mercoledì 29 febbraio 2012

Sotto la neve...


La neve si sta sciogliendo lenta, un tiepido sole fa capolino tra le nubi ancora tenaci e minacciose e si è tornati alla solita routine. Mi guardo intorno: quanti danni ha provocato questa nevicata storica!… non solo fuori, per le strade, nei boschi… ma anche nel prato di qualcuno … in cui è sbocciato un fiore strano, piccolo sì, ma strano assai. Non è un bucaneve, non assomiglia ad un gelsomino, non si vede, non profuma, ma è lì, silente, subdolo, in agguato … il suo desiderio è di rimanere lì, al calduccio, riparato, per crescere meglio, trasformarsi per poi aggredire, ma … poerello!!!.. è sbocciato nel prato sbagliato: già una schiera di giardinieri competenti  ed efficienti è pronto per estirparlo con tutti gli strumenti da giardinaggio idonei, per analizzarlo, distruggere il suo seme, annientarlo, irrorarlo con benefici anticrittogamici … e solo così si trasformerà in una splendida mimosa.JJJ

martedì 21 febbraio 2012

Prometti a te stesso

Ho ritrovato tra i migliaia di files che abitano nel mio pc questa meravigliosa promessa degli Scout e la voglio dedicare a tutti coloro che stanno vivendo un periodo difficile della loro vita...


PROMETTI A TE STESSO DI ESSERE COSÌ FORTE CHE NULLA POTRÀ DISTURBARE LA SERENITÀ DELLA TUA MENTE.

PROMETTI A TE STESSO DI PARLARE DI BONTÀ, BELLEZZA, AMORE AD OGNI PERSONA CHE INCONTRI, DI FAR SENTIRE A TUTTI I TUOI AMICI CHE C’È QUALCOSA DI GRANDE IN LORO;
DI GUARDARE AL LATO BELLO DI OGNI COSA E DI LOTTARE PERCHÉ IL TUO OTTIMISMO DIVENTI REALTÀ.

PROMETTI A TE STESSO DI PENSARE SOLO AL MEGLIO, DI ASPETTARTI SOLO IL MEGLIO, DI ESSERE ENTUSIASTA DEL SUCCESSO DEGLI ALTRI, COME LO SEI DEL TUO.

PROMETTI A TE STESSO DI DIMENTICARE GLI ERRORI DEL PASSATO PER GUARDARE A QUANTO DI GRANDE PUOI FARE NEL FUTURO, DI ESSERE SERENO IN OGNI CIRCOSTANZA, DI REGALARE UN SORRISO AD OGNI CREATURA CHE INCONTRI, DI DEDICARE COSÌ TANTO TEMPO A MIGLIORARE IL TUO CARATTERE DA NON AVERE TEMPO PER CRITICARE GLI ALTRI.

PROMETTI A TE STESSO DI ESSERE TROPPO NOBILE PER L’IRA, TROPPO FORTE PER LA PAURA, TROPPO FELICE PER LASCIARTI VINCERE DAL DOLORE.
                                             MA PER REALIZZARLO HAI BISOGNO DI DIO.

domenica 19 febbraio 2012

MIA/MIAO

Mia è la gattina di Stefania e la vediamo mentre legge "Il Manifesto", testata giornalistica importante che sta rischiando di chiudere. Mia partecipa al suo salvataggio con questa pubblicità che si può vedere sullo stesso giornale. Brava Mia!

giovedì 16 febbraio 2012

Il falso profeta

Ora lo devo dire, anzi scriverlo: ho aspettato prima di farlo proprio per vedere come sarebbe andata a finire. Parlo del caso Celentano, artista italiano che sa fare solo una cosa: cantare. E basta. Non fatelo parlare, per piacere, primo: non è capace; secondo: dice solo ca….., senza argomentare le sue tesi stupide e vuote quanto lui. Ci siamo da poco sbarazzati di un omuncolo che diceva di essere l’unto del Signore, il nuovo Cristo sulla terra ed ecco quest’altro che predica come un profeta. ma che predica, poi? ma tu lo capisci quando parla? parla??? biascica, altro che! sputacchia, beve mentre parla, il grande oratore!
E vogliamo parlare della sua strombazzata beneficenza? ma con quali soldi? fa beneficenza con i soldi del nostro canone! Altro che “pagherà 200mila euro di tasse, di tasca sua”… ma fatemi il piacere! Sapete come pagherà le tasse? Con gli altri soldi che incassa con gli sponsor, che hanno fatto a lotta e cazzotti per piazzare i loro spot durante i suoi interventi e gli incassi per la pubblicità superano di gran lunga le 200mila euro che pagherà di tasse! E si permette di predicare, di sdottorare sui preti (ho apprezzato solo l'accenno che ha fatto di don Gallo...ma il popolo sanremese lo conosce?), i frati, su come dovrebbero predicare il Vangelo, la critica, i giornali da chiudere, le offese ai giornalisti… ma dài, non è possibile.
E qualcuno si lamentò l'anno scorso del compenso preso da Roberto Benigni quando, nella stessa trasmissione, dallo stesso palco e in soli 20 minuti  raccontò al popolo italiano il Risorgimento, con parole, enfasi e trasporto come nessuno mai, o come quando recitò a memoria tutti i canti dell’Inferno dantesco… momenti di alta cultura televisiva, come non mai..
Ho visto l’intervento  sanremese su youtube, ho letto e sentito (per forza, non si scrive e non si parla d’altro in Italia in questi giorni!) e mi chiedo: ma 14 milioni e rotti di italiani come fanno a stare fino all’una di notte a sentire certe cose?
Però, ora che ci penso, la risposta me la so dare:  perché Sanremo è Sanremo…

sabato 11 febbraio 2012

Lettera aperta a...


Egregio Signor Sindaco,
sono il freddo, sono il gelo, sono la bufera, sono la NEVE..
Solitamente arrivo dal nord, ma non mi definisco nordista e posso creare molti disagi, come rovinare  feste e sagre paesane già programmate, a base di “cavatiell e carn’ ‘e puorc” . Però, che bello!...ho  imbiancato il Suo paese tanto da   farne una nuova, suggestiva cartolina.
Generalmente arrivo d'inverno, sempre, soprattutto nella Sua regione, ma, quest’anno ho fatto parecchio straordinario e sono arrivata abbondante anche in quelle che sembrano miti e che poi saranno ricordati come i più freddi inverni da 30 anni a questa parte, ma mai all'improvviso e inaspettata.
Sono educata e, perciò, vengo sempre annunciata dai metereologi (proprio come i personaggi di quel famoso libro di Van Slyke Helen “I visitatori devono farsi annunciare”… lo ha letto????), anche se poi in Italia ci pensano le prime pagine dei giornali, le aperture dei telegiornali, i comunicati della Protezione Civile, che nessuno si prende mai la briga di leggere con attenzione, ma che però poi Vi arrabbiate se non venite citati, mettendo ancor di più in risalto il poco peso politico che avete in Italia Voi amministratori di questa piccola e dimenticata Regione... ma forse essere dimenticati, isolati, Vi conviene...chissà!
Ma ritorniamo a me e al mio modo di fare , che Lei ben conosce. Di solito blocco molte persone in casa (soprattutto anziani, bambini, disabili… sepolti nella neve), ma solo qui mi è capitato di cadere lenta, inesorabile e, dopo 10 giorni sono ancora qui, candida, copiosa, perché nessuno è venuto a caricarmi sui camion, nessuno mi ha strapazzato con una turbina, nemmeno un militare ha violentato con le sue orme il mio manto vergine…(ma, già, come possono raggiungermi se c’è un ponte rotto che ha interrotto tutte le comunicazioni dal lontano ottobre 2011?), nessuno ha provato a condirmi con un po’ di sale..  ( è vero, giusto, ha ragione: il sale rovina il manto stradale e poi...chi lo rifà?…) e , perciò, sono ancora qui, senza starnazzare da un programma tv all'altro.
Generalmente creo stupore e meraviglia nei bambini, ma mai una così alta disapprovazione in quegli adulti che sanno vedere "oltre", verso il primo cittadino.
Bello, però, il suo paese con la neve…
Tanto le dovevo Firmato: NEVE


mercoledì 8 febbraio 2012

Italia chiusa per neve


E’ ormai una settimana che fiocca la neve,  lenta, ma incessante: tutto è bianco, gelido e anche i miei pensieri sono ormai congelati. Ma non al punto da non potersi non abbandonare a qualche considerazione e riflessione, anche in situazioni congelate come queste.
Strano paese l'Italia!
Succede che una spolverata di neve faccia bloccare Roma: dice che erano 27 anni che non nevicava così tanto da poter sciare sui sette colli; dice che la protezione civile ha teso un agguato per boicottare le Olimpiadi; dice che non c’è sale, che i mezzi pubblici non sono attrezzati per questi eventi eccezionali e perciò restano nei depositi; dice che i tassinari hanno paura che la loro licenza si congeli e, come schettino, hanno ordinato l’abbandona strada… Bella, però, Roma con la neve!
Strano paese l'Italia!
Succede anche, però, che lo stadio Olimpico sia stato ben sgombrato per consentire che si svolgesse la partita (ecco dov’è finito il sale!).
Strano paese l'Italia!
Succede che i treni si blocchino e i passeggeri restino 25 ore prigionieri in aperta campagna con porte bloccate dal gelo e riscaldamento in tilt.
Strano paese l'Italia!
Succede che nei piccoli centri gli amministratori passeggino tranquilli, ammirando il paesaggio e la gente è costretta a non poter sgombrare la neve davanti le case, a non poter uscire nemmeno per le emergenze, perché non è passato uno straccio di spartineve a pulire le strade principali.
Strano paese l’Italia!
Succede anche che in alcune contrade isolate la gente muoia, ma non è possibile trasportare le salme ai cimiteri e allora, chiusi nelle bare, si lasciano in cantina, in attesa di tempi migliori per una degna sepoltura...
Strano paese l’Italia!
Adesso aspettiamoci le piogge marzaiole che porteranno nubifragi, le grandinate e i temporali di Aprile che faranno franare quel po’ che c’è rimasto, il caldo estivo, che farà altre vittime, e del quale tutti ci lamenteremo.
Strano paese l’Italia!


venerdì 3 febbraio 2012

Bamboccioni, sfigati e monotoni...

Da un po’ di tempo si blatera e si contestano alcune dichiarazioni rilasciate da uomini politici. Cominciando da circa cinque anni fa, quando un rispettabile uomo politico disse che i giovani di oggi sono tutti bamboccioni perché, ormai già grandi, vivono ancora in casa attaccati alla gonna di mammà.
La settimana scorsa è stata la volta di un altro esponente politico il quale ha dichiarato: "Dobbiamo dire ai nostri giovani che se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno sfigato, se decidi di fare un istituto tecnico professionale sei bravo”
E’ la volta del nostro premier ora:  si é lasciato sfuggire, meno di 48 ore fa, delle affermazioni che molti hanno trovato quantomeno discutibili: “I giovani si abituino all’idea di non avere più il posto fisso a vita. Che monotonia. È bello cambiare e accettare le sfide”.
A queste dichiarazioni si è scatenato un putiferio di bla, bla, bla… stampa, politici, opinionisti dell’ultima ora si sono scagliati ora contro l’uno, ora contro l’altro, adducendo motivazioni sulla cattiva visione che hanno questi politici del mondo del lavoro, e bla,bla,bla…
Succede, purtroppo, sempre più spesso e soprattutto quando si vuole mettere su una polemica, che la stampa, i politici, gli opinionisti, decontestualizzino alcune frasi ad effetto, che assumono tutt’altro peso: in parole povere, di tutto un discorso elaborato da qualcuno, riescono a estrapolare solo quel concetto utile per creare uno scoop.
Primo caso: sicuramente le parole di quel ministro che definì bamboccioni i giovani non erano certo riferite a chi è inoccupato e disoccupato e, quindi, la casa di mammà rimane l’unico bene rifugio. Era rivolto senz’altro a quel numero elevato di giovani (parliamo di giovanotti dai 30 ai 40 anni, intendiamoci), che pur avendo un lavoro, una situazione economica stabile, continuano a vivere con i genitori, perché non vogliono prendersi la responsabilità che comporta vivere per conto proprio. Addirittura molti sono anche proprietari di casa, ma preferiscono affittarla, piuttosto che pagare le bollette, fare la spesa, pulirla o incaricare qualcuno di farlo, partecipare alle riunioni condominiali… e via bambocciando. Ne conosco tanti! E mi chiedo: dov’è finito quello spirito di libertà che avevamo noi quando non si vedeva l’ora di acquistare un po’ di autonomia per non gravare sulla famiglia? Non c’è più, perché loro non si son dovuti conquistare niente, hanno sempre avuto tutto bell’e scodellato e continuano, a quasi 40 anni, a vivere nelle famiglie di origine. Quando poi decidono di metter su famiglia per conto loro, inevitabilmente il matrimonio fallisce, perché abituati per troppo tempo a non avere pensieri, responsabilità, impegni.
Secondo caso: il mondo economico-finanziario-lavorativo corre velocemente oggi, la globalizzazione ci ha abituati a vivere ritmi e cambiamenti continui, internet ha accorciato le distanze. Laurearsi a 28 anni significa perdere parecchi treni, molte opportunità che un anno prima si potevano prendere. Anche qui c’è da dire che dipende anche dalla facoltà in cui si è iscritti: ce ne sono alcune che richiedono più tempo, altre meno e, però, guarda caso, sono proprio i giovani iscritti a queste facoltà, per lo più non scientifiche, che si laureano più tardi. Si attardano perché, casomai, lavorano e studiano; perché si iscrivono e lasciano passare il tempo, se la prendono con comodo, tanto c’è chi pensa a farli mangiare, pagare l’affitto, vestire, divertire, e intanto le occasioni di lavoro corrono più veloci dei neutrini… ci sono giovani fuori corso che non riescono a prendere nemmeno la laurea breve! E, allora, dico io: quando sei ancora matricola e ti accorgi che non ti piace, che hai sbagliato percorso, che hai altre attitudini e/o predisposizioni, perché non dirlo subito e cambiare strada? Per molti giovani è difficile, perché hanno il fiato sul collo dei genitori che si ostinano a pagare le tasse pur di vedere il figlio laureato… lo vedo a scuola, quando diamo il consiglio orientativo per le scuole superiori: se consigliamo un istituto professionale i genitori si offendono e li iscrivono ai licei, salvo poi, dopo un anno, ritirarli e iscriverli nelle scuole private, diplomifici per eccellenza. E invece un istituto professionale fatto bene ti dà un diploma qualificante, spendibile subito sul mercato del lavoro, che ha tanto bisogno di maestranze qualificate. Oltre al fatto che puoi comunque iscriverti all’università: in Emilia Romagna, in Veneto e in altre regioni del Nord, i migliori ingegneri vengono fuori proprio dagli istituti professionali. Penso sia questo ciò che quell’esponente politico volesse dire.
Terzo caso: io non vedo cosa abbia detto di strano il premier, quando è noto a tutti – o perlomeno a chi è informato e tiene il polso del mercato del lavoro – che il posto fisso non è più possibile averlo, nemmeno sognarlo. Ma questo è già da tantissimi anni, solo i figli dei soliti noti, soprattutto nella nostra regione, hanno ancora una corsìa preferenziale per la poltrona quarantennale.
Facciamo un passo indietro nel tempo: era il 1996, Tangentopoli imperversava in Italia e un magistrato di origini molisane che scandalizzò con le sue uscite autoctone – ma che c’azzecca? – tale Antonio Di Pietro, sull’onda del suo successo, pubblicò un testo di Educazione civica per le scuole medie, al cui interno c’era un capitolo, dedicato al mondo del lavoro. Bene, tra i vari paragrafi ce n’era uno intitolato: 10 consigli ai giovani per entrare nel mondo del lavoro”. Ecco il decalogo:

-     IMPARARE A LEGGERE E SCRIVERE BENE
-        IMPARARE LE LINGUE
-        IMPARARE ALMENO A GIOCARE E A SCRIVERE CON IL COMPUTER
-        NON TRASCURARE IL LAVORO MANUALE
-        ACCETTARE OGNI ESPERIENZA INIZIALE DI LAVORO (mai restare inattivi)
-        NON PIANGERE SULLE COSE CHE NON FUNZIONANO
-        RACCOGLIERE, ORGANIZZARE E ACCUMULARE “INFORICCHEZZE”
-        SVILUPPARE LA CULTURA DELL’INTERNAZIONALITA’ E DELLA MOBILITA’
-        INFORMARSI SUI CAMBIAMENTI DEL PROPRIO SETTORE
-        NON DIVIDERE LA VITA IN DUE PARTI, ALTERNARE SEMPRE STUDIO E LAVORO.

Ecco, cosa ha detto di più il premier di quello che già si conosceva? Ha parlato di monotonia, è vero, ma, secondo me voleva intendere non fossilizzarsi con una sola competenza, ma acquisirne di più per poter stare a galla, per competere, per confrontarsi. Io mi auguro che gli accordi che prenderanno per il lavoro dia a tutti i giovani precari il contratto a tempo indeterminato, ma che ne possano fruire non in un solo posto per 40 anni, ma che gli sia valido per tutte le esperienze che vorranno fare, in base alle loro attitudini e capacità. E’ una questione di apertura mentale, di cultura che dobbiamo recepire se vogliamo ancora stare in Europa a pieno titolo.

PS: mamma mia quanto ho scritto! perdonami:):):)

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Lenta, la neve fiocca...


Stamattina il paesaggio è un incanto, completamente ricoperto di neve, sotto un cielo ancora con pennellate di luce notturna. Apro il balcone e mi soffermo sulla soglia per non sporcare la neve copiosa che vi si è depositata durante la notte: ogni cosa sprofonda in essa. E’ uno spettacolo affascinante, forse il più bello che la natura possa offrirci.
Ammiro gli alberi  e  catturo in una foto i mille ricami degli intrecci dei rami che si stagliano alla luce dei lampioni in un silenzio irreale: solo le immagini riescono a riproporre le emozioni suscitate dall’incanto della neve, che sembra suggerirci: fermatevi un attimo
Mi piace la neve: attutisce i rumori, spegne le chiacchiere, tutto sembra rimanere seppellito sotto questa coltre che uniforma il paesaggio in un un’unica tonalità di bianco.
E’ un elemento che incanta, ma nella nostra cultura ormai ha perso la sua aura di magia. La neve ormai è solo fastidio, si deve spalare, rallenta il traffico automobilistico, non è produttiva, se non per l’economia turistica. La neve invece, può aiutarci a ritrovare l'incanto, la magia della natura… ci può aiutare a guardare le cose con gli occhi del bambino, che è sempre lo sguardo più giusto. Il bambino non condizionato vede la neve, la osserva, dialoga con lei, la tocca, la vive. In altre parole, si meraviglia. In questo senso tante persone come me sono bambini di una certa età.
Considero la neve una continua creazione. E noi siamo creature dentro questa creazione…