domenica 8 maggio 2016

Son tutte brave le mamme del mondo...

Auguri a quelle mamme che scappano da guerre, carestie, fame, portando con sé figli e affrontando viaggi inenarrabili su squallidi barconi.

Auguri a quelle mamme che ancora non sono riuscite a diventarlo, che non pensano ad altro giorno e notte, a quelle che si sottopongono agli interventi più intrusivi e rischiosi, ai viaggi più lontani e costosi.

Auguri a quelle donne che non si sentono tali fino a che non stringono tra le braccia il  loro batuffolo.

Auguri alle donne che sognano una pancia piena di figlio e non hanno paura di nulla, purché accada.

Auguri alle donne che hanno pensato allo studio, alla carriera, alla realizzazione economica e adesso, da vecchie, si guardano in faccia e farebbero qualsiasi cosa per tornare indietro e poter festeggiare questa festa di maggio.

Auguri alle donne che conoscono l'ebbrezza e la gioia di sapersi incinte e mostrano orgogliose il loro pancione.

Auguri a quelle donne che, nonostante la crisi, hanno deciso di far nascere il loro cucciolo.

Auguri a quelle donne che sono diventate madri ed ora si sentono sommerse fino al collo dalle responsabilità, dalle paure, dalle preoccupazioni, e provano talmente tanto senso di colpa per questo, che non se lo sanno raccontare davvero, ma sognano fughe e vite parallele.

Auguri a quelle mamme che hanno subito la separazione e il divorzio e crescono da sole i figli.

Auguri a quelle mamme che si son viste togliere i figli dai cosiddetti servizi sociali.
Auguri alle mamme depresse che guardano i loro figli e sentono di non riuscire neanche a prenderli in braccio, a quelle mamme che il mondo giudica ed abbandona, a quelle mamme sole ed atterrite dal loro stesso bisogno di silenzio e sonno.
Auguri alle mamme che fingono sia tutto una gran figata, un’ infinita pubblicità del Mulino Bianco, un passarsi sorrisi e merende gonfie di gioia ed orgoglio.
Auguri alle mamme che hanno desiderato un figlio per anni e dopo aver vissuto mille avventure e peripezie per averlo, adesso non sono più sicure che quel desiderio fosse giusto per loro.
Auguri alle mamme giovanissime, appena ventenni, che cercano di allattare al seno e contemporaneamente si preoccupano che si sciupi.
Auguri alle mamme che sono sicure di non fare mai abbastanza, a quelle che non se lo sono mai chiesto e si sono ritrovate figli grandi senza sapere neanche come sia accaduto.
Auguri alle mamme che assitono figli malati, che non dormono più un vero sonno da anni, che corrono ovunque per cercare una cura, che donano i loro organi per dare ancora una volta la vita ai propri figli.
Auguri a quelle mamme che non sanno cosa sia un percentuale di crescita, un'alimentazione sana, e dei denti da curare, ma riescono a ridere con i propri bambini, a crepapelle.
Auguri alle mamme che si dimenticano di sé stesse dal momento esatto in cui i loro figli si aggrappano alle loro mammelle, e poi se lo ricordano d'improvviso anni dopo, inorridendo al solo scoprire cosa sono diventate.
Auguri a chi vuole un figlio e distrugge il proprio matrimonio per questo, a chi ha paura di averlo, a chi si preoccupa delle smagliature, a chi non respira al solo pensiero di ciò che potrebbe capitare ai propri figli da un momento all'altro, a chi riesce a lasciarli andare liberi per il mondo, ed a chi li inchioda ai propri piedi, a chi li stimola ogni giorno, a chi li vizia, a chi li trascura, auguri a chi li sostiene nonostante tutto, a chi non vede l'ora di passargli una passione, di raccontargli una storia, di portarli con sé in un viaggio.
Auguri a quelle mamme che nonostante abbiano tanti bambini, si sentono ancora troppo figlie per ricordarsi di fare le madri.
Auguri a quelle mamme malate che non fanno pesare il loro dolore sui figli.
Auguri a tutte le mamme.
Auguri alla mamma che sono stata in questi 41 anni.


AUGURI A MIA MADRE CHE É L'ORIGINE DELLA MIA MATERNITÀ.


mercoledì 6 gennaio 2016

Vita!!!

E così l”Epifania ogni festa porta via. E’ iniziato un nuovo anno e nemmeno ce ne siamo accorti… All’ anno vecchio voglio lasciare questo saluto.
“Sono felice che tu mi sia passato addosso, anno che sei andato via. Delle volte ti ho sentito sulla schiena, pesante come un macigno, delle volte eri così leggero, che su quella stessa schiena, mi sentivo due ali. E mi hai dato giorni violenti e notti insonni. Attimi felici e tramonti che non rivedrò mai più … ce ne saranno ancora, forse di più belli, ma non li guarderò con gli stessi occhi. E sei stato carezza e pugno nello stomaco … Amore … Solitudine. E mi hai vista più giovane di quel che sarò, o forse più vecchia, perché la vita ci cambia, in meglio o in peggio. Perché le rughe, quelle più profonde, ce le abbiamo nel cuore, non sulla faccia. Hai visto i miei sogni … alcuni interi, altri in frantumi. Quanti ne hai rimandati!... ed io ci spero ancora, che il prossimo anno sia migliore di te. In ogni caso, mi lasci con questa speranza. Si chiude il cerchio e te ne vai e, nonostante tutto, mi volto a guardarti con malinconia. Comunque tu sia stato, sei stato VITA … e la vita è vita, sempre …

Che il viaggio continui per tutti noi e che sia un BUON VIAGGIO!!!"

venerdì 1 gennaio 2016

Cinzia...

Campobasso, 23 dicembre 2015


Carissimi Genitori di Cinzia,
so che il Dolore che provate è troppo grande e poca conta il mio, che ho conosciuto, amato, stimato la cara Cinzia.
Al di là delle sue competenze professionali, Cinzia è stata il mio punto di riferimento, la mia guida, la mia Stella Cometa, in questi ultimi anni, da quando il cancro ha invaso il mio corpo. Mi è stata sempre vicina, mi ha supportata nei vari passaggi della malattia, mi ha stimolata a guardare oltre la malattia, ha partecipato alle mie vicende familiari e, fino all’ultimo, ci siamo fatte entrambe coraggio, ripetendoci spesso “ce la faremo”.
Il suo ultimo messaggio risale a Domenica 13 dicembre, in cui mi scriveva “sto tribolando. Abbi cura di te.Ti voglio bene”…è stato il suo addio, sapeva forse che non ce l’avrebbe fatta e, nonostante tutto, ha avuto un pensiero per me, ricordandomi di non mollare e questa è una delle cose che terrò sempre nel mio cuore.
Voglio ringraziarVi per l’amore che Le avete dato, la forza che Le avete trasmesso per andare sempre avanti, nonostante tutto, so che lo avrebbe fatto Lei e sarà stato il suo ultimo desiderio, perché Cinzia Vi amava, Vi nominava sempre, Vi voleva bene, Vi era grata per tutto ciò che avete fatto per Lei, come una cucciola ferita che si sentiva protetta da chi l’aveva messa al mondo. E anch’io voglio ringraziarVi perché sono sicura che la forza che Cinzia mi ha trasmesso in questi ultimi anni, è la stessa che Voi avete trasmesso a Lei.
Oggi pomeriggio si svolgeranno i suoi funerali: mi dispiace non esserci, ma le mie condizioni di salute non me lo consentono, ma io sarò lì, insieme a tutti Voi, pregherò per la sua anima candida e, sono sicura che Cinzia sentirà l’affetto, il calore, la riconoscenza di tutte le persone che Le hanno Voluto bene.
 “ Che la terra non Le pesi”

Grazie, Cinzia. Tvb.




martedì 22 settembre 2015

... a me...

Oggi compio 62 anni!!!...ci vorrebbe un decreto interpretativo, così invece di 62 ne farei 26, tanto è un cavillo… perché no?...ma va bene così, dopotutto non capita tutti i giorni compiere 62 anni … un bel numero e anche se spesso mi sento dire “ma non li dimostri”, si sentono, eccome se si sentono!!! E ci sono giorni che non li percepisco, mi sveglio con la forza di un leone, faccio mille cose … altri in cui li sento tutti, pesanti, presenti dal primo all’ultimo.

E allora con molta presunzione dico:

“ Auguri alla grandissima me stessa, a ciò che sono per me stessa e per gli altri, alla forza che nonostante il destino cerchi di minare, ogni volta ne esce raddoppiata, alla capacità di dare piuttosto che alla necessità di ricevere, alla voglia di sorridere a dispetto delle lacrime, alla qualità di essere amica a prescindere, al mio fisico violato da ogni sorta di intervento e terapia che ha la capacità ancora di resistere, al mio cuore che nonostante gli strappi profondi ha sempre la capacità di ritornare ad emozionarmi, farmi sentire serena e stare bene con gli altri.

A me che sono, semplicemente sono… ”!!!

Auguri, Viola!

venerdì 21 agosto 2015

Quattro chiacchiere e un funerale

La notizia è questa: ieri a Roma si sono svolti i funerali di un capomafia molto pericoloso, che circolava a piede libero, sul cui capo non pendeva nessuna accusa. Il funerale si è svolto in modo sfarzoso: 6 cavalli, una Rolls Royce, la banda che intonava le note de "Il padrino", un elicottero che ha cosparso la zona di petali di rose, mentre un maxi manifesto annunciava alla città la morte del "Re di Roma".
L’unica cosa strana e pericolosa in tutta questa storia e su cui si dovrebbe ben indagare, è l’elicottero che ha sorvolato i cieli romani, seminando petali di rose… no, non mi schiero con il capomafia deceduto, è semplicemente che la settimana scorsa, nella mia città, è stato celebrato un funerale simile per la morte di un capo Rom: 4 cavalli, la carrozza con il defunto, la banda (che non ha intonato le note de “il padrino”), la città infiorata con petali di rose lungo tutto il percorso del corteo del funerale. .. ma l’elicottero no… Ecco, il signor di cui tanto si parla, aveva origini Rom: nei riti di quest’etnia i funerali si svolgono in modo sfarzoso, senza risparmio (anche nei cimiteri i loro loculi sono i più ricchi, addobbati come veri e propri altari), ma per celebrarli sono necessarie varie autorizzazioni: prefettura, comune,etc, perché si rallenta il ritmo della vita cittadina e perché comunque non si possono discriminare usi e costumi di altre etnie. Ora, se questi permessi sono stati concessi, se sul defunto non pendeva nessun carico penale (anche se tutti sapevano le sue attività in odor di mafia), perché il sacerdote non avrebbe dovuto celebrare queste esequie? Ripeto, l’unica cosa su cui indagare è il sorvolo dell’elicottero sulla zona. Ma poi, perché sono stati concessi i permessi dalle autorità competenti??? e perché i giornalisti, sempre a caccia di scoop, non fanno queste semplici considerazioni, invece di fare di ogni cosa un caso politico? certo ci sono stati eventi veramente disarmanti nel passato, tipo le madonne in processione che fanno l'inchino sotto la dimora dei capoclan, o, peggio, salme di capi sanguinari della banda della Magliana, sepolti nelle più importanti chiese romane, ma questo fatto mi sembra che esuli un po' da tutto ciò...poi, comunque, sentiremo e vedremo come questo polverone finirà.

giovedì 13 agosto 2015

Mi presento

Ciao, sono Vittorio, sono nato da poche ore, ma già mi considero un bimbo molto fortunato, perché so che lassù in cielo c'è nonna Tattalina che mi proteggerà.
Un grazie e un bacio a tutti quelli che mi ameranno!:):):)




Buona Vita, Vittorio!!!

domenica 9 agosto 2015

L'indispensabile leggerezza dell'essere

"Un viaggiatore prepara lo zaino e si appresta a partire. La meta è la montagna più alta della regione. Sarà un viaggio lungo, forse pericoloso, sicuramente faticoso: cosa portare nello zaino? Qualche cambio di vestito, borraccia, bussola, coltellino svizzero… “lo stretto indispensabile per rimanere leggeri”, pensa il nostro viaggiatore. Quando si è per strada, la leggerezza è indispensabile e ci permette di poter cambiare direzione velocemente o di adattarci alle situazioni più imprevedibili. Un altro regalo della leggerezza è la semplicità. Ci avete mai pensato? Esiste una relazione forte, spesso dimenticata, tra questi due concetti: quando ci si può muovere, quando la mente e il cuore sono leggeri, le scelte facili ci appaiono davanti come un paesaggio limpido, libero da nuvole e nebbia. Un viaggiatore esperto celebra e accoglie a braccia aperte semplicità e leggerezza, facendone preziosi e fedeli compagni di viaggio. Possono sembrare idee banali ma queste due parole nascondono un universo di discussioni filosofiche che sono diventate uno degli argomenti preferiti di poeti, matematici, psicologi e perfino monaci buddisti. La passione per leggerezza e semplicità accomuna veramente molti."

Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore
Italo Calvino

Adoro questa frase di Italo Calvino...se il nostro viaggiatore la leggesse, quello che vedrebbe sarebbe un invito a non appesantire troppo il suo zaino...
Eh, si!!!... è questo che mi ha insegnato la vita e mi dispiace di averlo capito solo ora, dopo che la vita mi ha dato tanti schiaffi in faccia… vivere con leggerezza – che non significa vivere con superficialità – affrontare i problemi con più disinvoltura, concedersi uno svago, fare una pazzia ogni tanto, uscire dai “ranghi”, pensare più a me stessa, insomma … essere meno pesante e saper approcciare le cose difficili con più linearità. Eppure sono un’ottimista, sono solare, ma il mio perfezionismo, il mio ordine mentale, la mia pignoleria e il mio ipercriticismo, mi fanno vivere i problemi con troppa serietà, devo scandagliare, andare a fondo, pensare “ma poi domani se…”
E basta, Viola! Non stare seduta su te stessa, non appesantire il tuo fardello più del dovuto, ascolta il tuo respiro, fai vibrare le tue sensazioni, stacca la spina dai problemi degli altri…e pensa a te, solo a te!!!

martedì 4 agosto 2015

AUGURI !!!

Oggi 41 anni di matrimonio e ripropongo la stessa immagine di due anni a voler significare che nulla è cambiato, ma soprattutto a dimostrare che posso ancora festeggiarlo:):):)

lunedì 3 agosto 2015

Ai molisani DOC:):):)

https://it-it.facebook.com/media/set/?set=a.148060445209390.30361.148021988546569&type=3



































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venerdì 24 luglio 2015

Non capisco...


Sarà colpa del caldo, sarà colpa della crisi, sarà colpa dell’età … ma cos’è questa insoddisfazione che avverto nell’aria, questa voglia di non far nulla, di fregarmene dei problemi della società?
No, non è il caldo, non è la crisi, non è l’età … è colpa delle cose che non capisco.
Non capisco il Premier-Pinocchio che non è abbastanza di sinistra, non è abbastanza di destra e non è nemmeno abbastanza democristiano, non è abbastanza vecchio e nemmeno abbastanza giovane, quando lo vedi dire e fare cazzate (leggi Riforma BuonaScuola).
Non capisco l’Uomo che sussurra alle Felpe, la cattiveria che vomita e la cattiveria che alimenta negli altri che, come lui, si credono migliori dei rom, degli extracomunitari, dei neri, dei rifugiati politici, dei meridionali italiani, solo perché hanno avuto la fortuna di nascere in un paese libero e, soprattutto, in una zona di questo paese più ricco e industrializzato. Ma ben presto, forse, capiranno che non è più il bel paese di una volta, quello della Milano da bere… e alla cattiveria come si può rispondere?...dalle malattie si può guarire, dalla cattiveria no!
Non capisco l’Ex-ex-ex che non è più quello di una volta, ma è quello di sempre triste, più triste (anche se si sforza di sorridere sempre), rifatto, più rifatto, vecchio, più vecchio…eppure è sempre a capo di quel carrozzone che perde pezzi, che conta meno, ma conta ancora qualcosa, che sbraita di meno, ma è sempre troppo per chi l’ha sopportato per 20 anni.
Non capisco il Grillo parlante, delle scie chimiche, delle sparate dai palchi dei comizi pubblici, monologhi comici e amari, confezionati apposta per mandare a tutto e a tutti un suo vaffa…
Non capisco l’Angelino, che con tutte le tegole che gli piovono in testa è ancora lì … purtroppo è questa la verità e di fronte a questa verità c’è poco da stare allegri.
Ecco, ora che l’ho scritto  ho capito la causa della mia insoddisfazione, della mia voglia di non far nulla: la delusione!!!


martedì 21 luglio 2015

Gioia di mamma!!!

 Nuove Corrispondenze

Posted on19 luglio 2015
tekiuen riparte dalla galleria Passaggi con “RELOAD – esistenza/resistenza/resilienza”


In RELOAD, l’artista molisana Stefania De Cristofaro in arte tekiuen, che vive e lavora a Pisa, presenta una sintesi della sua recente ricerca, “ripartendo” e facendo il punto sulla propria esperienza artistica ed esistenziale.
Nelle tre sezioni dal titolo Respira  Resisti  Relax, che propone presso la Galleria d’arte contemporanea “Passaggi”diretta da Silvana Vassallo, affronta il tema dell’integrità interiore: il centrarsi/conservarsi innato dell’individuo e il suo costituirsi/modellarsi sul piano culturale.
In Respira riprende un tema ambientalista affrontato in un suo racconto dal titolo “Il piano di fuga”. Nella fantasia letteraria, in un mondo trasformato in una gigantesca camera iperbarica, l’aria è divenuta un bene alla portata di pochi: un gruppo di dissidenti ne conserva alcune scorte solide, sniffandole in una località segreta.
Il tema viene qui rivisitato nella sua componente psicologica.
La mancanza di ossigeno, la sensazione di soffocamento, sono indici di una realtà percepita senza via d’uscita. Il video che viene presentato simula il ritmo e il suono del respiro attraverso il movimento di un velo: la visualizzazione del respiro, praticata in certe discipline orientali, ci consente di riprendere il dominio/controllo di noi stessi riappropriandoci dei nostri ritmi naturali, troppo spesso “sfasati” dal vivere quotidiano. Il lavoro è un invito all’uso consapevole di questa facoltà/risorsa naturale, il cui accesso pare scontato.
In Resisti tekiuen unisce due suoi recenti lavori. Il primo, dal titolo PERSONA PERSONAE. Modulazioni di frequenze tra divenire e dover essere (Seravezza, 2011), in cui attraverso un’installazione sonora invitava le persone a relazionarsi con sé stesse mediante l’ascolto di suoni provenienti da un busto.
tekiuen, PERSONA PERSONAE, Seravezza 2011, vista dell’installazione
Attraverso il suono, che “sintetizza” pensieri, emozioni e azioni quale proiezione di un mondo interiore, siamo invitati ad aprirci al mondo esterno scegliendo di conoscere le storie di una giovane donna italiana e di un giovane uomo immigrato, narrate con immagini e parole, ispirate a un’altra installazione dal titolo PROVA A IMMAGINARE. Esperimento di empatia no border (Pisa, 2012). Qui, in un esercizio “situazionista”, il pubblico era invitato a relazionarsi ad un contesto inedito e significativo. Le persone, prima di avvicinarsi a leggere le storie di donne e uomini migranti, potevano indossare una tuta come quelle esposte a narrarne il vissuto (simili a quelle indossate dal personale di accoglienza e fatte indossare ai migranti al loro sbarco).
In un “gioco” di interscambio, che attiva nuove possibilità di comprensione, ci si mette nei panni dei migranti, dell’altro, sperimentando fisicamente e psicologicamente i limiti della propria e dell’altrui integrità.
Resisti è un invito a prendere coscienza di quanto la resistenza interiore possa essere strumento di difesa e di preservazione di sé stessi, ma anche modalità e pratica di isolamento ed esclusione.
Infine Relax, l’ultimo dei lavori presentati, omaggia una delle più antiche e suggestive pratiche di riflessione della cultura giapponese attraverso l’interazione con un piccolo e giocoso giardino zen: lavorare la sabbia tra le pietre, sublimazione dell’acqua e degli alberi, ha un effetto calmante che aiuta a liberare la propria interiorità in continuo fluire, differente e al contempo uguale a sé stesso, come i segni che si possono tracciare sulla sabbia.
Est modus in rebus («v’è una misura nelle cose; vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto», Satire I, 1, vv. 106-107) è la sentenza diOrazio che l’artista scrive su uno dei sassi. «Questa massima mi tornò in mente – spiega tekiuen – una sera di qualche anno fa dopo una difficile giornata di lavoro per la preparazione tecnica di uno spettacolo teatrale. Maturai, in quell’occasione, la consapevolezza che tutto può essere risolto e pronto per la prima, nonostante gli ostacoli e le difficoltà. È questa, secondo me, la magia del teatro. Da quel momento, Est modus in rebus ha significato per me “c’è un modo per fare tutte le cose”. Questo modo di pensare l’imprevisto mi tranquillizza ancora oggi quando le cose non vanno per il verso giusto»
«Spero – conclude tekiuen – che questo mantra positivo, nato da uno slittamento semantico, aiuti a donare, nei pochi minuti passati a comporre il piccolo giardino zen, un po’ di pace interiore e di fiducia in sé stessi».
RELOAD – esistenza/resistenza/resilienza ci parla del nostro innato istinto di conservazione che beffa il caso sul suo stesso terreno, volgendo la situazione a proprio favore quando la speranza pare perduta; della nostra resilienza, che è il contrario della fragilità, capacità di “risalire sull’imbarcazione capovolta”: resilienza, derivando dal latino “resalio”, iterativo di “salio”, rimanda infatti a quel significato d’origine. Ma ci parla anche della nostra intelligenza, della sua duttilità, della capacità di adattamento e comprensione che, centrandoci, possiamo offrire alle situazioni più disparate, incomprensibili, destabilizzanti.

             tekiuen,  RELOAD – resisti, Pisa 2015, vista dell’installazione
Galleria Passaggi, via Garofani 14 | Pisa

RELOAD – esistenza/resistenza/resilienza
tekiuen
9 – 19 luglio 2015