domenica 23 ottobre 2011

Cuore di mamma!

Ogni anno, a settembre, quando si riprendono le attività scolastiche, mi ritrovo di fronte a ragazzi (o bambini?) di prima media, diversi da quelli entrati il settembre precedente e che ora frequentano la seconda media. Sono circa dieci anni che osservo questo fenomeno da quando, cioè, la società è cambiata grazie all’avvento di Internet in quasi tutte le case, alla spettacolarizzazione di fatti lieti e tristi in Tv, alla febbre del sabato sera dei genitori, alla fissa per la palestra, per il ballo, per il ritocchino plastico, per le vacanze ad ogni costo, per il SUV che più grande non si può…
Arrivano alla scuola media con i loro zaini pieni non solo di libri, ma già carichi di tanti problemi familiari che trascinano sulle loro spalle come fardelli pesanti, a soli 11 anni! Ognuno di loro ha un problema: tristi o drammatiche separazioni, economici, adozioni, genitori assenti che te li scaricano a scuola, quasi a voler dire “pensateci voi, noi non ci riusciamo”… insomma, quando non hanno nessun problema, ma tutte le condizioni favorevoli per stare sereni, hanno comunque … un tic!
Li osservo mentre lavorano e penso ai loro genitori, la maggior parte dei quali sono già venuti a scuola per farci inquadrare bene il “problema” del figlio/a.
I colloqui vengono affrontati dai genitori, in maggioranza mamme, con stati d’animo diversissimi che oscillano dall’eccesso di riverenza, soprattutto da parte dei padri, all’astio represso, dalla denigrazione del figlio/a all’orgoglio dinastico.
E in tanti anni di insegnamento, ormai prossima al pensionamento, mi sono divertita a stilare una classifica delle mamme, ognuna con le sue caratteristiche molto, ma molto particolari, che ti fanno subito capire perché il figlio/a è tanto problematico.
Mamma chioccia ha due occupazioni fisse: stare in pensiero e raccomandarsi. In genere è casalinga e vive asserragliata fra le pareti domestiche, confortata dalla rassicurante presenza del suo pulcino/a che vezzeggia con nomignoli affettuosi: certo, non è ancora ultimato/a, ma ci penserà lei, con due o tre aggiustatine, a renderlo/a perfetto/a.
Quando lo/a accompagna la mattina mamma chioccia  porta lo zaino, aspetta che salgano tutti, per non farlo/a confondere con “la massa vociante e violenta”, poi salgono la prima rampa di scale, staccano le mani, consegna lo zaino e lo/a bacia…
Nessuno deve interferire in questo suo lavoro di rifiniture: non delega alla scuola niente, pensa a tutto lei, al modo di educarlo e… guai ai prof se si permettono di evidenziare qualche mancanza nelle consegne scolastiche o qualche comportamento scorretto. “ … non lo conoscete, non lo avete capito…solo io che sono la mamma lo conosco e lo capisco, perché io l’ho imboccato fin da quando è nato e l’ho visto crescere giorno per giorno…” Per il  pulcino/a non è facile difendersi da mamma chioccia: lasciato a se stesso/a, corre il pericolo di finire…in brodo!
Mamma pavona ha altre e maggiori ambizioni: nel pavoncino/a vorrebbe brillare di “piuma riflessa”. Dal suo pavoncino/a mamma pavona si aspetta moltissimo, perché fin dalla nascita il/la ram-pollo/a ha dato dimostrazioni di un talento smisurato. E così il/la pavoncino/a deve fare di tutto di più e mamma pavona si affanna in un andirivieni frenetico tra scuola di danza, palestra, calcetto, piscina, musica, conservatorio e ripetizioni … eh già, perché il pavoncino/a deve eccellere in tutto e allora, se a scuola c’è qualche carenza, è bene mandarlo/a un po’ a lezioni private, giusto per un “aiutino”, così potrà prendere 10 agli esami … Poi arriva il momento delle prime verifiche: è lì che mamma pavona si scatena in un vivace confronto con le altre madri “impresarie” della vita dei loro figli! 
 E questi poveri “pavoncini/e sono mostri patentati: con l'ansia da prestazione che gli soffiano adooso le mamme pavone, danno l’anima per essere i/le primi/e comunque e fischiano come proiettili, sparati a zero contro la vita.
Mamma tacchina è assillante: incombe sul tacchinello/a/a e lo “tacchineggia” con bigliettini, sms, telefonate e agguati verbali. Non è mai sicura, è incerta se ostentare il tacchinello/a o proteggerlo/a. Da un lato vorrebbe vederlo/a in trionfo, dall’altro ha paura che si faccia male e il piccolo/a tacchi nello/a cresce insicuro/a e non sa che fare: sbattersi per diventare “pavoncello/a”, o poltrire da bravo “cocco/a di mamma”?... ma mamma tacchina subito lo consola: quando un tacchinello/a è eccezionale come te, non ha bisogno di dimostrarlo… induce così il tacchinello/a a nutrire convinzioni senza fondamento: ha il pallino della matematica … scrive bene, diventerà giornalista … è bravissimo, preciso e ordinato nel disegno tecnico … come mai non ha preso 10 in Informatica se a casa fa i programmi per il pcc che poi rivende?...è  un vero programmatore … e gli /le trasmette così tutte le sue frustrazioni, quelle sì! ben fondate!!!
Se il tacchinello/a cerca di portare avanti una sua scelta, mamma tacchina interviene perché è sicura che la scelta è sbagliata e con questa difesa lo/la paralizza nelle decisioni: questa mamma tacchina, per me, è la più pericolosa fra le mamme.
La mamma indescribile incarna la sintesi delle mamme appena descritte, ne riassume le paturnie e le paranoie: pavona nelle manie di grandezza, chioccia nell’atteggiamento protettivo e tacchina nell’ansia scombinata di impartire precetti , anch’essi scombinati.
Per il pulcino/a-pavoncello/a-tacchinello/a è difficile uscire vivo da un tipo di madre del genere: è pericolosa per l’equilibrio psichico della nidiata.
La mamma volpe si presenta contrita: ha imparato che il modo migliore per rendere simpatico il proprio figlio è giudicarlo brutalmente e senza nessuna indulgenza: ne mette in evidenza i difetti, addirittura mi autorizza ad alzare le mani se non si comporta bene, mi stringe la mano con affettuosa comprensione e se ne va tranquilla, sapendo di aver scatenato il mio istinto materno. E così passo il tempo del colloquio a illustrare i lati oscuri buoni di suo figlio/a, a pregarla di essere paziente ed equilibrata nelle punizioni e se qualche volta non fa i compiti è lo stesso e se ha un atteggiamento scorretto con compagni e prof è probabilmente per carenza affettiva … e mentre sono io a giustificare il figlio/a, mi resta il dubbio che il figlio/a sia giù in cortile ad aspettarla e che, allegri e contenti, come la volpe e il gatto, se ne vanno sottobraccio a mangiare un buon gelato.
Altri tipi di mamme
Mamma struzzo: non sa, non viene, non chiede, ha paura di conoscere lo sruzzotto/a
Supermamma: è uno spot pubblicitario: bisogna “produrre” e, perciò, si destreggia al timone, al volante, al biberon, al computer, salvo poi “scaricarti” un prodotto iperattivo/a, nevrotico/a e aggressivo/a.
Mamma ingenua: nulla sa e nulla sospetta, si fida  solo di suo figlio/a
Mamma gnorri: sa, ma fa finta di non sapere
Mamma intrepida: sa, viene e chiede apertamente
Mamma investigatrice: sospetta, ma vuole scoprirlo da sola
Mamma impietrita: ha voluto sapere!
Ecco, queste sono le mamme che popolano l’universo scolastico: naturalmente tutto ciò che ho scritto vale pure per me che sicuramente incarno tutti questi tipi di mamme…chissà! Ma è pur vero che
Non tutte le mamme vengono per nuocere




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