sabato 29 giugno 2013
martedì 25 giugno 2013
domenica 23 giugno 2013
Buon compleanno, Tommy!
Ciao, bello di nonna
oggi compi un anno e non sai come in cuor mio questa data abbia
preso importanza da quando tu sei nato!!!
Ricordo ogni attimo di quel giorno, ma più che
altro ricordo come tu con la tua minuscola vita mi hai fatto capire come erano
belle le cose più semplici, le cose più umili, quelle che ti fanno sentire
bene, nonostante l’incertezza della vita.
Ci dissero che eri nato, dopo giorni interi passati nel corridoio ( hai
deciso tutto tu, non ti sei servito di calcoli, lune,ecc.) e quando uscì l’infermiera
con la culla, lì dentro c'eri tu, piccolissimo, avvolto in un panno verde che
mi guardavi con due occhioni grandissimi, c'eri tu che sei entrato dentro di me
in un attimo per prendermi per mano ed insegnarmi le cose più belle che ci
potessero essere intorno a me, io ti ho amato dal primo secondo in cui la tua
mamma e il tuo papà mi dissero che c'era un fagiolino in arrivo (quanti
soprannomi hai cambiato in quest’anno : Pisolo, Brontolo, Mammolo, Ciccio,
nanerottolo …) ma quell'attimo, in quel secondo ti ho amato ancora di più!!!
Oggi che già un ometto di un anno, oggi che mi riconosci, mi abbracci, mi mandi bacetti
bacetti per telefono, oggi che ancora una volta mi insegni tante cose, oggi,
tesoro mio, nonna ti ama ancora di più, ti ama dal sorriso più bello che hai
alle lacrimine quando qualcosa non va come dici tu, ti ama da quando ti metti a
giocare con le costruzioni a quando giochiamo insieme e ti canto quelle
canzoncine strambalate che ti fanno tanto ridere, nonna ti ama perché sei un
piccolo angioletto bellissimo!!!
Ti ho scritto questa piccola lettera perché
volevo augurarti in modo speciale un bellissimo compleanno, volevo augurarti
che la vita ti dia sempre quei bellissimi sorrisi che tu oggi dai a me e che ti
abbracci così forte come tu fai con me quando mi vedi arrivare, per infonderti
tutta le felicità che esiste!!!
Ti voglio bene, Tommy!
mercoledì 12 giugno 2013
Il fiore più bello, la vita
Non sono triste
per il mio male,
né a causa di esso,
mi sento un fiore diverso,
senza rugiada, senza sole,
nel prato della vita.
Non tengo conto
della foglia avvizzita
che pende dal mio gambo,
forse son meno belli
i miei petali?
Forse su me non giunge l'ape?
Guarda la mia corolla,
gemente affida il polline
al vento lieve e spera.
Distolgo lo sguardo
dalla foglia accartocciata,
volgo al cielo la mia corolla,
non la serro nella solitudine
del dolore.
Mi guardo attorno,
non sono sola.
Tanti altri fiori
per me, cantano
per il mio male,
né a causa di esso,
mi sento un fiore diverso,
senza rugiada, senza sole,
nel prato della vita.
Non tengo conto
della foglia avvizzita
che pende dal mio gambo,
forse son meno belli
i miei petali?
Forse su me non giunge l'ape?
Guarda la mia corolla,
gemente affida il polline
al vento lieve e spera.
Distolgo lo sguardo
dalla foglia accartocciata,
volgo al cielo la mia corolla,
non la serro nella solitudine
del dolore.
Mi guardo attorno,
non sono sola.
Tanti altri fiori
per me, cantano
martedì 11 giugno 2013
venerdì 7 giugno 2013
Lapsus fatale
Un lapsus terribile, un buco
nero. Il vuoto che dura ore e si porta via un bambino: così è morto Luca, due anni, dimenticato
in macchina sotto il sole, per oltre 8 ore… come è possibile?... a me non
sarebbe mai capitato…che razza di padre era…questi i commenti ascoltati subito
dopo la tragedia…
Eppure quel papà oggi non si dà
pace, è sotto choc, vuole morire ed io mi chiedo come sarà la sua vita da oggi
in poi. La sua routine quotidiana fatalmente si è inceppata, un blackout durato
8 ore.
Già negli anni scorsi c’erano
state altre tragedie simili: figli dimenticati nel parcheggio di autostrade o
dei supermercati.
Ma cosa sta succedendo? Siamo tutti
schizzati? cos’è che ci spinge a fare cose inaudite inconsapevolmente? vuoti di
memoria, gesti quotidiani alterati da dimenticanze fatali, a cui neurologi e
psicologi non sanno dare una spiegazione
Può succedere. È la mente
umana. È la vita frenetica che ci risucchia e che non dà nemmeno il tempo di
pensare che nostro figlio possa sedere, addormentato, sul suo seggiolino, nel
sedile posteriore.
È la società del paradosso, in
cui nella confusione generale uno smartphone viene considerato come
un'appendice mentre un figlio può essere dimenticato nell'abitacolo di un'auto,
che improvvisamente diventa una trappola mortale...
Restiamo umani
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