sabato 21 marzo 2015

Gesù o Barabba?

Sono tante le notizie di cronaca, terribili e incommentabili da parte mia, che ogni giorno i media ci vomitano addosso, tanto che verrebbe voglia di spegnere tutto, non ascoltare e leggere niente più, perché sono cronache che incutono solo paure e panico nella mente delle persone. Ci sono però alcune notizie che, più di altre, in questi ultimi giorni, hanno attirato la mia attenzione: quella relativa alla legge anticorruzione,  e i quattro milioni di italiani che usano la raccomandazione come routine quotidiana..
Mi chiedo: è lecito rubare in Italia? Pare proprio di si, visto che è da ben 700 giorni che la legge anticorruzione è ferma al Senato. Non interessa a nessuno curare il male. Perché è incurabile. Siamo così noi italiani: una pacca sulla spalla, un tira a campà, un lascia il mondo come sta, un volemose bene, una mano lava l’altra e via corrompendo. E in questo magna magna generale c’è chi s’indigna, perché vorrebbe esserci lui tra i magnaccioni e chi giustifica, lascia correre perché nel suo piccolo, o nel suo grande,  fa lo stesso.
Non c’è un settore, sia pubblico che privato che non è travolto dall’onda della corruttela, il denaro è tentatore piace a destra, a centro, a sinistra, al clero, agli industriali, ai tecnici, ai magistrati,ecc…
Gli esponenti politici del nuovo che avanza dicono sempre che c’è da cambiare e che nulla sarà come prima. Sarà… ma ormai l’etica e la morale sono una pozione magica che andrebbe sì inculcata dalla scuola primaria, ma dai grandi dovrebbe arrivare l’esempio. Chi fa il politico, l’industriale, il sindaco o l’allenatore non può navigare e godere nella sporcizia. E soprattutto non può giustificarsi con un semplice “non ne sapevo niente”, con meschine vie di mezzo, uscite e ritorni di sicurezza o riabilitazioni amichevoli e fraterne. Non si può e non si deve, insomma, essere cacciati dalla porta e rientrare dalla finestra. Non più. Si è toccato il fondo in ogni settore, in ogni campo…ma soprattutto è la morale che ha toccato un fondo putrido e maleodorante. Ma … siamo italiani, il nostro mancato impegno a risolvere la corruzione è genetico, salvo poi stupirci, meravigliarci, esecrare, criticare con ipocrisia “l’andazzo generale”.
E i quattro milioni di italiani che dichiarano di usare la raccomandazione? E certo!... un regalino, in cambio di favori, al dirigente pubblico o al figlio del ministro non si nega mai. In tutte le professioni ci sono la caste e i blasoni familiari che la fanno da padroni….
Tra un po’ sarà Pasqua, poi il Giubileo. Speriamo che tra peccato e confessione, lo Spirito Santo ci dia una mano e, di fronte alla chiama “Barabba o Gesù’”, il popolo scelga quello giusto.



giovedì 19 marzo 2015

A tutti i papa'

Auguri a tutti i papà, a chi lo è stato e a chi non se l'è sentita di esserlo.

Tanti auguri ai papà assenti, a quelli che lo sono stati solo in un certificato, a quelli con i rimorsi e i rancori, a quelli che la vita l’hanno donata ma non sono stati in grado di caricarsela sulle spalle e crescerla... per paura, per irresponsabilità.

Auguri ai papà dalle mani ruvide, quelli “forti” orgogliosi, quelli che non piangono mai, e a quelli che hanno pianto una sola volta nella vita, accompagnando all’altare la propria figlia.

Auguri ai papà dai cuori nascosti, quelli che non dicono mai ti voglio bene ai figli, ma che dentro al loro cuore hanno sempre avuto tanto amore,  quelli che non si “emozionano” mai, ma hanno il cuore tenero come il burro.

Auguri ai papà chiusi in gabbia, quelli che hanno donato la libertà ai propri figli, quelli che oggi sognano di essere liberi, per riscattarsi, perché hanno sbagliato, a quei papà che vogliono esserlo sempre, comunque vada la vita. 

Auguri ai papà stanchi, quelli che tornano tardi, quelli che si spaccano la schiena rinunciando alla compagnia dei propri figli, per necessità, per amore, a quelli lontani dai propri figli, quelli che noi figli li abbiamo visti e sentiti solo con il bacio della buonanotte.

Auguri ai papà che sono diventati nonni, che noi figli abbiamo riscoperto diversi, quasi a non riconoscerli più, e scoprirne in loro, quei lati dolci, quasi estranei. 
Auguri ai papà intelligenti, quelli divorziati, che non hanno rinunciato ad esserlo, che non si sono persi nessun momento, nessuna emozione, per un amore che non è stato. Auguri ai figli dei papà, noi che da figli non li abbiamo mai compresi, e adesso che lo siamo diventati, ne abbiamo capito la figura e il significato. 

Auguri a chi papà non lo è diventato per natura, ma lo è stato lo stesso crescendo un figlio venuto da lontano, a chi non ha visto il colore della pelle, le differenze, a chi ha lottato per esserlo donando amore.
Auguri a chi è papà, e un papà non ce l’ha più, a chi lo bacia attraverso una foto, a chi non ha fatto in tempo a dirgli ti voglio bene, a chi darebbe la vita oggi, per poterci anche solo per un attimo discuterci un po’, confrontarsi, e dimostrargli l’uomo o la donna che è diventato.

Auguri ai papà che sono andati via per sempre, lì oltre le nuvole, a quelli che ci proteggono ancora, a quelli che non hanno avuto la fortuna di vederci crescere, quelli che non vedremo mai spingere un passeggino al parco, auguri a loro, perché pur lontani sentiremo sempre la loro presenza nei nostri cuori.

Auguri a tutti i papà, perché non saranno mai come le mamme, ma il cuore di ognuno di loro verso i figli ha lo stesso amore. 

Auguri, infine, al mio papà che non c’è più, che mi ha dato la vita e  che è sempre con me.