sabato 16 febbraio 2013

La messa è finita


Sarà la festa del 1° maggio, il festival dell’unità, uno spettacolo di e per comunisti…  ci saranno le bandiere rosse sul palco … sono queste solo alcune delle polemiche scatenatesi prima della messa in onda del festival di Sanremo. Ma così non è stato e ora tutti quelli che bla, bla, bla, sono usciti di scena. Certo, perché di fronte ad un festival così contemporaneo, moderno, attuale, le critiche non possono non essere che benevole e un bravissimo va a Fazio, deus ex machina di tutta l’organizzazione, soprattutto per aver voluto al suo fianco l’incontenibile, pestifera, intelligentissima Lucianina - « Il fatto che io sia la donna del Festival dimostra che c’è la spending review»- è la prima volta che il festival è condotto da un uomo e una donna, non c’è un solo presentatore maschio circondato da fatalone oche che cincischiano… al posto della farfallina beleniana, una Lucianina iriverente, chiacchierona, ma sincera.  Bravi, bravi, bravi!!!
Sono riusciti a sdrammatizzare ed esorcizzare uno degli spettacoli- pilastri della tv italiana, capace di paralizzare l’Italia, sul cui palco si proiettavano ambizioni,  critiche, frustrazioni di questo nostro Paese: evento, conosciuto,  atteso e apprezzato in tutto il mondo… esagero? pare strano, pare incredibile, eppure è così e non esiste un caso analogo nel resto del mondo. siamo unici anche per via di Sanremo. Dobbiamo andarne fieri? Ditemelo voi, cari amici. Insieme, Fazio e Lucianina, hanno  scardinando quell’aura di messa cantata che lo rendeva pesante, con tutte le vecchie glorie che si alternavano, chi più chi meno, su quel palco da più di 40 anni. Hanno dato allo spettacolo un’impronta spontanea, allegra, spensierata, facendo però leva su alcuni temi di stretta attualità: nozze tra gay, femminicidio, problematiche giovanili… altro che quei sermoni polpettoni monologati alla celentano! hanno dato spazio ai giovani, li hanno fatti conoscere, gli hanno dato un ruolo di primo piano, in un’Italia dove fanno fatica ad emergere in tutti i campi, perché occupati da vecchie glorie ultrasettantenni. Fazio e Lucianina hanno fatto capire agli italiani, soprattutto ai reazionari, che l’Italia è cambiata, com’è cambiato già da parecchio il resto del mondo, solo noi siamo ancora abbarbicati alla nostra cultura, dove la voce grossa la fanno le vecchie glorie. Fazio ha dato spazio a tutti, pure all’armata russa, altro che festa dell’unità!
La realtà è che Fazio e i suoi hanno tentato di rinnovare con prudenza, rinfrescando abbastanza coraggiosamente il decor: ritengo, infatti che l'immagine del festival 2013 è una delle più innovative viste finora. E soprattutto, lavorando con i mattoncini  sempre politically correct... insomma, una nuotata meno rigorosa e più libera nel mare aperto del pubblico generalista, perbenista e moralista.
Non ci sono canzoni inascoltabili o patetiche e c’è tanta creatività, quella creatività che un’oca trombata alle selezioni è andata reclamando da un canale all’altro, convinta che solo le vecchie glorie, e lei in particolare, fossero detentori di creatività e professionalità … presuntuosa e supponente.
Chi mi conosce bene sa che non mi è mai piaciuto il festival, non l’ho mai guardato (basta leggere i miei post degli scorsi anni) e neanche quest’anno ho fatto le ore piccole per guardarlo, ma in ogni trasmissione ne parlano, fanno rivedere i momenti più salienti dello spettacolo, video clip e commenti, articoli di giornali, insomma il festival domina su tutto, anche sulle dimissioni del papa o sulle imminenti elezioni. Bene, da tutti questi input ho tratto queste mie considerazioni e mi auguro che  la costituzione commentata da Benigni e questo festival “fazionazionalpopolare” possano dare una botta di vita  a mamma RAI.

 

 

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