Arrivano alla scuola media con i loro zaini pieni non solo di libri, ma già carichi di tanti problemi familiari che trascinano sulle loro spalle come fardelli pesanti, a soli 11 anni! Ognuno di loro ha un problema: tristi o drammatiche separazioni, economici, adozioni, genitori assenti che te li scaricano a scuola, quasi a voler dire “pensateci voi, noi non ci riusciamo”… insomma, quando non hanno nessun problema, ma tutte le condizioni favorevoli per stare sereni, hanno comunque … un tic!
Li osservo mentre lavorano e penso ai loro genitori, la maggior parte dei quali sono già venuti a scuola per farci inquadrare bene il “problema” del figlio/a.
I colloqui vengono affrontati dai genitori, in maggioranza mamme, con stati d’animo diversissimi che oscillano dall’eccesso di riverenza, soprattutto da parte dei padri, all’astio represso, dalla denigrazione del figlio/a all’orgoglio dinastico.
E in tanti anni di insegnamento, ormai prossima al pensionamento, mi sono divertita a stilare una classifica delle mamme, ognuna con le sue caratteristiche molto, ma molto particolari, che ti fanno subito capire perché il figlio/a è tanto problematico.
Mamma chioccia ha due occupazioni fisse: stare in pensiero e raccomandarsi. In genere è casalinga e vive asserragliata fra le pareti domestiche, confortata dalla rassicurante presenza del suo pulcino/a che vezzeggia con nomignoli affettuosi: certo, non è ancora ultimato/a, ma ci penserà lei, con due o tre aggiustatine, a renderlo/a perfetto/a.
Quando lo/a accompagna la mattina mamma chioccia porta lo zaino, aspetta che salgano tutti, per non farlo/a confondere con “la massa vociante e violenta”, poi salgono la prima rampa di scale, staccano le mani, consegna lo zaino e lo/a bacia…
Nessuno deve interferire in questo suo lavoro di rifiniture: non delega alla scuola niente, pensa a tutto lei, al modo di educarlo e… guai ai prof se si permettono di evidenziare qualche mancanza nelle consegne scolastiche o qualche comportamento scorretto. “ … non lo conoscete, non lo avete capito…solo io che sono la mamma lo conosco e lo capisco, perché io l’ho imboccato fin da quando è nato e l’ho visto crescere giorno per giorno…” Per il pulcino/a non è facile difendersi da mamma chioccia: lasciato a se stesso/a, corre il pericolo di finire…in brodo!
Mamma pavona ha altre e maggiori ambizioni: nel pavoncino/a vorrebbe brillare di “piuma riflessa”. Dal suo pavoncino/a mamma pavona si aspetta moltissimo, perché fin dalla nascita il/la ram-pollo/a ha dato dimostrazioni di un talento smisurato. E così il/la pavoncino/a deve fare di tutto di più e mamma pavona si affanna in un andirivieni frenetico tra scuola di danza, palestra, calcetto, piscina, musica, conservatorio e ripetizioni … eh già, perché il pavoncino/a deve eccellere in tutto e allora, se a scuola c’è qualche carenza, è bene mandarlo/a un po’ a lezioni private, giusto per un “aiutino”, così potrà prendere 10 agli esami … Poi arriva il momento delle prime verifiche: è lì che mamma pavona si scatena in un vivace confronto con le altre madri “impresarie” della vita dei loro figli!
E questi poveri “pavoncini/e sono mostri patentati: con l'ansia da prestazione che gli soffiano adooso le mamme pavone, danno l’anima per essere i/le primi/e comunque e fischiano come proiettili, sparati a zero contro la vita.
E questi poveri “pavoncini/e sono mostri patentati: con l'ansia da prestazione che gli soffiano adooso le mamme pavone, danno l’anima per essere i/le primi/e comunque e fischiano come proiettili, sparati a zero contro la vita.
Mamma tacchina è assillante: incombe sul tacchinello/a/a e lo “tacchineggia” con bigliettini, sms, telefonate e agguati verbali. Non è mai sicura, è incerta se ostentare il tacchinello/a o proteggerlo/a. Da un lato vorrebbe vederlo/a in trionfo, dall’altro ha paura che si faccia male e il piccolo/a tacchi nello/a cresce insicuro/a e non sa che fare: sbattersi per diventare “pavoncello/a”, o poltrire da bravo “cocco/a di mamma”?... ma mamma tacchina subito lo consola: quando un tacchinello/a è eccezionale come te, non ha bisogno di dimostrarlo… induce così il tacchinello/a a nutrire convinzioni senza fondamento: ha il pallino della matematica … scrive bene, diventerà giornalista … è bravissimo, preciso e ordinato nel disegno tecnico … come mai non ha preso 10 in Informatica se a casa fa i programmi per il pcc che poi rivende?...è un vero programmatore … e gli /le trasmette così tutte le sue frustrazioni, quelle sì! ben fondate!!!
Se il tacchinello/a cerca di portare avanti una sua scelta, mamma tacchina interviene perché è sicura che la scelta è sbagliata e con questa difesa lo/la paralizza nelle decisioni: questa mamma tacchina, per me, è la più pericolosa fra le mamme.
La mamma indescribile incarna la sintesi delle mamme appena descritte, ne riassume le paturnie e le paranoie: pavona nelle manie di grandezza, chioccia nell’atteggiamento protettivo e tacchina nell’ansia scombinata di impartire precetti , anch’essi scombinati.
Per il pulcino/a-pavoncello/a-tacchinello/a è difficile uscire vivo da un tipo di madre del genere: è pericolosa per l’equilibrio psichico della nidiata.
La mamma volpe si presenta contrita: ha imparato che il modo migliore per rendere simpatico il proprio figlio è giudicarlo brutalmente e senza nessuna indulgenza: ne mette in evidenza i difetti, addirittura mi autorizza ad alzare le mani se non si comporta bene, mi stringe la mano con affettuosa comprensione e se ne va tranquilla, sapendo di aver scatenato il mio istinto materno. E così passo il tempo del colloquio a illustrare i lati oscuri buoni di suo figlio/a, a pregarla di essere paziente ed equilibrata nelle punizioni e se qualche volta non fa i compiti è lo stesso e se ha un atteggiamento scorretto con compagni e prof è probabilmente per carenza affettiva … e mentre sono io a giustificare il figlio/a, mi resta il dubbio che il figlio/a sia giù in cortile ad aspettarla e che, allegri e contenti, come la volpe e il gatto, se ne vanno sottobraccio a mangiare un buon gelato.
Altri tipi di mamme
Mamma struzzo: non sa, non viene, non chiede, ha paura di conoscere lo sruzzotto/a
Supermamma: è uno spot pubblicitario: bisogna “produrre” e, perciò, si destreggia al timone, al volante, al biberon, al computer, salvo poi “scaricarti” un prodotto iperattivo/a, nevrotico/a e aggressivo/a.
Mamma ingenua: nulla sa e nulla sospetta, si fida solo di suo figlio/a
Mamma gnorri: sa, ma fa finta di non sapere
Mamma intrepida: sa, viene e chiede apertamente
Mamma investigatrice: sospetta, ma vuole scoprirlo da sola
Mamma impietrita: ha voluto sapere!
Ecco, queste sono le mamme che popolano l’universo scolastico: naturalmente tutto ciò che ho scritto vale pure per me che sicuramente incarno tutti questi tipi di mamme…chissà! Ma è pur vero che
Non tutte le mamme vengono per nuocere
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