martedì 22 aprile 2008

Dacci oggi il nostro bullo quotidiano...


Anche oggi la Tv ci ha propinato la dose quotidiana di "bullismi": atti di violenza nelle scuole che si ripetono, oramai, con sempre più frequenza. Sono indignata, perchè per l'opinione pubblica la scuola è un luogo dove nasce e cova la violenza più becera. Mi rifiuto di considerare valide tali opinioni, in quanto vivo e opero nella scuola da anni e mai, dico mai, nelle scuole in cui ho prestato servizio si è verificato un solo caso di bullismo. Ho sempre incontrato meravigliosi alunni: normodotati, disabili, con problemi psicologici gravi, con situazioni familiari ancora più gravi, con famiglie allargate, figli di ragazze madri, di detenuti, adottati, romeni, cinesi...di tutto di più, ma quello che leggo, sento e vedo sui mass-media mi lascia sbalordita e molto triste. Certo, mi dirai, l'ambiente in cui operi forse è più piccolo, i ragazzi non hanno gli stimoli e le paranoie dei ragazzi metropolitani...e forse c'hai pure ragione! ma perchè non scrivono e mandano in onda quello che di buono la scuola fa? che, ti assicuro, è molto di più per quantità e qualità di qualche stupido atto di bullismo che, però fa più "audience" e, siccome tutto ciò che è cronaca nera piace (Bruno Vespa docet...) e fa arricchire gli sciacalli, ecco che ogni giorno sbattono il "mostro scuola" in prima pagina, senza considerare che in quella scuola dove è maturato l'atto di bullismo, ci sono altri ragazzi studiosi, educati, le cosiddette "eccellenze"; ci sono docenti che lavorano e studiano "strategie" non per fare la guerra, ma per evitarla.

Come mai si mettono sempre di più in evidenza questi episodi di violenza? Non è che a qualcuno fa piacere affossare la scuola pubblica a favore di quella privata? E le famiglie non hanno nessuna responsabilità? Ecco, la famiglia è forse una delle cause del malessere che la scuola vive, non l'unica. La famiglia non riconosce più alcuna autorità e competenza ai professori, ma al tempo stesso demanda alla scuola una lunga lista di doveri che invece spetterebbe a lei, della serie: sei uno zero, ma devi risolvermi i problemi che io non sono capace di affrontare a casa mia.

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