Da
quando si è scoperto che lo spot per pubblicizzare la scuola pubblica è stato
girato in una scuola sì, ma privata – probabilmente perché regista e ideatori
del suddetto spot han pensato che andare a riprendere una scuola pubblica
reale, con i banchi scrostati, i solai che cadono in testa ai bimbi dell’asilo (è successo proprio ieri, in una scuola dell'infanzia di Roma, ma il bello è che i giornali titolano "solo lievi danni per una bambina di 5 anni"...),
le lavagne a gessetto e in cui gli unici computer disponibili sarebbero stati
catorci scassati e non tablet di ultima generazione, sarebbe stato troppo
deprimente – una domanda mi frulla in testa, da porre all’esimio ex collega
Vecchioni, che, con voce ispirata e carisma da cantautore ex docente di liceo,
si è prestato a far da testimonial allo spot.
Mi
scusi, esimio ex collega, ma non Le è venuto in mente che ai nostri sfigatissimi ex colleghi (perché ormai io e
Lei siamo in pensione), non cantautori, che nelle scuole pubbliche scassate e
poco fotogeniche ci lavorano tutti i giorni e sono destinati pure a restarci
all’infinito (perché al contrario di noi alla pensione forse non arriveranno
mai), con quello spot fasullo girato in una bella e linda scuola privata,
dotata di strutture che loro sognano, li sta un po’ prendendo per il
sedere?
Ma poi, esimio prof, quando mai Lei ha varcato la soglia di un'aula godendo di aspettative eterne per "motivi artistici", guadagnando fior di quattrini e ora si gode la pensione dello Stato?...mah...misteri delle caste!
Ma poi, esimio prof, quando mai Lei ha varcato la soglia di un'aula godendo di aspettative eterne per "motivi artistici", guadagnando fior di quattrini e ora si gode la pensione dello Stato?...mah...misteri delle caste!
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