sabato 27 agosto 2011

E intanto il tempo se ne va...

Mi chiedo sempre più spesso perché il tempo cambia velocità: quand’ero piccola non veniva mai Natale, non finiva mai la scuola, non arrivava mai l’estate, l’estate prima era remota e completa come una vita intera; e adesso, quando comincia l’estate, passa in un soffio, poi piomba Natale a tradimento, e il 1° maggio mi sembra di aver festeggiato da poco il 1° maggio precedente e mi sorprendo a prefigurare nella mia mente una latitudine dove non ci fosse una stagione unica e non incalzassero i natali, ricorrenze, onomastici, primi freddi e primavere, forse il tempo rallenterebbe un po’… forse il tempo scandito dalle ricorrenze sembra passi più in fretta.
E mi chiedo anche perché hanno inventato i passatempo e non i fermatempo.
Secondo me il tempo non è una dimensione, bensì uno stato d’animo. Ora, per esempio che sto scrivendo questo post, sono al termine delle vacanze estive: giovedì 1° settembre tornerò a scuola, ma già so che venerdì 2 settembre mi sembrerà di stare a scuola già da un mese! Ora che son passati due mesi di vacanze, mi sembra che non siano mai arrivate! Mah, vacci a capire!
Ma, secondo me,  il tempo è soprattutto misura dell’esperienza, dell’energia e dell’emozione soggettiva. Invece  sperimentiamo solo il tempo che scivola via e così sviluppiamo la sensazione dell’urgenza, dell’ansia che viene espressa nelle comuni frasi come “non perdere tempo”, ”il tempo è denaro”, “il  tempo è prezioso”, “ scusami, ma non ho tempo” etc.
Viviamo la mancanza di tempo, siamo operatori schiavi del tempo, servi dell’orologio, del calendario, delle agende, delle cadenze e delle «scadenze».
E così si susseguono i natali, i compleanni, le ricorrenze religiose e non, senza che siamo in grado di cogliere il senso del tempo, del prenderci-riprenderci il tempo necessario a respirare, rilassarci, pensare a noi stessi e agli altri. Dovremmo abituarci a chiamare tempo ciò che non è tempo, ma cambiamento, non più un servile e meccanico rapporto con le ore, con lo scorrere dei giorni, ma un continuo, creativo, divertente, e dinamico oscillare tra tensione e distensione con il quale avviene il cambiamento.
Continueremo, purtroppo, a vederlo trascorrere nell’alternanza di luce e buio, pensiamo sia passato ogni volta che un ricordo riaffiora dalla nostra memoria, il corpo ci mostra i segni del suo passaggio ...poco o tanto che sia, buono o cattivo, lento o veloce, è lì e ci accompagna silenziosamente e inesorabilmente veloce.

“Il Tempo è un artifizio umano così come il bello e il giusto”(Aristotile)

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