giovedì 2 maggio 2013

Che fine ha fatto lo spread?


Che strano il nostro paese. Poco più di un anno fa il prof bocconiano Monti volava nei sondaggi, era la figura in cui gli italiani riponevano più fiducia, i partiti ne subivano il protagonismo, e forse anche il fascino. La parola d’ordine era: austerità! Chiamato al capezzale di un’Italia moribonda (cosi ci è stato detto), il professore spiegava ad un paese attonito, smarrito, che bisognava fare un po’ di sacrifici per risalire la china, mettersi al riparo dalla speculazione, evitare di finire come la Grecia. Bisognava “salvare” l’Italia, insomma, e lui era lì, a mettere nell’impresa tutta la sua esperienza, di accademico, di burocrate europeo e di consulente finanziario di grandi banche.
Poi sono arrivate le elezioni, e il professore ha un po’ indorato la prospettiva, promettendo tagli alle tasse ed inedite misure di sostegno all’economia, smentendo la perentorietà di certe misure che aveva appena varato.
Passate le elezioni, il film che avevamo visto (pardon, che ci avevano fatto vedere) per più di un anno e mezzo è diventato, d’incanto, un pastone in bianco e nero, sbiadito, come certi film neorealisti degli anni cinquanta. Gli attori protagonisti hanno indossato altri abiti, hanno iniziato a recitare nuovi copioni, sono passati, senza colpo ferire, da un genere all’altro, dal dramma alla farsa, nell’arco di poche settimane. Tutti hanno cancellato dal loro vocabolario la parola rigore, mettendo al primo posto, tra i punti dei lo programmi, il tema della lotta all’austerità. Come a dire: cari italiani, fin qui abbiamo scherzato. Cucù.
Si arriva così, dopo un parto cesareo molto difficile - che ha visto nell’attesa del travaglio, la ri-elezione di Giorgio II, perché manco un presidente sono stati in grado di eleggere – a varare un governo di “larghe intese” , una sorta di minestrone che include quasi tutti i partiti, della serie vecchio arco costituzionale DC.
Al suo insediamento il nuovo (?) Presidente del Consiglio ha reso noto il programma del suo governo: una serie di interventi economici nei settori più delicati che, così, a lume di naso, richiederanno quintalate di miliardi di euro… dove li prenderà? non eravamo il paese a rischio Grecia?...i tagli alla spesa sociale, la pressione fiscale che ha una spirale recessiva devastante per lavoratori, imprese, famiglie…dopo la cura dimagrante del professor Monti, il paese ha fatto un balzo all’indietro di 27 anni, con migliaia di imprese chiuse, con  la perdita, di centinaia di migliaia di posti di lavoro 
Nel nuovo scenario post-elettorale, tuttavia, insieme all’austerità, anche lo spread è passato di moda. Sì, fa le sue oscillazioni giornaliere, peraltro abbastanza contenute e fisiologiche, senza che nessuno ne faccia più l’argomento principe delle proprie sortite politico-mediatiche.
E allora, ecco, che sorge spontaneo e maligno  il mio dubbio: ma non è che il professore bocconiano, col suo fare triste, mesto e petulante, ha preso i nostri soldi e ha finanziato le banche?... evidentemente le logiche della speculazione sono molto più sofisticate, ed anche più subdole, di quello che ci volevano far credere i professori al governo! Non solo: è sempre più evidente che la speculazione non si combatte spremendo i cittadini come limoni, perché così facendo si ottiene l’effetto contrario. Sembra che questo l’abbiano finalmente capito:  il silenzio di Monti potremmo leggerlo perfino come il segno di un suo ravvedimento? forse.
Questa crisi economica ha messo in luce una crisi politica senza precedenti dal dopoguerra ad oggi. Gli autori di questo disastro meriterebbero un processo pubblico, ma sono ancora lì, a raccontare però una storia molto diversa da quella raccontataci per più di un anno e mezzo… sarà difficile trovare in questo nuovo governo un deputato disposto ad invocare nuovo rigore per il paese, almeno a parola. Anche tra quelli che, nel precedente parlamento, le misure di austerità di Monti le hanno votate tutte.
Prendiamo il lato positivo di questa storia tutta e solo italiana, allora. E auguriamoci che il nuovo governo riparta col piede giusto, senza inciampare in uno spread che, alla luce dei fatti, è stata tutta una favola per rendere i ricchi più ricchi e i poveri più poveri…ma questa è un’altra storia 

 

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