giovedì 5 dicembre 2013

Meno male che Fabio c'è...

In un periodo in cui l'opinione pubblica(in primis io) tende a sottolineare soprattutto gli aspetti negativi della sanità, io vorrei spezzare una lancia in favore di coloro che riportano in alto gli standard qualitativi delle professioni sanitarie.
Una di queste persone è il prof. Fabio Pacelli, che ho avuto la fortuna di conoscere nel febbraio 2012 presso la Fondazione Giovanni Paolo II di Campobasso e che, successivamente ho incontrato a Roma presso il Policlinico Agostino Gemelli.
Non è facile spiegare che persona è il prof. Pacelli: quando l’ho incontrato la prima volta pensavo di trovarmi di fronte al solito chirurgo spocchioso e scostante. Incontro invece una persona speciale: solare, simpatico, empatico che subito mi trasmette un grande ottimismo, una voglia di farcela e combattere contro quell’intruso che mi era cresciuto in pancia. Dal modo sicuro e competente con cui parlava, capii subito che mi trovavo di fronte ad uno “tosto”, uno che in sala operatoria sa il fatto suo.
E, infatti, solo un mese fa sono stata rioperata (il cancro è pazzo), sempre da lui e ho avuto conferma delle sue capacità professionali tecnico-chirurgiche di alto livello, della disponibilità costante nel fornire spiegazioni, delle sue doti umane, che fanno di lui un  esperto chirurgo e una persona speciale.
Mi sono affidata alla sua competenza e alla sua professionalità incondizionatamente e tutto è stato meno doloroso, meno preoccupante e la speranza di un’evoluzione in positivo più probabile.
Mi ha fatto sentire una persona e non un numero: con la sua squisita, dolce, umana professionalità è intervenuto in una situazione difficile e non conta quello che sarà il futuro, di sicuro ha migliorato la qualità della mia vita e se è riuscito ad allungarla solo il destino potrà rispondere, ma ha fatto di sicuro tutto il possibile e anche l'impossibile.
E allora, grazie, prof. Pacelli!




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