martedì 31 dicembre 2013

Addio 2013, Benvenuto 2014

Ti scrivo questa mia breve lettera ma intensa di rabbia e rancore nei tuoi confronti: non vedo l’ora che vai via … sparisci!!! sei stato più crudele e cattivo del 2012 nei miei confronti e perciò stasera brinderò alla tua morte e cercherò di concentrarmi sulle emozioni che, forse… chissà!!!???  saprà darmi il nuovo anno, il 2014!
Nuovo e piccolo, forse troppo piccolo per riuscire anche a leggere questa mia lettera,  anche perché ancora non ho ben capito a quale indirizzo dovrò spedirla...

“Caro anno nuovo,
 io non so come saranno i 365 giorni che dovremmo vivere insieme, ci saranno cose che accadranno che non dipenderanno da me ed altre che senza il mio volere non si realizzeranno mai, ci saranno persone che se ne andranno ed altre che verranno, ci saranno lacrime ma anche sorrisi, sia gioie che dolori.
Ci saranno giorni in cui starò male e piangerò, ma ce ne saranno anche altri in cui sorriderò solo guardando gli occhioni  blu di Tommy…
Sogni che si avvereranno guardando una stella cadere dal cielo ed altri che dovrò conquistar
mi con fatica, dolore e sofferenze.
Ci saranno braccia che mi stringeranno al cuore per ridarmi fiducia e coraggio nei momenti di sconforto…
Amerò, odierò, griderò, camminerò, accarezzerò, abbraccerò … vivrò!
Si, 2014, voglio farti una promessa: ti prometto che qualunque cosa mi accadrà durante questi giorni cercherò di non perdere mai la gioia di vivere e di guardare sempre oltre i giorni di nebbia ed ai temporali.
Ora voglio iniziare a viverti … “
Un augurio a tutti per un inizio di un anno ricco di SALUTE, serenità, amore e prosperità!!



domenica 15 dicembre 2013

Sogni

Caro Gesù Bambino,
anche quest’anno sta arrivando il Natale ed io… sono ancora qui! E questo è il primo grazie che Ti devo. Il Natale è bello perché è anche tempo di regali, desideri, attese, sogni.... Già, i sogni.
Sai, caro Gesù Bambino, i miei sogni in questi ultimi 22 mesi si sono modificati, sono diventati sogni modesti, sogni forse banali, forse egoistici, forse mediocri, ma per me sono sogni importanti …
Sogno di vivere alla giornata … sogno di avere sempre le forze fisiche che fin qui mi hanno sostenuta … sogno che la mattina il risveglio sia sempre una gioia per il dono della vita... sogno che le terapie e gli interventi che ho subito fin qui veramente serviranno ad allungarmi la vita … sogno che tutti abbiamo il diritto di vivere il più a lungo possibile e in maniera dignitosa … sogno di conservare la linfa vitale e la voglia di vivere che non mi hanno mai abbandonata … sogno un futuro che non mi spaventi … sogno l’amnistia per il mio ergastolo fatto di continui controlli, esami diagnostici, analisi, interventi, visite, farmaci … paure!.. sogno di tornare ad una vita normale … sogno una vita abbastanza lunga per veder crescere il mio caro Tommy..... sogno di realizzare tutti i bisogni che risiedono in fondo al mio cuore e voglio lottare per realizzarli … e Tu, caro Gesù Bambino, mi aiuterai a realizzarli, vero?
Tvb



martedì 10 dicembre 2013

Parole, parole, parole...

Il linguaggio, soprattutto il linguaggio politico, non fotografa la realtà, ma la interpreta, la modifica e la crea. Qualunque politico è ciò che dice e come lo dice e il suo modo di  parlare fa la sua fortuna ( leggi Obama).
In Italia, nell’ultimo ventennio, il discorso dal palco è stato soprattutto e sopra tutti l’affabulare berlusconiano: col suo linguaggio esagerato, smaccato, iperbolico, retorico, infarcito di bugie e false promesse, il  Cav. disarcionato ha creato un’Italia che non c’era, quella del famoso milione di posti di lavoro, del presidente operaio, del patto con gli italiani, del Ponte sullo Stretto.
Nessuno a sinistra in questi due decenni è stato capace di creare uno stile alternativo.
Ora è arrivato Matteo Renzi. E che sia una rivoluzione in termini comunicativi s’era già capito negli ultimi mesi, ma sono il discorso dopo la vittoria delle primarie Pd e la conferenza stampa con cui ha annunciato i componenti della nuova segreteria a marcare la differenza con la sinistra del passato, quella che gli ha consegnato le armi fino alla resa finale. Ora, padrone del campo, Matteo è Renzi all’ennesima potenza.
Ma come parla Renzi? Parla per luoghi comuni,. dice cose come “l’importante non è cadere, ma sapersi rialzare”, che non sfigurerebbero nel diario di un liceale. Dice “Ora guido il partito più grande del Paese più bello del mondo” ... ma attenti a Matteo Renzi, quello che tutti si sono chiesti “Ma ci è o ci fa?”, perché sa esattamente dove vuole arrivare quando parla così (stile Panariello).
Quando, nel discorso di ringraziamento ai suoi sostenitori dopo la vittoria alle primarie, usa metafore calcistiche che manco un mister delle serie minori, tipo “Io sono tenace e determinato, se mi avete dato la fascia di capitano di questa squadra, non farò passare giorno senza lottare su ogni pallone” e ancora: “Questa non e’ la fine della sinistra e’ la fine di un gruppo dirigente della sinistra.. Stiamo cambiando giocatori, non stiamo cambiando campo”. E poi, dopo aver detto “mezza giornata di riposo, poi si torna al lavoro” Matteo annuncia che è pronto per fare la squadra… e poi snocciola una squadra-segreteria di trenta quarantenni in cui per la prima volta, come sottolinea,  ci sono “più donne che uomini”. E’ popolare? Certo. E’ populista? Il confine è sottile, ma non è questo il punto. Il punto è che con questo linguaggio, e probabilmente con nessun altro linguaggio in un’Italia modificata da vent’anni di berlusconismo, Renzi ha già creato il cambiamento: il linguaggio si è fatto azione. Domenica sera, con quello stile un po’ da bar, ha mandato a dire al sindacato che è ora di finirla… alla vecchia classe dirigente, lo stesso … a chi lavora nella scuola, che non è sbagliato differenziare i professori in base al merito..a chi gestisce il nostro patrimonio, che l’impostazione dei Beni Culturali non funziona.
Come farà la rivoluzione, se la farà, lo vedremo. Ma abbiamo capito che il bimbaccio - rottamatore la battaglia la combatte così, che le botte le rifila sorridendo, con Jovanotti in sottofondo.
Ah, tra le altre cose ha detto che vincere non è di destra. E’ vincere e basta. Non dimentichiamolo, quando sarà tempo di campagna elettorale.


PS: preciso che se fossi andata a votare, avrei dato la mia preferenza a Civati.

sabato 7 dicembre 2013

Vita da cani

Nell’anno più difficile e problematico della Seconda Repubblica, i protagonisti paradossali, ma più efficaci –incredibile ma vero! - sono stati due cani: Dudù che ha tenuto in vita il Cav. (altro che falchi e pitonesse!) ed Empty che ha fatto di più: ha annientato il suo padrone, l’ex premier loden.
A Dudù è consentito scodinzolare senza guinzaglio, perché non è un cane e basta, è un Cdl, un cane della libertà e su Dudù e il Cavaliere (non più tale dopo la decadenza ma, poerello, lasciamogli qualche titolo!) le cronache non fanno mancare nulla. Su Empty invece è caduto il silenzio come sul suo algido padrone. Infatti, mentre Dudù assurge alle cronache infiocchettando le vicende giudiziarie del Cavaliere, di Empty nessuna nuova, impossibile scovare una sua foto al contrario di Dudù che sale le copertine…
Giorni fa grande preoccupazione sui giornali per una notizia rivelata da alcune colf del palazzo: Dudù è stressato, mangia troppo, è in calore e nessuno gli procura una cagnetta per sfogare i suoi istinti sessuali… calma…fermi… qual è il problema? ci pensa lo staff del Cav. ad organizzare un bunga bunga canino, per soddisfare le esigenze di Dudù! Naturalmente c’è stata la smentita a queste chiacchiere, da parte del veterinario di Dudù, il quale ha riferito che Dudù è pieno di energia, un duro, tanto che giocando a palla con Putin, lo ha steso.
Magari Dudù sarà pure candidabile, chissà… in quest’Italia dove i più stanno vivendo una vita da cani per la crisi, tutto è possibile...

giovedì 5 dicembre 2013

Meno male che Fabio c'è...

In un periodo in cui l'opinione pubblica(in primis io) tende a sottolineare soprattutto gli aspetti negativi della sanità, io vorrei spezzare una lancia in favore di coloro che riportano in alto gli standard qualitativi delle professioni sanitarie.
Una di queste persone è il prof. Fabio Pacelli, che ho avuto la fortuna di conoscere nel febbraio 2012 presso la Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso e che, successivamente ho incontrato a Roma presso il Policlinico Agostino Gemelli.
Non è facile spiegare che persona è il prof. Pacelli: quando l’ho incontrato la prima volta pensavo di trovarmi di fronte al solito chirurgo spocchioso e scostante. Incontro invece una persona speciale: solare, simpatico, empatico che subito mi trasmette un grande ottimismo, una voglia di farcela e combattere contro quell’intruso che mi era cresciuto in pancia. Dal modo sicuro e competente con cui parlava, capii subito che mi trovavo di fronte ad uno “tosto”, uno che in sala operatoria sa il fatto suo.
E, infatti, solo un mese fa sono stata rioperata (il cancro è pazzo), sempre da lui e ho avuto conferma delle sue capacità professionali tecnico-chirurgiche di alto livello, della disponibilità costante nel fornire spiegazioni, delle sue doti umane, che fanno di lui un  esperto chirurgo e una persona speciale.
Mi sono affidata alla sua competenza e alla sua professionalità incondizionatamente e tutto è stato meno doloroso, meno preoccupante e la speranza di un’evoluzione in positivo più probabile.
Mi ha fatto sentire una persona e non un numero: con la sua squisita, dolce, umana professionalità è intervenuto in una situazione difficile e non conta quello che sarà il futuro, di sicuro ha migliorato la qualità della mia vita e se è riuscito ad allungarla solo il destino potrà rispondere, ma ha fatto di sicuro tutto il possibile e anche l'impossibile.
E allora, grazie, prof. Pacelli!




lunedì 2 dicembre 2013

Ritorno alla vita e al blog!

Dunque, dunque…dove eravamo rimasti? È più di un mese che non posto perché, oltre ai problemi di salute, ci si son messi pure i problemi con il blog, che solo ora mi consente di scrivere e pubblicare.
Come è andata? Alla fine devo dire bene, perché stavolta (la 3^) è stata davvero dura e ancora oggi, dopo 24 giorni ne porto ancora i segni, e non solo fisici… cmq sono ancora qui, felice di esserci e pronta a ricominciare la vita di sempre che sarà, sì, ancor più di prima piena di ansie e di paure per qualcos’altro che potrebbe succedere, ma, vi assicuro che anche una vita così merita di essere vissuta.
Ringrazio tutti quelli che anche questa volta mi hanno dimostrato affetto e amicizia.


Io speriamo che me la cavo…