domenica 25 settembre 2011

Parole in gioco...

Così come la pubblicità mette in evidenza i “difetti” fisici-fisiologici-psicologici delle donne, non da meno la  lingua italiana mette in luce le trasparenti radici maschiliste della nostra cultura.
E’ da parecchio che ho cominciato a riflettere su questa cosa, ma quello che mi ha fatto approfondire l’argomento è stato  il passaggio dell’uragano Irene sugli Stati Uniti. Mi sono chiesta: è maschio, perché lo chiamano Irene, che oltretutto in greco significa pace? e, soprattutto, è il nome di mia madre che è tutt’altro che un uragano? Da un’indagine da me condotta, dei 21  uragani passati e che passeranno nel 2011 solo 4, dico 4!!!, hanno nomi maschili, gli altri 17 sono nomi femminili e, tra essi, si annovera addirittura una Maria… trascrivo pari pari ciò che ho letto dal documento del WMO (World Meteorological Organization)
“Il servizio di previsione meteorologica militare assegnava nomi di donna alle tempeste particolarmente violente durante la Seconda Guerra Mondiale, poi nel 1950 il WMO propose un sistema alfabetico basato sull'alfabeto militare. Il primo uragano atlantico battezzato fu Able nel 1950.
Gli esperti si accorsero che avrebbero potuto esserci dei problemi nei libri di storia se un altro uragano Able avesse colpito e fatto ingenti danni: nel 1953 l'organizzazione adottò una serie di nomi femminili in rotazione, prevedendo di ritirare i nomi assegnati ad uragani particolarmente violenti e memorabili.
Le femministe chiesero al WMO di aggiungere nomi maschili nel 1979: la richiesta fu accolta e da allora la regola prevede nome maschile-femminile-maschile-femminile alternati. Vennero aggiunti anche nomi francesi e spagnoli, per tener conto delle lingue usate nei paesi caraibici spesso colpiti dagli uragani”.
L’appello delle femministe non è stato accolto … già, le femministe, quelle che invece di combattere per l’uguaglianza tra i due sessi, hanno combattuto per essere uguali agli uomini, per assumere il ruolo del maschio (chiamasi “invidia del pene”), perdendo la loro femminilità, gridando a gran voce e pretendendo l’uso del sostantivo maschile, appagate nel  farsi chiamare “presidente” “direttore” “caporedattore” “vigile”… l’unica concessione è fatta all’avvocata, perché in una preghiera bellissima della nostra religione, Maria viene invocata come “orsù, dunque avvocata nostra”…
Queste soperchierie semantiche ai danni delle donne, portano a situazioni imbarazzanti e comiche : pensate, per esempio, quando si dice “l’architetto è in maternità”; oppure “ il chirurgo sta operando suo marito” e non basta cambiare l’articolo…
Il fatto è che l’insieme di segni verbali e simbolici, di cui è fatta la lingua, è ancora fortemente inquinato dalla cultura patriarcale che ci guida da millenni. Non per nulla diciamo “i diritti dell’uomo”, “a misura d’uomo”. Insomma “l’uomo è la specie, la donna la sottospecie”.
Tempo fa, in occasione di una delle tante campagne elettorali, forse l’ultima relativa al referendum, ho letto su un accreditato quotidiano italiano, un articolo che commentava un comizio elettorale: “erano presenti operai, intellettuali, disoccupati, donne”… la cosa grave? l’articolo era firmato da una donna! Ancora : un uomo “libero” è un virtuoso, una donna “libera” lo è per le sue abitudini sessuali.
Ora giochiamo un po’ con i nomi maschili e femminili:
*      la morte è femmina, il peccato è maschio, ma i sette peccati capitali?... tutti femmine; l’amore è maschio, la fedeltà e l’infedeltà sono femmine; la fede, la speranza, la carità, sono femmine perché forse ritenuti sentimenti da femminucce?; la gravidanza è femmina, il parto, chissà perché, è maschio; la guerra che combattono i maschi è femmina, la pace che i maschi non combattono è femmina; il lavoro è maschio, la disoccupazione è femmina; il cancro è maschio, ma il termine scientifico è neoplasia, femmina, dunque; il dolore è maschio perché tempra il carattere; l’anima è femmina, ma lo spirito è maschio; la carne è femmina e la carne, si sa, è debole; l’uva è femmina, ma il vino è maschio; la caccia è femmina, ma l’uomo è il cacciatore; il diritto è maschio, ma la multa e la pena sono femmine; la colpa è femmina, il colpo è maschio, il capitale è maschio; il denaro, il soldo, l’euro sono maschi, ma la spesa, la manovra finanziaria, la pensione, la cambiale sono femmine; il mutuo è maschio, la rata è femmina; la chiesa è femmina, il papa, i preti sono maschi; la partita è femmina, ma il goal è maschio; la scuola è femmina, l’ateneo è maschio (perché se la dea della sapienza era Atena?); la mafia , la camorra, la n’drangheta, sono femmine; la droga è femmina, la delinquenza è femmina, la malavita è femmina…
quante parole al femminile contate in questo elenco che riconducono a cose brutte? Quasi tutte!
E allora? Sono esagerata, lo so, però, se ci riflettete un po’…JJJ









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