martedì 31 dicembre 2013
domenica 22 dicembre 2013
domenica 15 dicembre 2013
Sogni
Caro Gesù Bambino,
anche quest’anno sta arrivando il Natale
ed io… sono ancora qui! E questo è il primo grazie che Ti devo. Il Natale è
bello perché è anche tempo di regali, desideri, attese, sogni.... Già, i sogni.
Sai, caro Gesù Bambino, i miei sogni in
questi ultimi 22 mesi si sono modificati, sono diventati sogni modesti, sogni
forse banali, forse egoistici, forse mediocri, ma per me sono sogni importanti …
Sogno di vivere alla giornata … sogno di
avere sempre le forze fisiche che fin qui mi hanno sostenuta … sogno che la mattina
il risveglio sia sempre una gioia per il dono della vita... sogno che le
terapie e gli interventi che ho subito fin qui veramente serviranno ad
allungarmi la vita … sogno che tutti abbiamo il diritto di vivere il più a lungo
possibile e in maniera dignitosa … sogno di conservare la linfa vitale e la
voglia di vivere che non mi hanno mai abbandonata … sogno un futuro che non mi
spaventi … sogno l’amnistia per il mio ergastolo fatto di continui controlli,
esami diagnostici, analisi, interventi, visite, farmaci … paure!.. sogno di
tornare ad una vita normale … sogno una vita abbastanza lunga per veder
crescere il mio caro Tommy..... sogno di realizzare tutti i bisogni che
risiedono in fondo al mio cuore e voglio lottare per realizzarli … e Tu, caro
Gesù Bambino, mi aiuterai a realizzarli, vero?
Tvb
martedì 10 dicembre 2013
Parole, parole, parole...
Il linguaggio, soprattutto il linguaggio
politico, non fotografa la realtà, ma la interpreta, la modifica e
la crea. Qualunque politico è ciò che dice e come lo dice e il suo modo di parlare fa la sua fortuna ( leggi Obama).
In Italia, nell’ultimo ventennio,
il discorso dal palco è stato soprattutto e sopra tutti l’affabulare
berlusconiano: col suo linguaggio esagerato, smaccato, iperbolico, retorico,
infarcito di bugie e false promesse, il Cav. disarcionato ha creato un’Italia che non
c’era, quella del famoso milione di posti di lavoro, del presidente operaio,
del patto con gli italiani, del Ponte sullo Stretto.
Nessuno a sinistra in questi due decenni
è stato capace di creare uno stile alternativo.
Ora è arrivato Matteo Renzi. E che sia
una rivoluzione in termini comunicativi s’era già capito negli ultimi mesi, ma
sono il discorso dopo la vittoria delle primarie Pd e la conferenza stampa con
cui ha annunciato i componenti della nuova segreteria a marcare la differenza
con la sinistra del passato, quella che gli ha consegnato le armi fino alla
resa finale. Ora, padrone del campo, Matteo è Renzi all’ennesima potenza.
Ma come parla Renzi? Parla per luoghi
comuni,. dice cose come “l’importante non è cadere, ma sapersi rialzare”, che
non sfigurerebbero nel diario di un liceale. Dice “Ora guido il partito più
grande del Paese più bello del mondo” ... ma attenti a Matteo Renzi, quello che tutti si sono chiesti “Ma ci è o
ci fa?”, perché sa esattamente dove vuole arrivare quando parla così (stile Panariello).
Quando, nel discorso di ringraziamento
ai suoi sostenitori dopo la vittoria alle primarie, usa metafore calcistiche
che manco un mister delle serie minori, tipo “Io sono tenace e determinato, se
mi avete dato la fascia di capitano di questa squadra, non farò passare giorno
senza lottare su ogni pallone” e ancora: “Questa non e’ la fine della sinistra
e’ la fine di un gruppo dirigente della sinistra.. Stiamo cambiando giocatori,
non stiamo cambiando campo”. E poi, dopo aver detto “mezza giornata di riposo,
poi si torna al lavoro” Matteo annuncia che è pronto per fare la squadra… e poi
snocciola una squadra-segreteria di trenta quarantenni in cui per la prima
volta, come sottolinea, ci sono “più donne che uomini”. E’ popolare?
Certo. E’ populista? Il confine è sottile, ma non è questo il punto. Il punto è
che con questo linguaggio, e probabilmente con nessun altro linguaggio in
un’Italia modificata da vent’anni di berlusconismo, Renzi ha già creato il
cambiamento: il linguaggio si è fatto azione. Domenica sera, con quello stile
un po’ da bar, ha mandato a dire al sindacato che è ora di finirla… alla vecchia
classe dirigente, lo stesso … a chi lavora nella scuola, che non è sbagliato
differenziare i professori in base al merito..a chi gestisce il nostro
patrimonio, che l’impostazione dei Beni Culturali non funziona.
Come farà la rivoluzione, se la farà, lo
vedremo. Ma abbiamo capito che il bimbaccio - rottamatore la battaglia la
combatte così, che le botte le rifila sorridendo, con Jovanotti in sottofondo.
Ah, tra le altre cose ha detto che
vincere non è di destra. E’ vincere e basta. Non dimentichiamolo, quando sarà
tempo di campagna elettorale.
PS: preciso che se fossi andata a votare,
avrei dato la mia preferenza a Civati.
sabato 7 dicembre 2013
Vita da cani
Nell’anno
più difficile e problematico della Seconda Repubblica, i protagonisti
paradossali, ma più efficaci –incredibile ma vero! - sono stati due cani: Dudù che
ha tenuto in vita il Cav. (altro che falchi e pitonesse!) ed Empty che ha fatto
di più: ha annientato il suo padrone, l’ex premier loden.
A Dudù è
consentito scodinzolare senza guinzaglio, perché non è un cane e basta, è un
Cdl, un cane della libertà e su Dudù e il Cavaliere (non più tale dopo la decadenza
ma, poerello, lasciamogli qualche titolo!) le cronache non fanno mancare nulla.
Su Empty invece è caduto il silenzio come sul suo algido padrone. Infatti,
mentre Dudù assurge alle cronache infiocchettando le vicende giudiziarie del
Cavaliere, di Empty nessuna nuova, impossibile scovare una sua foto al
contrario di Dudù che sale le copertine…
Giorni
fa grande preoccupazione sui giornali per una notizia rivelata da alcune colf
del palazzo: Dudù è stressato, mangia troppo, è in calore e nessuno gli procura
una cagnetta per sfogare i suoi istinti sessuali… calma…fermi… qual è il
problema? ci pensa lo staff del Cav. ad organizzare un bunga bunga canino, per
soddisfare le esigenze di Dudù! Naturalmente c’è stata la smentita a queste
chiacchiere, da parte del veterinario di Dudù, il quale ha riferito che Dudù è
pieno di energia, un duro, tanto che giocando a palla con Putin, lo ha steso.
Magari Dudù sarà pure candidabile, chissà… in quest’Italia dove i più
stanno vivendo una vita da cani per la crisi, tutto è possibile...giovedì 5 dicembre 2013
Meno male che Fabio c'è...
In un periodo in cui l'opinione pubblica(in primis io) tende a sottolineare soprattutto gli aspetti negativi della sanità, io vorrei spezzare una lancia in
favore di coloro che riportano in alto gli standard qualitativi delle
professioni sanitarie.
Una di queste persone è il prof. Fabio Pacelli, che ho avuto la
fortuna di conoscere nel febbraio 2012 presso la Fondazione Giovanni Paolo II
di Campobasso e che, successivamente ho incontrato a Roma presso il Policlinico
Agostino Gemelli.
Non è facile spiegare che persona è il prof. Pacelli: quando l’ho incontrato
la prima volta pensavo di trovarmi di fronte al solito chirurgo spocchioso e
scostante. Incontro invece una persona speciale: solare, simpatico, empatico
che subito mi trasmette un grande ottimismo, una voglia di farcela e combattere
contro quell’intruso che mi era cresciuto in pancia. Dal modo sicuro e
competente con cui parlava, capii subito che mi trovavo di fronte ad uno
“tosto”, uno che in sala operatoria sa il fatto suo.
E, infatti, solo un mese fa sono stata rioperata (il cancro è pazzo), sempre da lui e ho avuto conferma delle sue
capacità professionali tecnico-chirurgiche di alto livello, della disponibilità
costante nel fornire spiegazioni, delle sue doti umane, che fanno di lui
un esperto chirurgo e una persona
speciale.
Mi sono
affidata alla sua competenza e alla sua professionalità incondizionatamente e
tutto è stato meno doloroso, meno preoccupante e la speranza di un’evoluzione
in positivo più probabile.
Mi ha fatto
sentire una persona e non un numero: con la sua squisita,
dolce, umana professionalità è intervenuto in una situazione difficile e non
conta quello che sarà il futuro, di sicuro ha migliorato la qualità della mia
vita e se è riuscito ad allungarla solo il destino potrà rispondere, ma ha fatto
di sicuro tutto il possibile e anche l'impossibile.
E allora, grazie, prof. Pacelli!
lunedì 2 dicembre 2013
Ritorno alla vita e al blog!
Dunque,
dunque…dove eravamo rimasti? È più di un mese che non posto perché, oltre ai
problemi di salute, ci si son messi pure i problemi con il blog, che solo ora
mi consente di scrivere e pubblicare.
Come è
andata? Alla fine devo dire bene, perché stavolta (la 3^) è stata davvero dura
e ancora oggi, dopo 24 giorni ne porto ancora i segni, e non solo fisici… cmq
sono ancora qui, felice di esserci e pronta a ricominciare la vita di sempre
che sarà, sì, ancor più di prima piena di ansie e di paure per qualcos’altro che
potrebbe succedere, ma, vi assicuro che anche una vita così merita di
essere vissuta.
Ringrazio
tutti quelli che anche questa volta mi hanno dimostrato affetto e amicizia.
Io speriamo che me la cavo…
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