venerdì 21 ottobre 2011

Ritorno ad Auschwitz

Stamattina a scuola i ragazzi erano particolarmente eccitati e sopra le righe e, con tono concitato, si esaltavano nel commentare la morte di Gheddafi. In particolare si soffermavano a parlare delle immagini, del volto insanguinato, del pestaggio del cadavere, sulle risate e le grida di scherno dei ribelli…
Poveri ragazzi… a quanta violenza mediatica hanno dovuto assistere in questa settimana: la guerriglia di Roma che tra estintori, madonne frantumate, defender incendiati, hanno messo in scena “la peggio gioventù”; l’immancabile caso Avetrana, con lo zio Michele che ancora una volta racconta come ha ucciso Sarah … e tanti altri casi cruenti che ormai allietano le ore pomeridiane di questi poveri ragazzi, in barba alle leggi del Garante.
Non potevo non intervenire nella loro esaltata conversazione e così ho detto loro cosa ne penso.
I criminali come Gheddafi e Osama (a proposito, dov’è il corpo di quest’ultimo, perché non è stato mostrato come trofeo di vittoria? ma è veramente morto???!!!) e, nel passato Mussolini e Ceausescu, vanno processati per i loro crimini, tutti hanno diritto ad un processo, a difendersi, anche un pazzo criminale!
Anche su questo si basa la democrazia. Ma questa parola, oramai squalificata, viene usata solamente per giustificare nuove guerre: esportano la democrazia a colpi di mitra!
Quando trovarono Saddam Hussein, nascosto sottoterra come un topo, fu incarcerato, processato e poi ghigliottinato, perché in Iraq vige la pena di morte.
Sarò strana, ma io non mi associo ai festeggiamenti che ribelli, politici o persone comuni hanno voluto manifestare ognuno a modo suo, qualcuno ostentando anche un frasario latino che poco “c’azzecca” con il tragico evento. Io sono sempre per la dignità dell’uomo, fino alla morte.
Certo, non si può non capire la rabbia di un popolo che ha vissuto sottomesso e oppresso per un quarantennio. Che il mondo, però, commenti le immagini di Sirte come fossero la naturale e inevitabile conclusione di un regime a me non sembra normale. Quel corpo martoriato, calpestato come un pupazzo tra grida e telefonini, il balletto col sangue, le fotografie vendute al migliore offerente, l’idea stessa della condanna eseguita da chi per caso si trova a farlo è il contrario del percorso faticoso che da Auschwitz in poi abbiamo fatto, tutti insieme. La violenza efferata sullo sconfitto spesso assomiglia alla vendetta, ma alla base della convivenza non deve esserci la vendetta, bensì la giustizia. Gheddafi è morto, felice per i ribelli che si sentono liberati. Ma io, sarò fatta strana, i criminali li voglio vedere alla sbarra. E dunque, non ci penso proprio a festeggiare.
Perciò, Egregio Signor Garante, faccia rispettare le leggi che devono tutelare i minori, faccia mandare in onda quelle immagini non nelle fasce protette se non vogliamo che si ripetano, tra un po’ di anni, gli orrori di Auschwitz...
Restiamo umani!




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