L’amore o la passione non
c’entrano nulla. E nemmeno i “raptus”, che implicano una totale o parziale
incapacità di intendere dell’assassino. Gli omicidi di donne non hanno a che
fare con la follia, ma con una escalation di violenza, fino a uccidere. Queste
morti sono premeditate. Così la penso io su quel fenomeno tutto italiano a cui
hanno dato un nome orrendo: femminicidio.
La mattanza di oltre seicento donne
uccise in sei anni e di oltre cento dall’inizio del 2012, è stata liquidata in
pochi minuti in una trasmissione del mattino: durante una leggera conversazione
salottiera si è parlato di matrimoni,
separazioni e durata dell’amore,
opinioni scandite al ritmo di dati statistici sui divorzi e
separazioni e commenti ironici o più o meno seri, sui perché un amore finisce.
In Italia si resta in media sposati quindici anni, ma non dovrebbe essere per
tutta la vita?
In studio ospiti alcune donne
dello spettacolo, la vicesindaco di Roma, e un avvocato. Ognuno ha dispensato la sua esperienza su come far durare un matrimonio (anche se
tutte divorziate), ed è stato proprio l’avvocato ad introdurre l’ argomento dei femminicidi : una delle attrici presenti, che ha spiegato di essersi separata in
armonia, pareva molto ansiosa di capire se l’ex che ammazza la moglie sia solo
un folle (non si sa mai).
Tra un sorriso e una scusa per aver
sottratto la parola all’altro ospite, la strage italiana di donne che
ha preoccupato anche l’Onu, è stata cassata in due o tre battute con
la stessa profondità e attenzione con cui si potrebbe esaurire l’argomento come
ripararsi dalle zanzare in estate, o che solare scegliere per proteggere
la pelle. Il femminicidio e la sua normalizzazione nel salotto della Rai:
se sei donna e vuoi lasciare tuo marito, essere uccisa è una possibilità, che
altro ci sarà mai da dire?
Perfino la legge fino al 1981,
garantiva uno sconto di pena agli uomini di onore che uccidevano mogli o
sorelle e se oggi l’onore non va più di moda ci si può appellare alla
psicologia: il maschio è in crisi. Per colpa di chi? Ma delle donne
naturalmente! delle mamme che non sanno educare il figlio maschio.
E se un maschio soffre a causa di
una donna perché non dovrebbe ammazzarla? Ammazza che ti passa! Lo ha scritto
persino un giornalista dell’Ansa qualche mese fa commentando che un uomo a
Milano: era riuscito ad uscire dal tunnel della depressione solo ammazzando
la moglie. Meglio del Prozac o del Ritalin!
E l’attricetta-opinionista di turno ha
fatto la sua analisi secca:
Perché il maschio è in crisi? Perché le
donne sono diventate aggressive e sono in vendita, e perché a suo nipote che va
in discoteca, le coetanee sedicenni, tastano il sedere, e lui si turba.
Ebbene si! Il maschio va in crisi per
tanta spudoratezza. Ma con tutta la comprensione per le questioni
adolescenziali del nipote dell’attricetta-opinionista dell’ultima ora, non si
capisce perché mai, il maschio non vada in crisi quando non si trattiene dal
toccare il lato B (o peggio) delle donne senza aver ricevuto alcun consenso.
Deduco: se se
sei put… e/o cattiva il minimo che ti può capitare è di incappare
nell’ira dell’uomo-dio che estirpa il male e lava nel sangue l’onta
dell’orgoglio ferito. Una morale che abita tanti cervelli maschili e femminili
rinvigorendosi tra banalità e pregiudizi anche se vivi nel 2012 e non
nell’Italia degli anni ’60 e del divorzio all’italiana.
La cultura patriarcale si è sempre
sostenuta sul mito di qualche colpa originale della donna: Lilith, Eva o Pandora,
altrimenti gli uomini che scuse avrebbero potuto vantare per esercitare nei
secoli con ferocia le loro meschinità, benedette dalla religione, sancite dal
diritto o dalla tradizione? Stupro o morte alle donne che osavano non dire di
“si”! O ancor peggio non stare zitte!
Quanto alla crisi per le donne
sessualmente in vendita, non è mai stato un problema, anzi, purché una donna
sorrida e annuisca sempre, molti uomini sono ben lieti di contrattare il
prezzo. Ma che non osi dire di “no”! E’ sempre quello il problema. Dai tempi
delle povere Eva, Pandora o Lilith.
Quale donna sarà uccisa dall’ex, nei
prossimi giorni: sarà una donna aggressiva o una put…?
Mentre restiamo in attesa che il
prossimo salottiero pulpito televisivo lanci pubblicamente senza pudore,
un’altra superba opinione sulla morte, il dolore e il lutto degli altri e delle
altre ( a proposito! Dimenticavo!!!: in un altro affollato salotto televisivo
pomeridiano, dove si mescolano chiacchiere e grappini, un prete, parlando della
malattia, nello specifico del cancro, disse che le persone che peccano si
ammalano…) legati da affetto alle vittime, procede il conteggio delle donne
assassinate in nome della “crisi del maschio”. Perché uccidere in nome dei
Dio o dell’onore come avviene nella Sharìa è tutta un’altra storia: quella è
barbarie.
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