martedì 31 dicembre 2013

Addio 2013, Benvenuto 2014

Ti scrivo questa mia breve lettera ma intensa di rabbia e rancore nei tuoi confronti: non vedo l’ora che vai via … sparisci!!! sei stato più crudele e cattivo del 2012 nei miei confronti e perciò stasera brinderò alla tua morte e cercherò di concentrarmi sulle emozioni che, forse… chissà!!!???  saprà darmi il nuovo anno, il 2014!
Nuovo e piccolo, forse troppo piccolo per riuscire anche a leggere questa mia lettera,  anche perché ancora non ho ben capito a quale indirizzo dovrò spedirla...

“Caro anno nuovo,
 io non so come saranno i 365 giorni che dovremmo vivere insieme, ci saranno cose che accadranno che non dipenderanno da me ed altre che senza il mio volere non si realizzeranno mai, ci saranno persone che se ne andranno ed altre che verranno, ci saranno lacrime ma anche sorrisi, sia gioie che dolori.
Ci saranno giorni in cui starò male e piangerò, ma ce ne saranno anche altri in cui sorriderò solo guardando gli occhioni  blu di Tommy…
Sogni che si avvereranno guardando una stella cadere dal cielo ed altri che dovrò conquistar
mi con fatica, dolore e sofferenze.
Ci saranno braccia che mi stringeranno al cuore per ridarmi fiducia e coraggio nei momenti di sconforto…
Amerò, odierò, griderò, camminerò, accarezzerò, abbraccerò … vivrò!
Si, 2014, voglio farti una promessa: ti prometto che qualunque cosa mi accadrà durante questi giorni cercherò di non perdere mai la gioia di vivere e di guardare sempre oltre i giorni di nebbia ed ai temporali.
Ora voglio iniziare a viverti … “
Un augurio a tutti per un inizio di un anno ricco di SALUTE, serenità, amore e prosperità!!



domenica 15 dicembre 2013

Sogni

Caro Gesù Bambino,
anche quest’anno sta arrivando il Natale ed io… sono ancora qui! E questo è il primo grazie che Ti devo. Il Natale è bello perché è anche tempo di regali, desideri, attese, sogni.... Già, i sogni.
Sai, caro Gesù Bambino, i miei sogni in questi ultimi 22 mesi si sono modificati, sono diventati sogni modesti, sogni forse banali, forse egoistici, forse mediocri, ma per me sono sogni importanti …
Sogno di vivere alla giornata … sogno di avere sempre le forze fisiche che fin qui mi hanno sostenuta … sogno che la mattina il risveglio sia sempre una gioia per il dono della vita... sogno che le terapie e gli interventi che ho subito fin qui veramente serviranno ad allungarmi la vita … sogno che tutti abbiamo il diritto di vivere il più a lungo possibile e in maniera dignitosa … sogno di conservare la linfa vitale e la voglia di vivere che non mi hanno mai abbandonata … sogno un futuro che non mi spaventi … sogno l’amnistia per il mio ergastolo fatto di continui controlli, esami diagnostici, analisi, interventi, visite, farmaci … paure!.. sogno di tornare ad una vita normale … sogno una vita abbastanza lunga per veder crescere il mio caro Tommy..... sogno di realizzare tutti i bisogni che risiedono in fondo al mio cuore e voglio lottare per realizzarli … e Tu, caro Gesù Bambino, mi aiuterai a realizzarli, vero?
Tvb



martedì 10 dicembre 2013

Parole, parole, parole...

Il linguaggio, soprattutto il linguaggio politico, non fotografa la realtà, ma la interpreta, la modifica e la crea. Qualunque politico è ciò che dice e come lo dice e il suo modo di  parlare fa la sua fortuna ( leggi Obama).
In Italia, nell’ultimo ventennio, il discorso dal palco è stato soprattutto e sopra tutti l’affabulare berlusconiano: col suo linguaggio esagerato, smaccato, iperbolico, retorico, infarcito di bugie e false promesse, il  Cav. disarcionato ha creato un’Italia che non c’era, quella del famoso milione di posti di lavoro, del presidente operaio, del patto con gli italiani, del Ponte sullo Stretto.
Nessuno a sinistra in questi due decenni è stato capace di creare uno stile alternativo.
Ora è arrivato Matteo Renzi. E che sia una rivoluzione in termini comunicativi s’era già capito negli ultimi mesi, ma sono il discorso dopo la vittoria delle primarie Pd e la conferenza stampa con cui ha annunciato i componenti della nuova segreteria a marcare la differenza con la sinistra del passato, quella che gli ha consegnato le armi fino alla resa finale. Ora, padrone del campo, Matteo è Renzi all’ennesima potenza.
Ma come parla Renzi? Parla per luoghi comuni,. dice cose come “l’importante non è cadere, ma sapersi rialzare”, che non sfigurerebbero nel diario di un liceale. Dice “Ora guido il partito più grande del Paese più bello del mondo” ... ma attenti a Matteo Renzi, quello che tutti si sono chiesti “Ma ci è o ci fa?”, perché sa esattamente dove vuole arrivare quando parla così (stile Panariello).
Quando, nel discorso di ringraziamento ai suoi sostenitori dopo la vittoria alle primarie, usa metafore calcistiche che manco un mister delle serie minori, tipo “Io sono tenace e determinato, se mi avete dato la fascia di capitano di questa squadra, non farò passare giorno senza lottare su ogni pallone” e ancora: “Questa non e’ la fine della sinistra e’ la fine di un gruppo dirigente della sinistra.. Stiamo cambiando giocatori, non stiamo cambiando campo”. E poi, dopo aver detto “mezza giornata di riposo, poi si torna al lavoro” Matteo annuncia che è pronto per fare la squadra… e poi snocciola una squadra-segreteria di trenta quarantenni in cui per la prima volta, come sottolinea,  ci sono “più donne che uomini”. E’ popolare? Certo. E’ populista? Il confine è sottile, ma non è questo il punto. Il punto è che con questo linguaggio, e probabilmente con nessun altro linguaggio in un’Italia modificata da vent’anni di berlusconismo, Renzi ha già creato il cambiamento: il linguaggio si è fatto azione. Domenica sera, con quello stile un po’ da bar, ha mandato a dire al sindacato che è ora di finirla… alla vecchia classe dirigente, lo stesso … a chi lavora nella scuola, che non è sbagliato differenziare i professori in base al merito..a chi gestisce il nostro patrimonio, che l’impostazione dei Beni Culturali non funziona.
Come farà la rivoluzione, se la farà, lo vedremo. Ma abbiamo capito che il bimbaccio - rottamatore la battaglia la combatte così, che le botte le rifila sorridendo, con Jovanotti in sottofondo.
Ah, tra le altre cose ha detto che vincere non è di destra. E’ vincere e basta. Non dimentichiamolo, quando sarà tempo di campagna elettorale.


PS: preciso che se fossi andata a votare, avrei dato la mia preferenza a Civati.

sabato 7 dicembre 2013

Vita da cani

Nell’anno più difficile e problematico della Seconda Repubblica, i protagonisti paradossali, ma più efficaci –incredibile ma vero! - sono stati due cani: Dudù che ha tenuto in vita il Cav. (altro che falchi e pitonesse!) ed Empty che ha fatto di più: ha annientato il suo padrone, l’ex premier loden.
A Dudù è consentito scodinzolare senza guinzaglio, perché non è un cane e basta, è un Cdl, un cane della libertà e su Dudù e il Cavaliere (non più tale dopo la decadenza ma, poerello, lasciamogli qualche titolo!) le cronache non fanno mancare nulla. Su Empty invece è caduto il silenzio come sul suo algido padrone. Infatti, mentre Dudù assurge alle cronache infiocchettando le vicende giudiziarie del Cavaliere, di Empty nessuna nuova, impossibile scovare una sua foto al contrario di Dudù che sale le copertine…
Giorni fa grande preoccupazione sui giornali per una notizia rivelata da alcune colf del palazzo: Dudù è stressato, mangia troppo, è in calore e nessuno gli procura una cagnetta per sfogare i suoi istinti sessuali… calma…fermi… qual è il problema? ci pensa lo staff del Cav. ad organizzare un bunga bunga canino, per soddisfare le esigenze di Dudù! Naturalmente c’è stata la smentita a queste chiacchiere, da parte del veterinario di Dudù, il quale ha riferito che Dudù è pieno di energia, un duro, tanto che giocando a palla con Putin, lo ha steso.
Magari Dudù sarà pure candidabile, chissà… in quest’Italia dove i più stanno vivendo una vita da cani per la crisi, tutto è possibile...

giovedì 5 dicembre 2013

Meno male che Fabio c'è...

In un periodo in cui l'opinione pubblica(in primis io) tende a sottolineare soprattutto gli aspetti negativi della sanità, io vorrei spezzare una lancia in favore di coloro che riportano in alto gli standard qualitativi delle professioni sanitarie.
Una di queste persone è il prof. Fabio Pacelli, che ho avuto la fortuna di conoscere nel febbraio 2012 presso la Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso e che, successivamente ho incontrato a Roma presso il Policlinico Agostino Gemelli.
Non è facile spiegare che persona è il prof. Pacelli: quando l’ho incontrato la prima volta pensavo di trovarmi di fronte al solito chirurgo spocchioso e scostante. Incontro invece una persona speciale: solare, simpatico, empatico che subito mi trasmette un grande ottimismo, una voglia di farcela e combattere contro quell’intruso che mi era cresciuto in pancia. Dal modo sicuro e competente con cui parlava, capii subito che mi trovavo di fronte ad uno “tosto”, uno che in sala operatoria sa il fatto suo.
E, infatti, solo un mese fa sono stata rioperata (il cancro è pazzo), sempre da lui e ho avuto conferma delle sue capacità professionali tecnico-chirurgiche di alto livello, della disponibilità costante nel fornire spiegazioni, delle sue doti umane, che fanno di lui un  esperto chirurgo e una persona speciale.
Mi sono affidata alla sua competenza e alla sua professionalità incondizionatamente e tutto è stato meno doloroso, meno preoccupante e la speranza di un’evoluzione in positivo più probabile.
Mi ha fatto sentire una persona e non un numero: con la sua squisita, dolce, umana professionalità è intervenuto in una situazione difficile e non conta quello che sarà il futuro, di sicuro ha migliorato la qualità della mia vita e se è riuscito ad allungarla solo il destino potrà rispondere, ma ha fatto di sicuro tutto il possibile e anche l'impossibile.
E allora, grazie, prof. Pacelli!




lunedì 2 dicembre 2013

Ritorno alla vita e al blog!

Dunque, dunque…dove eravamo rimasti? È più di un mese che non posto perché, oltre ai problemi di salute, ci si son messi pure i problemi con il blog, che solo ora mi consente di scrivere e pubblicare.
Come è andata? Alla fine devo dire bene, perché stavolta (la 3^) è stata davvero dura e ancora oggi, dopo 24 giorni ne porto ancora i segni, e non solo fisici… cmq sono ancora qui, felice di esserci e pronta a ricominciare la vita di sempre che sarà, sì, ancor più di prima piena di ansie e di paure per qualcos’altro che potrebbe succedere, ma, vi assicuro che anche una vita così merita di essere vissuta.
Ringrazio tutti quelli che anche questa volta mi hanno dimostrato affetto e amicizia.


Io speriamo che me la cavo…

mercoledì 30 ottobre 2013

Magica MAGIA


Arrieccoti!...sei tornato…dopo appena quattro mesi ti ripresenti in un posto diverso e con una forma diversa! ma si può sapere cosa vuoi da me? cosa ti ho fatto? ma ti piace tanto il mio corpo all’interno del quale da venti mesi passeggi liberamente senza chiedere né permesso di soggiorno, né asilo politico? Non ti dò il benvenuto perché sai già di essere un ospite sgradito e indesiderato. Ti odio e ti maledico, giuro che anche questa volta non mi piegherai, vade retro!...anzi… ti dirò che stanotte con una di quelle tante strane giravolte della mente , ho respirato e ho applicato la mia magica MAGIA:

Finché qualcosa non accade, semplicemente non sta accadendo.
Finché non farò quegli esami che mi spaventano tanto non li starò facendo.
Finché il bisturi non mi trapasserà la ciccia nessun bisturi mi sta trapassando la ciccia.
Inutile pensarci prima.
Inutile immaginarsi prima il nome che avrà.
Superfluo chiedermi cosa succederà. Perché succederà indovinate quando?
DOPO!
E prima è ADESSO e adesso ho da fare.
Ditemi voi se questa non è magìa vera!

La speranza, ho imparato, può essere pesante.
Meglio una quieta fiducia.
E tra gli ostacoli del cuore e della mente, mi sono riaddormentata…

domenica 27 ottobre 2013

Pausa di riflessione

 
 


...nel prossimo post vi spiegherò con chi e perché sono inxxxxata nera.
 Buona domenica

lunedì 21 ottobre 2013

La peggio gioventù...

Perché pubblico questo articolo di Concita De Gregorio? perché riassume nel miglior modo quello che ho pensato anch'io quando ho saputo dello stupro di gruppo perpetrato ai danni di una bambina sedicenne. Non è la prima volta che succede e non sarà l'ultima... e allora mi chiedo: a cosa servono fiumi di inchiostro e cascate di parole ogniqualvolta succedono queste e altre nefandezze a danno delle bambine e delle donne, dov'è che bisogna agire, qual è il perno su cui agire affinché si concretizzi il concetto di rispetto nella mentalità di tutti noi? poi parliamo di solidarietà per i migranti, quando un intero gruppo di amici (???) ha assistito allo stupro della compagna, senza che nessuno sia intervenuto in sua difesa o abbia denunciato il fatto? il quale è avvenuto alla fine di agosto e solo ora se ne è venuti a conoscenza, ma perché la ragazza stuprata ha denunciato quando, ormai esasperata, si vedeva anche derisa e  sbeffeggiata su Facebook e su altri stupidi social network che sono ormai diventati spunti propulsivi all'odio, al razzismo, ai suicidi, agli stupri di massa, agli incontri pericolosi. Non ci sono più parole: succede l'incredibile!
 
La sedicenne di Modena che ci svela il nostro abisso (CONCITA DE GREGORIO).
da La Repubblica del 21/10/2013.
QUALCUNO DICA CHE QUEL GIOCO NON È UN GIOCO.
CE L’AVETE, ce l’avete avuta una figlia di sedici anni?
Che si veste e si trucca come la sua cantante preferita, che sta chiusa in camera ore e a tavola risponde a monosillabi, che quando la vedete uscire con il nero tutto attorno agli occhi pensate mamma mia com’è diventata, ma lo sapete, voi lo sapete che è solo una bambina mascherata da donna e vi si stringe il cuore a vederla uscire fintamente spavalda. Dove va, a fare cosa, con chi. Ve li ricordate, i vostri sedici anni? Quando Facebook non c’era e passavate pomeriggi al telefono fisso a dire no, sì, ma dai…, e poi quando vostro padre vi diceva ora basta, libera quel telefono vi chiudevate in camera, anche voi, a scrivere a penna su quaderno ché il computer non c’era, e se c’era era uno solo, enorme, sempre spento, inaccessibile. Ecco, fate lo sforzo di ricordare perché una ragazza di sedici anni è quella cosa lì, da sempre e per sempre anche se cambiano i modi e le mode, i vestiti e le canzoni, i modi di parlarsi perché con la chat si fa più in fretta ma è uguale, in fondo.
È COME stare pomeriggi interi al telefono, a canzonare il tempo a prenderlo in contropiede e ingannarlo. Una ragazza di sedici anni è una persona a cui la vita deve ancora succedere e non lo sa, e ha un po’ paura e un po’ fretta, e molto desiderio che passi veloce il momento e che arrivi quello, alla meta dei diciotto, in cui “nessuno mi può obbligare, ora”.
Io non lo so, nessuno lo sa tranne lei e quelli che erano lì, cosa è successo alla ragazzina di Modena che – dicono gli investigatori, i parenti, ora anche gli adulti che rivestono incarichi pubblici – una sera d’estate a una festa di compagni di scuola è stata violentata da cinque, sei, non è sicuro quanti amici. Amici, attenzione. Nessun livido, nessun graffio, nessun segno di violenza che segnali la sopraffazione fisica in senso proprio. Erano compagni di scuola. Alcuni maggiorenni da poco, varcata l’agognata meta dei diciotto, altri, almeno uno, no. Aveva bevuto lei, avevano bevuto probabilmente tutti perché come sa chi si guarda intorno gli adolescenti, oggi, bevono. Superalcolici, moltissimo. Costano meno delle droghe, spesso si trovano nelle case già disponibili all’uso. Shortini, alla mescita. Pochi euro a bicchiere, nessuno chiede la carta d’identità. Bevono i quindicenni come i trentenni, uguale.
Io non lo so com’è andata, quella sera, in una casa della più rassicurante delle città emiliane, la Modena delle scuole modello degli imprenditori che non si arrendono al terremoto, delle donne imprenditrici che vendono figurine nel mondo, dei ristoranti celebrati oltreoceano. Uno faceva il palo, scrivono gli agenti di polizia, gli altri a turno nella stanza “avevano rapporti sessuali completi” con la ragazzina. Non c’è niente di più algido di una relazione, niente di meno adatto a descrivere il tumulto, il disordine, lo sgomento, la resa. Lei cosa pensava, come stava, cosa voleva, cosa diceva? Non si sa, nessuna relazione può raccontarlo.
Dicono, i verbali, che erano tutti ragazzi “incensurati e di buona famiglia”. Aggiungono, le cronache, che sono passati quasi due mesi dall’evento e che nessuno – nessuno – ha fatto un gesto o ha detto qualcosa, né a scuola né in famiglia, nelle molte famiglie coinvolte, che somigliasse alla presa d’atto di un reato, o quanto meno di una vergogna, di una colpa, di un dispiacere. Niente, silenzio. Il sindaco ieri ha detto che “inquieta che questi ragazzi non distinguano il bene dal male”. Inquieta, certo. Pone il problema della responsabilità. È loro, che geneticamente, naturalmente non sanno distinguere o è della generazione che li ha cresciuti, e non gli ha fornito i ferri essenziali per l’opera di elementare distinzione? È dei figli o dei padri, la colpa?
Anni fa, a Niscemi, Caltanissetta, un gruppo di minorenni massacrò di botte, strangolò con un cavo di antenna e gettò in una vasca di irrigazione una coetanea, Lorena Cultraro, 14 anni. Era incinta, rivelò l’autopsia. Uno degli assassini, quindicenne, chiese al giudice, dopo aver confessato l’omicidio: “Ora che le ho detto cosa è successo posso tornare a casa?”. A vedere la tv, a giocare alla play. Tornare a casa. Era il 2008, cinque anni fa. Si scrissero articoli sgomenti, intervennero psicologi di fama, dissero che certo in quelle zone del Paese, al Sud, è tutto più difficile. Zone d’ombra, povertà di mezzi e di sapere, l’adolescenza sempre un enigma. Ora, cinque anni dopo, siamo a Modena. Emilia culla di bandiera di democratica civiltà e di sapere. Certo questa ragazzina non è morta, per sua fortuna. Forse non ha nemmeno lottato per evitare quel barbaro rituale che chissà, magari era proprio quello che l’avrebbe fatta diventare grande, finalmente. Forse per qualche tempo ha pensato: è stato quello che doveva essere.
Però arriverà, deve arrivare, il momento il tempo e il luogo in cui qualcuno di molto molto autorevole senza essere per questo canzonato e dal coro irriso dica no, non è quello che deve, non è questo che devi accettare per essere accettata. Non devi fare silenzio. Verrà il giorno in cui questo tempo avariato scadrà e sarà buttato come uno yogurt andato a male e ricominceremo tutti, dalle case, dalle televisioni, dai giornali, dalle scuole elementari a dire alle bambine: quando ti chiedono di stare al loro gioco, digli di no. È un gioco sbagliato, non è il tuo gioco. Non è nemmeno un gioco.
Verrà il giorno in cui capiremo l’abisso in cui siamo precipitati pensando che fosse l’anticamera del privé del Billionaire, che fortuna essere ammessi all’harem, e sapremo di nuovo dire, come i nostri nonni ci dicevano: è una trappola, bambina. Quando ti chiedono di mostrargli le mutande non è vero che si alza l’auditel, come dice la canzone scema. Quando te lo chiedono vattene, ridigli in faccia e torna a casa.
 
 

domenica 13 ottobre 2013

Chetempochefa

Vi invito alla visione del video del grande Erri De Luca: ascoltate bene le parole, interpretate nel novembre 2009 durante la trasmissione "Che tempo che fa" e capirete che il tempo è sempre quello, nulla è cambiato. Consiglio a tutti di leggere i libri di Erri De Luca perché ha un modo fluido, incisivo, carismatico di narrare le umane vicende che affascina.
 Buona visione
 
 






 

venerdì 11 ottobre 2013

“Una bambina, un insegnante, un libro e una penna…


…possono cambiare il mondo”:
sono queste le parole che la piccola Malala pronunciò alle Nazioni Unite il 12 luglio scorso, il giorno del suo sedicesimo compleanno e proprio ieri Malala Yousafzai ha ricevuto dal Parlamento europeo il premio Sakharov.
Ma chi è Malala che ha pronunciato questa significativa frase che rende onore all’importanza della scuola, della conoscenza dell’istruzione (cosa che i nostri alunni non apprezzano)?
Sfuggita per miracolo alla morte per mano dei talebani, il 9 ottobre del 2012, quando nacque, nel 1997, in una zona ancora ricca del Pakistan,  il padre di Malala  aveva coronato il suo sogno, quello di fondare una scuola. All’epoca era frequentata da un migliaio di scolaretti. L’uomo è titolare di un master e, grazie agli  studi ha addolcito le sue convinzioni tradizionaliste e fondamentaliste: nello Swat  (il paese dove nasce e vive Malala) è fra i pochi che festeggiano la nascita di una figlia femmina chiedendo agli amici di lanciare sulla culla dolci, frutta secca e monetine, ma si infuria quando Malala gli porta il bigliettino che Harun, un suo ammiratore di 17 anni, le ha lasciato sul cancello.
La madre di Malala è bellissima e analfabeta. Il 3 gennaio del 2009 la ragazzina scrive sul suo diario:

“Ho avuto un sogno terribile ieri. C’erano gli elicotteri e i talebani. Ritorna da quando i militari hanno lanciato l’offensiva nello Swat. Mia mamma mi ha preparato la colazione. Sono andata a scuola con una grandissima paura. I talebani hanno emesso un editto che vieta a tutte le ragazze di frequentare le classi. Nella mia gli alunni sono scesi da 27 a 11. Dopo l’editto tre mie amiche si sono trasferite a Peshawar, a Lahore e a Rawalpindi”.
 
Dal 2007 le radio locali martellano i cervelli con le minacce degli studenti di Allah, soprattutto ordinano alle ragazze di disertare le aule. Il papà di Malala chiede protezione all’esercito per il suo istituto scolastico ed ebbe come risposta l’assoluta garanzia di sicurezza per la scuola e per gli scolari.
In un’altra pagina del suo diario (18 gennaio 2009)  Malala scrive:

“Qui nello Swat ogni giorno sentiamo notizie di tanti soldati uccisi o rapiti. Ma la polizia è del tutto invisibile. I nostri genitori sono terrorizzati. Ci hanno detto che non vorrebbero mandarci a scuola almeno fino a quando i talebani avranno annunciato alla radio che le fanciulle possono studiare. Le bimbe non possono dover acquisire coscienza di queste cose a 9, 10 anni o 11 anni”.
 
Malala ne ha appena 12. Il padre la segnala alla Bbc per un blog in urdu, la sua seconda lingua dopo il pashtun: nasce il “diario di una alunna pakistana”. E’ anonimo, ma non per volontà di Malala. Lei vuole gridare le sue idee. Nel febbraio del 2009 partecipa ad uno show televisivo  che va in onda dallo Swat.
Nel 2012 gli studenti di Allah sembrano piegati. La vita pare scorrere normale. La mamma di Malala l’ha convinta a prendere un minibus per andare a seguire le lezioni. Ritiene che sia più sicuro. Il 9 ottobre la ragazzina è appena uscita da scuola con la sua amica Moniba. Nota che le strade sono inspiegabilmente deserte. Due giovani salgono sul pick up. Chiedono: “Chi è Malala?”… quasi meccanicamente le compagne si girano verso di lei. Le sparano. Un proiettile entra sotto il ciglio sinistro, le perfora superficialmente il cranio e si ferma nella schiena.
Malala si salva per miracolo. Quando riemerge dal coma all’ospedale di Birmingham, la prima parola che scrive assemblando lettere magnetiche dell’ alfabeto su una lavagnetta è “country”. Vuole sapere in quale Paese si trova. La seconda è “padre”. Poi verga su un blocnotes rosa: “Chi mi ha fatto questo?”

Malala non molla e ai talebani che, chiusi nel loro fanatismo fondato sull'ignoranza e costruito con la forza del piombo, sono tornati a ripetere le loro minacce di morte contro di lei che li ha sfidati da quando aveva 11 anni per difendere il suo diritto allo studio, risponde con fierezza

“Io non voglio che il mio futuro sia imprigionato fra quattro mura a cucinare e a fare figli”.



 N.B. Il Premio Sakharov per la libertà di pensiero è un riconoscimento dedicato allo scienziato e dissidente sovietico Andrej Dmitrievič Sacharov, istituito dal Parlamento europeo nel 1988 allo scopo di premiare personalità od organizzazioni che abbiano dedicato la loro vita alla difesa dei diritti umani e delle libertà individuali





giovedì 3 ottobre 2013

Questa è la pace!

 
La pace non è un concetto astratto. La pace è un’azione verso gli uomini, le donne, i bambini. Non c’è altro paese al mondo in cui vediamo mettere in pratica questo impegno in modo così costante e determinato. Quel paese, un piccolo paese disperso in mezzo al mare, è Lampedusa. Con tutti i suoi abitanti, i soccorritori, i medici, i volontari. In queste ore, la gente di Lampedusa ancora una volta ha portato a terra i vivi e raccolto i morti.
Lampedusa è così. Gente che non fa differenza tra amici o nemici. Connazionali o stranieri. Cittadini o clandestini. Ecco perché una volta seppellite le decine e decine di morti e placate le polemiche, dopo aver premiato nel 2012 l’Unione Europea, colpevole assente in questa tragedia sulle sponde del Mediterraneo, il Nobel per la pace dovrebbe andare agli abitanti di quest’isola, capitale mondiale d’umanità.

Ma non posso non essere ipercritica (come sempre): il governo ha istituito un ministero, quello dell’integrazione. Mi chiedo: cosa fa il ministro in carica, oltre ad interessarsi del riconoscimento della cittadinanza ai figli degli immigrati nati sul suolo italiano (il cosiddetto ius soli) e al nome da dare ai genitori di figli delle coppie omosessuali (genitore 1/genitore 2)?
Non è il caso che cominci ad occuparsi anche del vero problema dell’immigrazione che viene prim'ancora dell'integrazione?
Voglio ricordare a questo ministro e a tutti i soloni della UE le parole di Papa Francesco, in visita a Lampedusa l’8 luglio scorso:

“Chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle? Nessuno! Tutti noi rispondiamo così: non sono io, io non c’entro, saranno altri, non certo io. Ma Dio chiede a ciascuno di noi: «Dov’è il sangue di tuo fratello che grida fino a me?». Oggi nessuno nel mondo si sente responsabile di questo …  Chi di noi ha pianto per questo fatto e per fatti come questo?, chi ha pianto per la morte di questi fratelli e sorelle? Chi ha pianto per queste persone che erano sulla barca? Per le giovani mamme che portavano i loro bambini? Per questi uomini che desideravano qualcosa per sostenere le proprie famiglie?"

Restiamo umani

L'insostenibile leggerezza di un ex




 

domenica 29 settembre 2013

giovedì 26 settembre 2013

So' cavoli suoi!


Un uomo (uno dei tanti) ha ammazzato la sua ex moglie-amante-compagna-fidanzata (una delle tante), si è costituito e ha detto:”Ho fatto una cavolata”.

Anch’io ho fatto delle cavolate nella mia vita: ho imparato a fumare, ho tinto i capelli di rosso, ho marinato la scuola (una sola volta e mi hanno sgamata) , ho fatto una scorpacciata di pistacchi tanto da star male, ho comprato due volte lo stesso libro dimenticando di averlo già, ho messo gli slip rossi la notte di capodanno, ho comprato “Chi”, ho creduto in alcune persone, ho guidato senza occhiali… e ho capito il male di una cavolata.
Un uomo ha ucciso un’altra donna
Ha detto di aver fatto una cavolata, perché non conosceva il male di una cavolata.
Figuriamoci quello dell’amore.
Figuriamoci quello della vita.

lunedì 23 settembre 2013

Voglio salire a bordo, cxxxo!


"Riprende con il comandante Francesco Schettino in aula il processo per il naufragio e i 32 morti della Concordia. E riparte con una richiesta da parte della difesa: poter salire a bordo, ora che il relitto è stato rimesso in asse [...]. "
 
Ma pensa te: quando il capitano De Falco gli ripeteva "Salga a bordo, cxxxo", lui non ci pensava minimamente … ma ora che la Costa Concordia è di nuovo in asse lui vuole tornare sulla nave... mah!!! non so se mi sto facendo un film, ma sono convinta che tra un paio di anni anche Schettino salirà a bordo del carrozzone politico... lo scopriremo solo vivendo.
 

domenica 22 settembre 2013

Caspita!


Porca miseria! Mi sono distratta un attimo e... oggi  compio sessant'anni! Non me l'aspettavo... ero lì che pensavo ad altro, la mia mente vagava a quando i miei figli erano piccoli, giocavo insieme a loro …  bei tempi! Eh, bei tempi sì!  perché passavano gli anni, loro crescevano e neanche me ne accorgevo, nel senso che il tempo era dilatato, tutto scorreva liscio come gocce d'olio in una padella e non mi  accorgevo che il tempo passava pure per me! E ora a sessant’anni mi ritrovo i figli grandi, un uomo e una donna indipendenti, con le loro vite altrove, mentre io sono qui a pensare. Eh... sai... i miei progetti... ho seminato e...  ho raccolto? Eh, sì!, penso proprio che ho avuto un raccolto abbondante: una bella famiglia, soddisfazioni dai figli, un nipotino che è tutta la mia vita, una bella casa, un lavoro che mi ha intrigato fino alla fine, tante care amicizie … sì, c’è stato un incidente di percorso che mi ha lasciato e mi lascia ancora senza fiato, ma, guardando indietro, quando giro di nuovo lo sguardo davanti, vedo una torta piena di candeline. Le conto: uno, due, dieci, undici, dodici, venti, venticinque, trentanove, quarantacinque... ehi! ehi! calma! cinquantadue, cinquantotto, oh! oh! siamo impazziti? cinquantanove... SESSANTA!!! Caspita! Tutto sembra lontanissimo come se fosse successo ad altri  e a volte mi sembra come se tutto ciò fosse accaduto ieri....
Quante sciocchezze dovrò sentire: … ma dai! sei ancora giovane…l'importante è non sentirseli..... sembri una ragazzina!... ma se  io per prima non ci credo ancora, non mi sembra vero di poterli festeggiare dopo quello che ho passato, perciò  ci sono e devo farci i conti, dopotutto non sono la prima e non sarò l'ultima a dover affrontare questo traguardo.....col tempo sicuramente mi abituerò, ma per il momento faccio come se la cosa  non mi riguardasse, anzi, fra pochi minuti partirò per  festeggiare questo traguardo insieme alla mia famiglia, a Roma e sicuramente sarà un giorno speciale…

Auguri, Viola!

giovedì 19 settembre 2013

Ei fu...


Non se ne può più! ci siamo fatti in questi ultimi mesi una scorpacciata di opinioni, scritte ed orali, sul cavaliere prima che cali su di lui un tenebroso silenzio di tomba mediatica (poco ci credo). Tutti quanti, nostro malgrado, abbiamo subito la sua invadente presenza in questi vent’anni con un crescendo continuo, una specie di pallone gonfiato che a forza di riempirlo di aria alla fine esplode non potendone contenere oltre.
Un uomo che ha occupato la scena politica per quattro lustri dando da mangiare ed arricchendo tanta gente che senza di lui avrebbe condotto una vita anonima con gli stessi problemi di un normale cittadino. Mi riferisco alle varie olgettine, soubrettine, veline, faccendieri, avvocati, medici, imprenditori, conduttori, volatili, serpenti, striscioni, bisce, iene ridens, uccel di bosco, porta voce, porta tappeti e guarda spalle. Una serie di sconosciuti che sono diventati famosi grazie alla fedeltà nei confronti del cavaliere che li ha accolti nella sua corte. Tutti cortigiani e cortigiane che non lo hanno tradito nemmeno quando sono usciti dal giro mediatico perché continuamente remunerati. Grazie ai ruoli da lui coperti ha potuto far passare leggi personali che lo hanno salvato da condanne penali e civili. Famosi i tanti cavilli giudiziari che hanno impedito ai giudici di proseguire nelle indagini a suo carico. Leggi come l’eliminazione del falso in bilancio, riduzioni di prescrizioni, lodi di personaggi non noti che gli hanno sbrogliato dei nodi; nomine di guardasigilli  e presidenti di commissioni che lo hanno protetto da eventuali disegni di legge, una serie insomma di birilli messi ai vari posti per ostacolare la Giustizia.
In mezzo a tanti ostacoli, la magistratura è riuscita comunque a trovare dei percorsi alternativi lasciati scoperti dal cavaliere che lo hanno portato alla condanna definitiva ed alla sconfitta morale e politica. Oggi, a pochi giorni dal compimento di 77 anni (77 al lotto simboleggia le gambe delle signorine), il Cavaliere è stato disarcionato senza più cavilli … anche se continua a lanciare proclami, minacce, ricatti, accuse  all’Italia che rivede in lui, oggi, la stessa decadenza che ebbe Napoleone e che il grande Manzoni riassunse in due paroline … Ei fu…

 

mercoledì 18 settembre 2013

Gloria in cielo...


Cara Gloria,
sei volata in cielo pochi giorni fa, per un intervento di routine che doveva essere l’anticamera della tua salvezza: a giorni saresti stata trapiantata con il midollo del tuo fratellino Riccardo, che ti avrebbe salvato da una brutta leucemia… ma l’imperizia dei medici è stata più devastante del cancro.
Ti racconto com’è questo intervento di routine, perché anch’io l’ho subito, ma con un’anestesia locale non totale come quella che ti hanno somministrato, data la tua piccola età.
Dopo tutte le manovre di routine e dopo la puntura anestetizzante, il chirurgo incide la vena giugulare e, all’interno di essa, introduce un catetere (CVC: catetere venoso centrale): io sentivo questo corpo estraneo scivolare nella vena e solo il mio angelo custode sa quante volte l’ho implorato affinché tutto finisse presto e bene! Dopo un percorso di circa 10-12 cm e un'altra piccola incisione eccolo spuntare fuori, il catetere, e ad esso è stata applicata la farfallina che è servita poi per attaccare le flebo della chemio … ecco, un intervento semplice …  ma la tua vena di bimba di due anni non ha retto al passaggio del cateterino  e si è rotta, provocandoti un’emorragia che ha invaso il polmone e togliendoti la capacità di respirare ….
Dov’era il medico mentre ciò accadeva? perché nessuno ha visto che la vena si era rotta? e le macchine, i monitors non hanno segnalato le tue difficoltà respiratorie?
Non ci sono più parole per tutto ciò che accade in campo sanitario: in tutti gli ospedali d’Italia ogni giorno c’è qualcuno che muore o che subisce danni irreversibili e tu, piccola Gloria, che avevi una speranza di vita per quel midollo che ti sarebbe stato donato, sei morta per un catetere! Non è possibile!!!
Sicuramente dove sei ora sarai stata accolta nel migliore dei modi, sicuramente sei entrata a far parte nella schiera della Gloria degli Angeli!

Ciao, piccola Gloria. Riposa in pace.

 

 

martedì 17 settembre 2013

L'Italia torna a bordo?



che la Concordia sia la metafora dell'Italia che ce la farà anche senza gli Schettino che vorrebbero farla affondare...

Riflessione numerologica
venerdì 13 gennaio 2012 la Costa Concordia affonda
martedì 17 settembre 2013: la Costa Concordia riemerge
... la magìa dei giorni e dei  numeri ...

giovedì 12 settembre 2013

i nuovi monatti



Testo integrale tratto da affaritaliani.it... non ci sono parole...
              
 

Cronache


Clamorosa ammissione dell'azienda farmaceutica: "Cancro trasmesso coi vaccini"
Mercoledì, 11 settembre 2013 - 11:46:00

Un’azienda farmaceutica ha confessato: la tragedia mondiale che sembrava frutto di una mente squilibrata purtroppo invece è una realtà con cui bisognerà confrontarsi. L’azienda ha ammesso di aver inoculato il virus del cancro per mezzo dei vaccini.
La scioccante intervista ovviamente censurata, condotta dallo studioso di storia medica Edward Shorter per la televisione pubblica di Boston WGBH e la Blackell Science, è stata tagliata dal libro “The Health Century” proprio a causa del suoi contenuti, l’ammissione che la Merck ha tradizionalmente iniettato il virus micidiale (SV40 ed altri) capace di provocare il cancro, nella popolazione di tutto il mondo. Si spiegherebbe infatti l’aumento dell’insorgenza dei tumori negli ultimi 50 anni.
Questo filmato, contenuto nel documentario “In Lies we trust: the CIA, Hollywood and Bioterrorism”, prodotto e creato liberamente dalle associazioni di tutela dei consumatori e dall’esperto di salute pubblica, Dott. Leonard Horowitz, caratterizza l’intervista al maggior esperto di vaccini al mondo, il Dott. Maurice Hilleman, che spiega perché sono state diffuse l’Aids, la leucemia ed altre terribili malattie. Nei vaccini venduti al terzo mondo si è scoperto che questi contenevano l’ormone B-hCG, un anti fertile se immesso in un vaccino. La Corte Suprema delle Filippine ha scoperto che oltre 3 milioni e mezzo di donne e ragazze hanno assunto questi vaccini contaminati, così come in Nigeria, Thailandia

lunedì 2 settembre 2013

Passi di bimbo...


...così si chiama l’asilo che da oggi comincerai a frequentare. Pensa
che bello! proprio ieri sei venuto tutto orgoglioso e baldanzoso sulle tue gambette per farmi vedere come sai camminare … che emozione mi hai dato con quei piccoli passi di bimbo! In bocca al lupo per questa bella esperienza che ti accingi a vivere … un po’ piangerai, resterai attaccato al tuo cestino, ti guarderai attorno smarrito in cerca di mamma e papà … ma, vedrai, passerà presto e ti abituerai a vivere con altri bimbi piccoli come te, a condividere con altri i tuoi giochi, i dispetti, i pianti, il pranzo e il riposino … ma vedrai quanti passetti imparerai ancora, piccoli passi che ti faranno diventare un vero ometto, pronto ad affrontare il mondo con più sicurezza.
 
Ti voglio bene, bello di nonna!

sabato 31 agosto 2013

NEWS ! ! !


Imu, Renato Brunetta non la pagherà. Anche se ha una villa da 14 vani con piscina...

Testo integrale tratto da

L'Huffington Post  | 

Pubblicato: 31/08/2013 11:33 CEST  |  Aggiornato: 31/08/2013 11:33 CEST

Anche Renato Brunetta non pagherà l'Imu. Nonostante abbia "una villa su due piani, con 5 bagni, 10 camere, due ripostigli, due cabine armadio, per complessivi 14 vani catastali e mezzo più una bella piscina nel verde circondata da un giardino di 1300 metri quadri".

I conti li fa oggi il Fatto quotidiano:
Come molti altri ricchi possidenti, Brunetta non pagherà l'Imu sulla sua prima casa per il 2013: un risparmio netto di 2mila e 750 euo con un corrispettivo ammanco nel bilancio dello stato. A Michele Serra che contestava su Repubblica la scelta di escludere dalla tassazione tutte le abitazioni principali, comprese quelle dei ricchi, Brunetta ha replicato: "L'Imu è tolta per la prima casa e resta per le case di lusso, di solito abitate dai ricchi. L'Imu è un'imposta reale: si applica alle cose e non alle persone. Somiglia all'accisa sulla benzina. La pagano uguale poveri e ricchi. Non è così, perché un povero non paga 10mila euro di Imu su cinque case come è accaduto a Brunetta nel 2012.
Passino le altre quattro, ma come è possibile che sulla villa che risulta prima abitazione il capogruppo del Pdl non sborsi un euro? Lo spiega sempre il Fatto:

MOTIVAZIONE:
"Oggi casa Brunetta è censita come categoria A7, classe 7, zona censuaria 6. Nonostante la piscina, probabilmente perché inferiore agli 80 metri quadrati, non è considerata di lusso. Villa Brunetta rientra per un soffio nell'esenzione sponsorizzata dal suo proprietario. Solo le ville inserite nella categoria immediatamente superiore, la A8, continueranno a pagare l'imposta, mentre le ville inscritte in categoria A7, anche se ristrutturate di recente, nonostante cinque bagni, dieci camere e piscina, saranno esenti al pari di un bilocale".

REAZIONI DAL WEB