mercoledì 24 ottobre 2012

La colpa di essere donna


L’amore o la passione non c’entrano nulla. E nemmeno i “raptus”, che implicano una totale o parziale incapacità di intendere dell’assassino. Gli omicidi di donne non hanno a che fare con la follia, ma con una escalation di violenza, fino a uccidere. Queste morti sono premeditate. Così la penso io su quel fenomeno tutto italiano a cui hanno dato un nome orrendo: femminicidio.
La mattanza di oltre seicento donne uccise in sei anni e di oltre cento  dall’inizio del 2012, è stata liquidata in pochi minuti in una trasmissione del mattino: durante una leggera conversazione salottiera si è parlato di matrimoni, separazioni e durata dell’amore,  opinioni scandite al ritmo di dati statistici sui divorzi e separazioni e commenti ironici o più o meno seri, sui perché un amore finisce. In Italia si resta in media sposati quindici anni, ma non dovrebbe essere per tutta la vita?
In studio ospiti alcune donne dello spettacolo, la vicesindaco di Roma, e un avvocato.  Ognuno ha dispensato la sua esperienza  su come far durare un matrimonio (anche se tutte divorziate), ed è stato proprio l’avvocato  ad introdurre  l’ argomento dei femminicidi : una delle attrici presenti,  che ha spiegato di essersi separata in armonia, pareva molto ansiosa di capire se l’ex che ammazza la moglie sia solo un folle (non si sa mai).
Tra un sorriso e una scusa per aver sottratto la parola all’altro ospite, la strage italiana di donne che ha preoccupato anche l’Onu, è stata cassata in due o tre battute con la stessa profondità e attenzione con cui si potrebbe esaurire l’argomento come ripararsi dalle zanzare in estate, o che solare scegliere per proteggere la pelle. Il femminicidio e la sua normalizzazione nel salotto della Rai: se sei donna e vuoi lasciare tuo marito, essere uccisa è una possibilità, che altro ci sarà mai da dire?
Perfino la legge fino al 1981, garantiva uno sconto di pena agli uomini di onore che uccidevano mogli o sorelle e se oggi l’onore non va più di moda ci si può appellare alla psicologia: il maschio è in crisi. Per colpa di chi? Ma delle donne naturalmente! delle mamme che non sanno educare il figlio maschio.
E se un maschio soffre a causa di una donna perché non dovrebbe ammazzarla? Ammazza che ti passa! Lo ha scritto persino un giornalista dell’Ansa qualche mese fa commentando che un uomo a Milano: era riuscito ad uscire dal tunnel della depressione solo ammazzando la moglie. Meglio del Prozac o del Ritalin!
E l’attricetta-opinionista di turno ha fatto la sua analisi secca:
Perché il maschio è in crisi? Perché le donne sono diventate aggressive e sono in vendita, e perché a suo nipote che va in discoteca, le coetanee sedicenni, tastano il sedere, e lui si turba.
 Ebbene si! Il maschio va in crisi per tanta spudoratezza. Ma con tutta la comprensione per le questioni adolescenziali del nipote dell’attricetta-opinionista dell’ultima ora, non si capisce perché mai, il maschio non vada in crisi quando non si trattiene dal toccare il lato B (o peggio) delle donne senza aver ricevuto alcun consenso.
Deduco: se se sei put… e/o cattiva il minimo che ti può capitare è di incappare nell’ira dell’uomo-dio che estirpa il male e lava nel sangue l’onta dell’orgoglio ferito. Una morale che abita tanti cervelli maschili e femminili rinvigorendosi tra banalità e pregiudizi anche se vivi nel 2012 e non nell’Italia degli anni ’60 e del divorzio all’italiana.
La cultura patriarcale si è sempre sostenuta sul mito di qualche colpa originale della donna: Lilith, Eva o Pandora, altrimenti gli uomini che scuse avrebbero potuto vantare per esercitare nei secoli con ferocia le loro meschinità, benedette dalla religione, sancite dal diritto o dalla tradizione? Stupro o morte alle donne che osavano non dire di “si”! O ancor peggio non stare zitte!
Quanto alla crisi per le donne sessualmente in vendita, non è mai stato un problema, anzi, purché una donna sorrida e annuisca sempre, molti uomini sono ben lieti di contrattare il prezzo. Ma che non osi dire di “no”! E’ sempre quello il problema. Dai tempi delle povere Eva, Pandora o Lilith.
Quale donna sarà uccisa dall’ex, nei prossimi giorni: sarà una donna aggressiva o una put…?
Mentre restiamo in attesa che il prossimo salottiero pulpito televisivo lanci pubblicamente senza pudore, un’altra superba opinione sulla morte, il dolore e il lutto degli altri e delle altre ( a proposito! Dimenticavo!!!: in un altro affollato salotto televisivo pomeridiano, dove si mescolano chiacchiere e grappini, un prete, parlando della malattia, nello specifico del cancro, disse che le persone che peccano si ammalano…) legati da affetto alle vittime, procede il conteggio delle donne assassinate in nome della “crisi del maschio”. Perché uccidere in nome dei Dio o dell’onore come avviene nella Sharìa è tutta un’altra storia: quella è barbarie.

 Restiamo umani

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