venerdì 5 giugno 2009

C'era una volta...



C'era una volta.- Un re! - diranno subito i miei piccoli lettori.-
No, ragazzi, avete sbagliato.
C'era una volta un…nano... non era un nano qualsiasi, ma un nano di lusso, di quelli che si mettono nei grandi parchi, nelle ville certose della Sardegna, con l’anfiteatro di cactus, migliaia di hibiscus, il lago delle palme, l’orto della salute. ..
Ora, al Nostro nano si potevano riconoscere tante qualità, doti, magari vezzi, vizi e vizietti, difetti e qui mi fermo… ma una caratteristica inscindibile della sua fisionomia erano le sue orecchie gigantesche, enormi, oserei dire plutoniche per dimensioni ( da Pluto di Topolino o Dumbo se preferite).
Ditemi, avete mai visto una statua del Buddha? nell’iconografia orientale ha orecchie molto grandi, in tutte le statue, perche? perchè nella fisiognomica orientale le orecchie grandi denotano forza, carattere, decisione, sono insomma un elemento importante di una persona importante, di un leader.. e il Nostro nano, fin da quando era un nano piccolo, sognava quell’infallibilità orientale, affermando, diventato nano grande, di essere “unto”, un eletto. come il Buddha, quindi. E le sue orecchie erano lì a dimostrare la sua infallibilità e la sua facilità alle menzogne…sì, perché il nano era un gran bugiardo, tanto che ad ogni bugia quelle sue orecchie aumentavano a dismisura…crescevano, crescevano
Non so come andasse, (cioè, lo so, ma è meglio non raccontare la sua scalata, che da nano lo fece diventare un gigante) ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di nano capitò nel Palazzo di Montecitorio…. o com’è? vi chiederete…è… è che circondato da una pletora di veline, troniste, attricette, ragazze immagine, avvocati e consiglieri masnadieri, giornalisti e direttori di giornali fede…lissimi, tutti preoccupati solo a nascondere abilmente in ogni primo piano delle sue tv, quelle orecchie pachidermiche. Si ritrovò, così, a governare un Paese sano che, messo nelle sue mani, è diventato «la metà di niente», il Paese dei Balocchi, appunto. Subito delineò la linea del suo governo: la politica delle tre I : Inquisito, Indagato, Impunito e attorno a questi perni gravitò tutta la sua azione legislativa... Passò così un anno e al Nostro nano , tra leggi ad personam, monnezza partenopea, show tra i terremotati, fanulloni, carabinieri panzoni, grembiulini a scuola, sembrava essere proprio nel Paese dei Balocchi e degli…allocchi, perché le sue quotazioni salivano, il popolo esultava…si concedeva di tanto in tanto un po’ di svago, qualche velina qua e là, qualche festa di compleanno di diciottenni in carriera e la colonna sonora era sempre quella del suo fede…lissimo stornellatore napoletano.
Ma si sa, i nani che diventano giganti hanno i piedi di argilla e il Nostro nano non aveva fatto i conti con la terribile, intelligente vendicativa Fata Turchina. Si era arrabbiata la Fata! già qualche tempo prima gli aveva scritto una lettera in cui lo richiamava ad una vita più morigerata, ma lui, il nano, seppe farsi perdonare con effetti speciali: si presentò travestito da sceicco arabo in occasione del 50° anno della Fata, regalandole un gioiello, naturalmente di un valore stratosferico… ma sì, lui era il nano più potente del Paese dei Balocchi, sapeva cosa fare per farsi perdonare! Ma la Fata a un certo punto non ce la fece più: stanca di tanta “amoralità”, scriveva di nuovo al nano e, con la sua lettera tutto il Paese dei Balocchi ammutoliva…quando parlava di "figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica" e si meravigliava, la sconcertava"che tutto quel ciarpame politico non faccia scandalo, che quasi nessuno si stupisca, che per una strana alchimia il paese tutto conceda e tutto giustifichi al suo imperatore"…
Il nano per la prima volta si trovava in difficoltà, perché per la prima volta qualcuno, una donna, poi, con la competenza e la responsabilità per farlo, gli diceva chiaro chi era, cosa faceva, come si comportava, come stava usando le sue risorse, il suo potere, il suo tempo. Addirittura lo accusava di essere un pericolo per la famiglia. E benché parlasse di una sola famiglia, voleva far capire bene ai cittadini del Paese dei Balocchi, di quali «valori» il nostro nano era portatore, mentre si mostrava - per compiacere i vescovi - difensore coraggioso e instancabile di tutte le famiglie.
Gli abitanti tutti del Paese dei Balocchi erano attoniti: per la prima volta cominciarono a pensare di essere, forse, dei burattini, delle marionette in mano a Mangiafuoco: ciò che la Fata Turchina aveva detto del nano non l’aveva mai detto nessuno. Tutti, dall’alto al basso della vita del Paese dei Balocchi, come lui intendeva il paese che governava, avevano fatto finta che il nano fosse vero, che le cose da lui annunciate fossero accadute, che il suo prestigio (e non la barzelletta che cammina) attraversasse il mondo, che l’Italia, ignorata e declassata in tutte le possibili valutazioni internazionali, fosse sul punto di scalare i vertici del pianeta, che le benevole pacche sulle spalle dei vari presidenti europei e americani ( e le corna nelle foto) avessero a che fare con la politica…
Solo in pochi sapevano che l’antinanismo di coloro che da sempre non si sentivano burattini manovrabili dal burattinaio nano, non era l’ossessione per una persona, ma la lotta contro un prepotente e dilagante modello di vita centrato sul culto ossessivo di una sola persona, in grado, a causa della sua ricchezza, di nutrire a volontà quel culto.
Ora, siccome la Fata Turchina aveva reso pubblico quel suo scritto, da quel momento quel suo gesto riguardava tutti gli abitanti del Paese dei Balocchi.
Pure il Grillo Parlante (leggi Benigni) si sentiva offeso e rivendicava le scuse del Nano, asserendo: "La Fata Turchina non è sola. Siamo almeno 50 milioni di cittadini a dover pretendere le scuse da papi nano".
Il Nostro, il nano poteva solo rispondere come rispose: con niente, con le bugie, mentre riprendeva la sua normale attività di prevaricazione costante sulle sue Tv e sulle sue testate giornalistiche a chi gli dava torto (criminali le leggi, omicide le testate, da mettere fuori gioco le persone). Ma ormai esisteva almeno un criterio di giudizio, un "modello Nano" fornito da una persona che lo conosceva bene e lo aveva valutato da vicino, con pazienza e con cura: la Fata Turchina, che aveva ritenuto, certo non a caso, di condividere con tanti abitanti del Paese dei Balocchi a cui veniva detto di lasciar perdere, la sua persuasione che il "problema Nano" c’era, eccome. Lui, il Nano, questa volta era costretto a presentare le sue scuse, sia pure a vuoto, sia pure vistosamente inutili.
Altro che decisione, forza, carattere, con quelle orecchie che aumentavano di volume sempre di più!
Quelle qualità cominciavano a non essere più sinonimo di “buono”, né tantomeno di “cattivo”, bensì venivano usate per il “bene” o per il “male”: naturalmente i fede…lissimi del nano le consideravano il “bene”, i suoi oppositori come il “male” e pensavano “ Beato quel Paese che - per dire e sapere la verità - non ha bisogno di Fate Turchine umiliate e offese”.
Ma nel silenzio di buona parte delle più autorevoli voci del Paese dei Balocchi, non restava altro che dire grazie alla Fata Turchina e al suo girotondo.
Finirà nella bocca della balena il nano? Questo ancora non è da sapere, ma una cosa è certa: gli abitanti del Paese dei Balocchi, non i fede…lissimi (che, cmq, continuano ad essere tanti), bensì i suoi oppositori, avevano una sola, seria preoccupazione: quelle orecchie plutoniche sono anche indice di grande vitalità e di lunga, lunghissima vita, per cui, già erano rassegnati a vivere un altro ventennio…

N.B.:ogni riferimento a fatti, persone, situazioni è puramente casuale.