sabato 1 febbraio 2014

Restiamo umani

La notizia che mi ha sconcertata è questa: in un ristorante pasticceria  in provincia di Brescia, lì dentro, i bambini sotto i dieci anni non possono proprio entrare dopo le 21.
E per meglio rendere chiaro il concetto, è stato esposto un cartello di divieto, che subito mi ha fatto tornare in mente quei cartelli razzisti che ancora oggi in molte nazioni europee enunciano “vietato l’ingresso agli italiani”.
«E’ un esercizio pubblico, ma è anche considerato come casa privata in cui il proprietario può fare determinate scelte». Così si giustifica il proprietario
In questo caso però il motivo appare più “futile”: i bambini non sono accettati perché fanno rumore.. Il problema si presenterebbe se questa diventasse una moda. Sarebbe come dire che le famiglie in Italia non possono godersi una cena al ristorante. Alcuni giornali per altro hanno scritto che questo accade già in certi paesi non più “family oriented”. In Germania, ad esempio, sono diversi i locali che vietano l’ingresso ai bambini. A non accettarli sono anche certi alberghi svedesi, mentre le catene spagnole di hotel e ristoranti vietano l’ingresso ai minorenni.
Ma stiamo scherzando, ci rendiamo conto che in italia siamo arrivati al punto di tutelare più i diritti dei cani che quelli dei bambini?
Non che io ce l’abbia coi cani (preferisco i gatti però) né con nessun tipo di animali domestici, ma in Italia i cani hanno accesso ormai negli ospedali, negli uffici per non lasciare fido a casa da solo, poverino!in quasi tutti gli esercizi pubblici… ora:
Cenare al ristorante e ritrovarsi a fianco un simpatico cane con museruola e guinzaglio accucciato sotto il tavolo del padrone sarà del tutto normale. È questa la grande novità annunciata dalla Federazione italiana pubblici esercizi. Secondo il comunicato, dopo gli hotel, cade anche l’altro tabù dei ristoranti e l’accesso agli oltre 6 milioni di cani italiani sarà liberalizzato anche in bar, gelaterie e pubblici esercizi vari”.. ecco…
Faccio le mie considerazioni, criticissime, perché sono proprio arrabbiata e mi metto nei panni di una persona che è allergica a peli di cane , felicissimo che nessuno abbia preso in considerazione la situazione di migliaia di persone nelle sue stesse condizioni, in questo modo viene dimostrato che pur di tutelare i diritti dei cani, si è disposti a sacrificare anche la salute dei cittadini. Aggiunge di non avere animali in casa, anche se li ama, non solo per la questione allergia, ma anche per un concetto d’igiene ispiratogli da generazioni, se volesse mangiare con degli animali pranzerebbe allo zoo, se volesse gustare una torta al peto di alano andrebbe al canile, ma soprattutto se non considera gli animali suoi fratelli con pari diritti e dignità non deve sopportare le prepotenze dei loro proprietari e gli escrementi che puntualmente vengono raccolti e le museruole che vengono sempre “dimenticate”. Vero è che spesso ci sono persone più sporche degli animali, ma  soffre per colpa del loro pelo, quindi gli è precluso anche l’uso dei mezzi pubblici, grazie a chi preferisce il benessere di un cane a quello di un essere umano. Infatti adesso si è più tutelati se si hanno 4 zampe….. è così…!!! Il cane sì, i bambini no, fanno rumore, urlano... ma mettiamogli la museruola!

Ma è una gioia stare a tavola con i bambini, danno allegria, sono teneri, simpatici, anche quando si versano la pappa addosso, quando fanno le boccacce, quando sorridono perché passano finalmente una serata spensierata con pizza e genitori, dopo una giornata di scuola, palestra, pianoforte, nonni, baby sitter…

Invece di quell’orribile cartello di divieto basterebbe semplicemente scrivere sui segnaposti:
“Si prega di non urlare, di mantenere un tono di voce basso, di vigilare sui propri figli”.
Forse bastava questo… perché, sono convinta, che nelle priorità della natura ci sia Soprattutto l’Uomo … 


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