martedì 7 aprile 2009

Pensieri e macerie



Ci risiamo: di nuovo il Sud ( ma come, l'Abruzzo non è al centro Sud? non per tutti: per quell'Italia che conta, il centro-Italia, o l'Italia proprio, finisce in Toscana) è sotto le macerie e, per chi appena pochi anni fa ha vissuto quella tragedia, è come rivivere ogni momento: lo sgomento negli occhi della classe che aspetta da te un segnale, il via per la salvezza; la calma apparente durante l'evacuazione, mentre dai coraggio a loro e, intanto, pensi ai tuoi cari lontani da questo disastro e a quelli vicini, ma anziani, malati, problematici e vorresti correre a casa per vedere se è ancora in piedi... poi ti rassereni perchè tutto è salvo, ma ecco che ancora la terra trema: sei al sesto piano ed è interminabile, angosciante, tutto cade...libri, piatti, suppellettili, mentre cerchi riparo sotto il tavolo e ancora trema ...più forte...ancora più forte e, lì, sotto il tavolo, invochi Dio, la sua misericordia, Gli chiedi la salvezza, mentre cuore, gambe, testa, girano e tremano vorticosamente e non urli, stai lì che aspetti che si compia l'Apocalisse. Poi...è finita, non ti sembra vero, ma ti senti soffocare, vuoi fuggire all'aria aperta...raccatti poche cose e...via, fai tornare indietro i figli lontani che stanno sul treno per rientrare, cerchi mamma, tua sorella, i fratelli, ti accerti che i parenti stiano bene e... e comincia un altro calvario: quello della paura che ti porti dentro, quella del sentir dondolare ogni cosa ti circonda, quella di sentire sotto i piedi ancora per lungo tempo quell'interminabile sussulto e anche la tua mente è tutto uno sciame sismico di pensieri che si affastellano, di continui ringraziamenti per esserci ancora, ma poco distante da te ci sono 27 piccoli angeli sepolti, che non riemergeranno vivi dalla terra che li ha inghiottiti: anche loro avranno guardato con sgomento, paura e terrore la loro maestra, ma anche la maestra è stata inghiottita dalla famelica bocca del cratere.
Povero Sud! e quando mai potrai riprenderti da queste tragedie? quando mai potrai riscattarti? quando i tuoi giovani potranno sperare e lavorare come i loro coetanei del Nord? anche la speranza è negata loro! quando i vecchi potranno vedere i loro figli non lasciare più questa terra martoriata, per andare altrove a cercare lavoro, nonostante la laurea in tasca e la valigia, non più di cartone attaccata con lo spago, ma l'ultima Roncato al policarbonato? quanti anni ci vorranno per riprendersi dopo un disastro del genere? 20 o forse 30? e cosa li aspetta ai "profughi aquilani" per avere le loro case, visto che gli affetti perduti sotto le macerie non li avranno più? Io lo so cosa li aspetta, perchè è un già vissuto: bla...bla...bla... mentre intorno i corvi e gli sciacalli sono già pronti ad arricchirsi sulla ricostruzione che non si vedrà mai... è stato così da noi (Belice, Irpinia, Umbria, Molise... no, il Friuli no, perchè loro sono stati più bravi di noi, vuoi mettere quelli del Nord come sono bravi a risolvere "da soli" i loro problemi, anche un terremoto?). Ma tant'è. Gli scienziati dicono che l'Italia si sta spezzando in due: una parte andrà verso i Balcani, un'altra dall'altra parte. Non c'è proprio modo di tenerla unita e uguale quest'Italia! pure la natura, con le sue faglie, la tettonoca a zolle, la pangea, le sue frane, i suoi tsounami, i suoi slittamenti, i suoi smottamenti, le sue eruzioni e via fenomenando, la vuole addirittura "spezzare". E sia, tanto è dai tempi di Cavour che non si è fatta l'Italia e nemmeno gli italiani!!!
Ultimissime: stamattina la TIM ha inviato a tutti i molisani abbonati una ricarica bonus di 10 euro, in segno di solidarietà, per il grave momento che stiamo attraversando. Eh, sì, ciò a conferma di quello che ho scritto all'inizio: per l'Italia che conta, il Molise fa ancora parte dell'Abruzzo. Grazie a tutti gli italiani che contano.
Ps: allego con un copia e incolla una canzone molto significativa di Eugenio Bennato: "Grande Sud": a me sembra molto attuale: ascoltatela, basta andare su You tube...bisogna ascoltare questo testo necessariamente con quella musica.

Grande Sud

C’è una musica in quel treno
che si muove e va lontano
musica di terza classe
in partenza per Milano
c’è una musica che batte
come batte forte il cuore
di chi parte contadino
ed arriverà terrone.
C’è una musica in quel sole
che negli occhi ancora brucia
nell’orgoglio dei braccianti
figli della Magna Grecia
in quel sogno di emigranti
grande come è grande il mare
che si porta i bastimenti
per le Americhe lontane
(E chi parte oggi pe’ turnare crai
e chi è partuto ajere
pe’ un turnare mai).
Grande sud che sarà
quella anonima canzone
di chi va per il mondo
e si porta il sud nel cuore.
Grande sud che sarà
quella musica del ghetto
di chi va per il mondo
e si porta il suo dialetto.
(None none none none
Lieva la capa da lu sole
Ca t’abbruciarrai lu viso
Perdarrai lu tuo colore
None none none none
Piglia lu libro e va alla scola
Quando te ‘mpari a legge e a scrive
Tanto te ‘mpari a fa l’amore.
C’è una musica nei sogni
di chi dorme alle stazioni
negli antichi sentimenti
delle nuove emigrazioni
c’è una musica nel viaggio
dalla terra di nessuno
di chi porta nel futuro
i tamburi del villaggio.
Grande sud che sarà
quella anonima canzone
di chi va per il mondo
e si porta il sud nel cuore.
Grande sud che sarà
quella musica del ghetto
di chi va per il mondo
col suo ritmo maledetto
E sarà quel racconto
E sarà quella canzone
Che ha a che fare coi briganti
E coi santi in processione
Che ha a che fare coi perdenti
Della civiltà globale
Vincitori della gara
a chi è più meridionale.
(E chi parte oggi pe’ turnare crai
e chi è partuto ajere pe’ un turnare mai).

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