In un periodo in cui l'opinione pubblica(in primis io) tende a sottolineare soprattutto gli aspetti negativi della sanità, io vorrei spezzare una lancia in
favore di coloro che riportano in alto gli standard qualitativi delle
professioni sanitarie.
Una di queste persone è il prof. Fabio Pacelli, che ho avuto la
fortuna di conoscere nel febbraio 2012 presso la Fondazione Giovanni Paolo II
di Campobasso e che, successivamente ho incontrato a Roma presso il Policlinico
Agostino Gemelli.
Non è facile spiegare che persona è il prof. Pacelli: quando l’ho incontrato
la prima volta pensavo di trovarmi di fronte al solito chirurgo spocchioso e
scostante. Incontro invece una persona speciale: solare, simpatico, empatico
che subito mi trasmette un grande ottimismo, una voglia di farcela e combattere
contro quell’intruso che mi era cresciuto in pancia. Dal modo sicuro e
competente con cui parlava, capii subito che mi trovavo di fronte ad uno
“tosto”, uno che in sala operatoria sa il fatto suo.
E, infatti, solo un mese fa sono stata rioperata (il cancro è pazzo), sempre da lui e ho avuto conferma delle sue
capacità professionali tecnico-chirurgiche di alto livello, della disponibilità
costante nel fornire spiegazioni, delle sue doti umane, che fanno di lui
un esperto chirurgo e una persona
speciale.
Mi sono
affidata alla sua competenza e alla sua professionalità incondizionatamente e
tutto è stato meno doloroso, meno preoccupante e la speranza di un’evoluzione
in positivo più probabile.
Mi ha fatto
sentire una persona e non un numero: con la sua squisita,
dolce, umana professionalità è intervenuto in una situazione difficile e non
conta quello che sarà il futuro, di sicuro ha migliorato la qualità della mia
vita e se è riuscito ad allungarla solo il destino potrà rispondere, ma ha fatto
di sicuro tutto il possibile e anche l'impossibile.
E allora, grazie, prof. Pacelli!
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