressioni, ho capito subito di trovarmi di fronte ad un testo sobrio, di facile lettura, comprensibile anche per chi si avvicina a questo argomento con molte riserve mentali, solo perchè si parla di altra religione, altra cultura, mondo "altro". E, vuoi per deformazione professionale, vuoi perchè il testo mi ha convinto per la sua completezza, senza mai essere noioso, ho subito pensato che sarebbe un testo utilissimo da proporre in classe ai ragazzi delle Scuole superiori.
Anch'io, prima di accostarmi alla lettura del testo, nutrivo un po’ di scetticismo perché, da buona occidentale e convinta cristiana cattolica praticante, avevo una visione dell’Islam offuscata dai pregiudizi e dall’informazione distorta che, insieme ai soliti luoghi comuni, non mi hanno certo aiutata e invogliata a conoscere e comprendere il mondo musulmano nella sua interezza.
Questo libro, al contrario, mi ha offerto la possibilità di capire l’Islam e, attraverso la sua storia, di conoscere i fondamenti dei suoi valori e della sua spiritualità, perché si discosta dalle letture integraliste e dalle semplificazioni che spesso l’informazione mediatica ci propone, pur non essendo di parte.
L’autore, infatti, attraverso una piacevole e interessante lettura, traccia un percorso che guida il lettore, oltre che a fare chiarezza sulla storia dell’Islam, a constatare la vicinanza di un Occidente e un Oriente legati da numerosi elementi comuni, dove l’aspetto tradizionale dell’Islam e la spinta alla modernità dell’Europa, sembrano potersi conciliare.
Il testo è di facile e comprensibile lettura, consigliabile, perciò, ad essere divulgato tra i giovani, per divulgare la tolleranza, sgombrando la conoscenza da dubbi, timori e false credenze, per evitare di marcare ancora di più il confine tra Occidente e Oriente.
Il testo è corredato da un DVD, che è la testimonianza viva dei percorsi che il "nostro" viaggiatore instancabile ha realizzato e realizza, proprio in quei luoghi "caldi": sono immagini di volti, luoghi, paesaggi, che colpiscono chiunque, non solo per la nitidezza, ma perchè da esse trapela l'esigenza dell'individuo di voler andare "oltre" per conoscere se stesso, per ritrovare quel se stesso che sembrava perduto ma che, colori, odori, suoni, lo riportano a ritrovare quell'identità che il mondo frenetico di oggi, quella globalizzazione che vorrebbe renderci tutti uguali, ma che ci differenzia sempre più, sembra perdersi alla ricerca di cose vuote e inconsistenti.
Ecco, queste sono le emozioni che ha suscitato in me l'opera e ringrazio Giuseppe Berardi per averlo permesso.