La notizia che mi ha sconcertata è questa: in un
ristorante pasticceria in provincia di
Brescia, lì dentro, i bambini sotto i dieci anni non possono proprio entrare
dopo le 21.
E per meglio rendere chiaro il concetto, è stato
esposto un cartello di divieto, che subito mi ha fatto tornare in mente quei
cartelli razzisti che ancora oggi in molte nazioni europee enunciano “vietato l’ingresso
agli italiani”.
«E’ un esercizio pubblico, ma è anche
considerato come casa privata in cui il proprietario può fare determinate
scelte». Così si giustifica il proprietario
In questo caso però il motivo appare più
“futile”: i bambini non sono accettati perché fanno rumore.. Il problema
si presenterebbe se questa diventasse una moda. Sarebbe come dire che le
famiglie in Italia non possono godersi una cena al ristorante. Alcuni giornali
per altro hanno scritto che questo accade già in certi paesi non più “family
oriented”. In Germania, ad esempio, sono diversi i locali che vietano
l’ingresso ai bambini. A non accettarli sono anche certi alberghi svedesi,
mentre le catene spagnole di hotel e ristoranti vietano l’ingresso ai
minorenni.
Ma stiamo scherzando, ci rendiamo conto
che in italia siamo arrivati al punto di tutelare più i diritti dei cani che
quelli dei bambini?
Non che io ce l’abbia coi cani (preferisco
i gatti però) né con nessun tipo di animali domestici, ma in Italia i cani
hanno accesso ormai negli ospedali, negli uffici per non lasciare fido a casa
da solo, poverino!in quasi tutti gli esercizi pubblici… ora:
“Cenare al ristorante e ritrovarsi a fianco un simpatico cane con
museruola e guinzaglio accucciato sotto il tavolo del padrone sarà del tutto
normale. È questa la grande novità annunciata dalla Federazione italiana pubblici esercizi. Secondo il comunicato, dopo gli hotel, cade anche
l’altro tabù dei ristoranti e l’accesso agli oltre 6 milioni di cani italiani
sarà liberalizzato anche in bar, gelaterie e pubblici esercizi vari”.. ecco…
Faccio
le mie considerazioni, criticissime, perché sono proprio arrabbiata e mi metto
nei panni di una persona che è allergica a peli
di cane , felicissimo che nessuno abbia preso in considerazione la situazione di
migliaia di persone nelle sue stesse condizioni, in questo modo viene dimostrato
che pur di tutelare i diritti dei cani, si è disposti a sacrificare anche la
salute dei cittadini. Aggiunge di non avere animali in casa, anche se li ama,
non solo per la questione allergia, ma anche per un concetto d’igiene
ispiratogli da generazioni, se volesse mangiare con degli animali pranzerebbe
allo zoo, se volesse gustare una torta al peto di alano andrebbe al canile, ma
soprattutto se non considera gli animali suoi fratelli con pari diritti e
dignità non deve sopportare le prepotenze dei loro proprietari e gli escrementi
che puntualmente vengono raccolti e le museruole che vengono sempre “dimenticate”.
Vero è che spesso ci sono persone più sporche degli animali, ma soffre per colpa del loro pelo, quindi gli è
precluso anche l’uso dei mezzi pubblici, grazie a chi preferisce il benessere
di un cane a quello di un essere umano. Infatti adesso si è più tutelati se si
hanno 4 zampe….. è così…!!! Il cane sì, i bambini no, fanno rumore,
urlano... ma mettiamogli la museruola!
Ma è una gioia stare a
tavola con i bambini, danno allegria, sono teneri, simpatici, anche quando si
versano la pappa addosso, quando fanno le boccacce, quando sorridono perché passano
finalmente una serata spensierata con pizza e genitori, dopo una giornata di
scuola, palestra, pianoforte, nonni, baby sitter…
Invece di quell’orribile cartello di divieto
basterebbe semplicemente scrivere sui segnaposti:
“Si prega di non urlare, di mantenere un tono di voce basso, di vigilare
sui propri figli”.
Forse bastava questo… perché, sono convinta,
che nelle priorità della natura ci sia Soprattutto l’Uomo …
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