due anni fa ho lasciato la scuola a malincuore e tu frequentavi la prima media. Subito mi
desti l’impressione di essere svelto, intelligente e diligente, con un occhio
già al tuo futuro, informatissimo sui problemi della società, in particolare su
quelli del mondo del lavoro. Nel corso di questi due anni il nostro rapporto
non si è interrotto perché hai avuto sempre la gentilezza di tenermi aggiornata
sui tuoi progressi scolastici e dalle tue mail capisco che hai maturato una
consapevolezza e una maturità non usuali in un giovane di 13/14 anni di oggi.
Bravo! ti faccio i miei complimenti e, come sempre guidata da una nostalgica
deformazione professionale, voglio darti pochi consigli sui quali, son sicura,
rifletterai, come hai sempre fatto quando me li hai chiesti.
So che in questi giorni a scuola siete impegnati nell’orientamento,
sulla scelta, cioè, della scuola superiore che dovreste frequentare…
Un tempo ti avrei detto di scegliere la scuola tenendo conto delle passioni, delle attitudini, delle inclinazioni.
Oggi ti consiglio di scegliete il tuo futuro prendendo
atto che non sei nato in un Paese normale.
In questi giorni sarai indeciso se frequentare il liceo classico o lo
scientifico, l’artistico, l’istituto tecnico o il professionale . Non so
se i tuoi insegnanti lo dicono, ma questo
è un Paese dove non
troverete lavoro.
Spero che qualcuno vi abbia fatto leggere questo dato: il
tasso di disoccupazione giovanile è arrivato al 41,6% come nel 1977. Una cifra così alta che difficilmente
in pochi anni potrà abbassarsi.
Forse in classe stamattina non ne avete parlato, ma
sulla maggior parte dei quotidiani, é riportata la notizia che 6.964.000
giovani tra i 18 e 34 vivono ancora con mamma e papà… sono
quelli che gli intellettuali radical chic e i politici chiamano
“mammoni”, “choosy”, “bamboccioni”, “fannulloni”, “sdraiati”… eppure tra questi vi sono migliaia di ragazzi
che con una laurea in mano, master e stage vari e costosi, sono costretti a lavorare per cooperative a 8 euro
lordi l’ora!
Tu entrerai
presto a far parte di questa Generazione Boomerang, così
la chiamano. Quando cercherai lavoro, ti diranno che sei troppo giovane per
essere assunto a tempo
determinato: ti proporranno uno stage non retribuito. Dopo
i trent’anni sarai assunto con un
contratto a tempo determinato: lavorerai un anno e poi sarai licenziato. Non troverai nessuno a tutelarti: non un sindacato, troppo
impegnato tra un congresso e l’altro; non un politico, troppo preso
dall’ennesima polemica tra Renzi e Letta, tra Alfano e Berlusconi.
Sarai costretto, come tanti , a vivere ancora sotto il
tetto dei genitori o ad appendere la tua laurea in camera per poi indossare la tuta
d’operaio (e anche quella sarebbe una fortuna).
Caro Riccardo, forse non mi riconoscerai in queste mie
parole, essendo stata un insegnante entusiasta ed ottimista sempre, quella che
ti ha insegnato a rompere sempre le
scatole, a non essere mai indifferente, a non stare mai zitto di fronte alle ingiustizie …. ma ora che per la prima volta stai per
scegliere il tuo futuro, pensa che dovrai avere la valigia pronta, non
dovrai conoscere confini, dovrai da solo imparare le lingue che la scuola italiana t’insegnerà
male, dovrai acquisire le competenze digitali necessarie a competere nel mondo del lavoro globalizzato.
Ecco, prima di scegliere la tua prossima scuola, apri
il quotidiano: informati su ciò che sta accadendo fuori dalla tua classe, apri
gli occhi sul tuo Paese e non solo. Non basta un open day, una passerella tra
le aule messe in bella mostra per conquistare clienti!
Auguri
per il tuo futuro.
Con affetto, la proffa…
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